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Il linguaggio deve essere efficace

Da Marcofre

Mise la freccia per girare a sinistra, svoltò a destra, spensieratamente.

 

Ho una certa allergia agli avverbi, ma non voglio certo affermare che bisogna liberarsene perché sono il male, e altre sciocchezze di questo genere. Stephen King dice di usarli solo nei dialoghi, ma qualche riga dopo ammette di non seguire in maniera ferrea questa legge. Quello che bisogna comprendere, lo ribadisco, è che se esistono delle “leggi” sulla scrittura, queste funzionano solo per l’autore.

Attenzione: non parlo di quelle grammaticali o di sintassi: valgono per tutti. Ma se uno scrittore afferma che bisogna fare così e non cosà, ci sono discrete possibilità che quella condotta funzioni con lui, non con un altro.

Giusto: la forma passiva. Da evitare, è vero. Aggiungiamo allora che ci sono una manciata di regole che è bene tenere in considerazione perché… spiegano che cosa devi evitare.

Una buona scuola di scrittura, secondo me, spiega che cosa non devi fare.

La faccenda diventa complicata, per questo mi fermo e preferisco riflettere sulla sobrietà, su quanto sia indispensabile eliminare il superfluo o il ridondante, per creare una lingua efficace. Avrei potuto scrivere “potente”.

Forse un insegnante di scrittura avrebbe detto proprio così:

 

“Dovete costruire un linguaggio potente”.

 

Bello vero? Chi ascolta resta impressionato. Sul suo quaderno si affretta a scrivere:

 

Devo costruire un linguaggio potente!!!!!

 

A me non dice nulla. È come se si affermasse: questo razzo è potente. Bene: come si mette in moto? Come si governa? E per spegnerlo?

Il linguaggio deve essere efficace, e solo allora sarà potente. Per giungere al secondo stadio, devo passare attraverso il primo.

Se rileggo la frase di apertura, è necessario l’avverbio? Non sto dicendo che non ci deve mai essere un avverbio, che “essi” rappresentano satana in persona e occorre sradicarli senza pietà.

Però se una persona mette la freccia per svoltare a sinistra e svolta a destra, dove ha la testa? A cosa pensa? Non è spensierata? E sottolinearlo, non è inutile.

Vero, non è nulla di grave. In fondo il lettore medio, nemmeno se ne accorge. Leggerebbe la frase e passerebbe alla successiva senza pensarci troppo. Anzi, l’apprezzerebbe.

Mise la freccia per girare a sinistra, e svoltò a destra.

 

A volte esiste il rischio di incrinare la storia con delle intrusioni. Un avverbio, in questo caso, separa, edulcora la frase. Quasi distrae. Certo, non è sempre possibile un tale livello di attenzione. Anche Tolstoj scivolava e Omero si appisolava.

Tuttavia occorre studiare con scrupolo le frasi. E tagliare.


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