Magazine Opinioni
Il Marocco tra tradizionalismo e spinte riformiste
Creato il 03 luglio 2011 da Bloglobal @bloglobal_opidi Giuseppe DenticeIl 1° luglio in Marocco si èvotato per un referendum che proponeva una riforma costituzionale. L'iniziativanata da Re Mohammed VI in risposta alle manifestazioni di questi mesi è stataapprovata con il 98% dei “SI”. Nonostante gli inviti al boicottaggio da partedi alcuni esponenti del “Movimento 20 febbraio”, della sinistra e degliislamisti, il referendum ha visto la partecipazione del 72-74% degli elettori,secondo i dati non ufficiali forniti dal Ministero degli Interni marocchino. Ilreferendum è nato in risposta alla crescente domanda di democrazia espressadalla popolazione marocchina e da parte di una monarchia impaurita epreoccupata per il rischio di un contagio rivoluzionario. Re Mohammed avevaannunciato lo scorso 17 giugno un progetto che prevedeva nei suoi obiettiviprincipali il trasferimento di parte dei suoi poteri assoluti al Parlamento eal governo e il conferimento al berbero, cultura dominante a cui appartiene lamaggioranza dei marocchini, lo status di lingua ufficiale della Nazioneinsieme all'arabo.
Con talereferendum la monarchia alawita di Mohammed VI cerca di porsi in una posizionemediana tra assolutismo – che ha caratterizzato la casa reale di Rabat fino adoggi, ma anche gran parte delle oligarchie dell'area – e costituzionalismodemocratico – sul modello della corona britannica o spagnola. Pur non essendomai stato in dubbio la vittoria dei “SI”, la vera affermazione è rappresentatadall'alto numero degli affluenti al voto. Infatti nella precedente tornataelettorale del 2007, coincidente con le elezioni legislative, la percentuale diaffluenza è stata pari a circa il 37% della popolazione. Nonostante le violenzedella polizia degli ultimi giorni contro i manifestanti, la mancanza dipluralismo e le accuse alla mancata pubblicità dell'evento referendario daparte dei media nazionali, il risultato del referendum ha rappresentato,indubbiamente, una grande vittoria politica della monarchia di Rabat che ancorauna volta è riuscita a tenere unita la popolazione attorno al ruolo moderatodella corona. Tuttavia, il “Movimento del 20 febbraio” ha annunciato checontinuerà le sue proteste pretendendo più giustizia ed equità per lapopolazione di tutto il Marocco. Il “Movimento del 20 febbraio” ha annunciatoper nuove manifestazioni in tutto il Paese. Sebbene il Movimento non siatotalmente coeso e non tutti gli esponenti abbiano appoggiato l'astensionismo,essi hanno giudicato “insufficiente” la riforma costituzionale appena approvatae sono concordi nel richiedere al Re più coraggio nell'apertura al riformismo,considerazioni dettate dal fatto che il Movimento pare essere spaventato dallamassiccia presenza degli islamisti nelle ultime fasi delle proteste e ilrelativo rischio di una strumentalizzazione politica.
Quali sono gliobiettivi reali del “20 Février”? Questo grande movimento apartitico eapolitico, che riunisce ampie fasce della società civile, lotta contro ilfeudalismo e i privilegi tipici di una società legata sia al suo passatocolonialista francese, sia alla tradizione feudale di molte società arabe. IlMovimento combatte quello che viene identificato in una parola araba Makhzen.Il “20 Février” come molti movimenti in questa “Primavera Araba” è supportato daun'ampia fetta di popolazione giovanile – più della metà della popolazionetotale secondo i dati del CIA World Factbook – che chiede dignità e democrazia:riforma costituzionale, accesso al mercato del lavoro e cessazione dellacorruzione politica sono le principali richieste. Il Movimento ha avuto ilgrande merito di smuovere la società tradizionale marocchina e metterepressione al Re, mobilitando le piazze e inducendo Mohammed VI ad annunciare,con uno storico discorso televisivo lo scorso 9 marzo, una nuova riformacostituzionale che dovrebbe comportare l’allargamento delle libertà individualie collettive.
Quindi, come sipresenta oggi il Marocco? Secondo i coefficienti di stabilità SACE,il Marocco si pone in una fascia di medio-basso rischio (indice 2 su 7),relativamente all’area circostante. Nonostante la disoccupazione giovanile ammontia circa il 34 % (dati dell'Economist Intelligence Unit), l’inflazioneche si e’ attestata al 2,5% (dati del Fondo Monetario Internazionale), uno deidati più bassi dell’area MENA (Middle East and Northern Area). Si trattadi valori molto positivi, in un area, come quella del Maghreb, in cui lapercentuale di disoccupazione giovanile supera facilmente il 60% ed in cuil’inflazione è spesso molto alta (dati OCSE). Indubbiamente le riformeintraprese negli ultimi anni da Mohamed VI, riforme che hanno garantito unamodernizzazione del Paese che ha avuto molti effetti benefici, ma anche qualcheaspetto negativo. Pur non essendo un Paese specificatamente democratico,rispetto alla media dell'area viene considerato mediamente uno Stato con unamonarchia aperta alle riforme e particolarmente evoluto. Forse anche per questimotivi le proteste hanno trovato scarse condizioni per attecchire in Marocco.
Ad ogni modo,come hanno fatto notare molti analisti nazionali ed internazionali, gran partedelle libertà e dei diritti riconosciuti erano già presenti nel testocostituzionale del 1996 promosso da Re Hassan II, padre di Mohammed VI, manulla ha impedito la loro violazione nella generale impunità. Gli esempi piùeclatanti sono gli attacchi ripetuti alla libertà d’espressione, come lecondanne ai giornalisti Ali Lmrabet e Toufiq Bouachrine, la chiusura delsettimanale Le journalhebdomadaire e del quotidiano Al Jarida Al Oula, la negazione dell’accesso pluralisticoai media, come nell'ultima campagna referendaria. Nonostante gli apportipositivi, secondo molti analisti permangono ancora dubbi sui vasti poteriattribuiti al sovrano e alla sua centralità nel ruolo decisionale nell’impiantoistituzionale. Inoltre, emergono in maniera evidente i dubbi sulla effettivaindipendenza della giustizia. L’amministrazione della giustizia viene definita nel nuovo testo a tuttigli effetti “potere indipendente”. Di conseguenza, l’attuale ConsiglioSuperiore della Magistratura si tramuta in Consiglio superiore del poteregiudiziario. L’istanza, presieduta dal sovrano, oltre alla permanenza deigiudici eletti e dei supremi rappresentanti della magistratura, vede l’ingressodel Presidente della CNDH, del Presidente della Camera dei Rappresentanti, e dicinque esperti scelti dal Re. Pur essendo un passo in avanti rispetto alpassato, questo però non garantisce indipendenza alla giustizia, in quanto lametà dei membri del Consiglio è nominata dal monarca, che per di più lopresiede. Inoltre, il Re designa anche i magistrati, determinandone lecarriere. Ma un fattore più eclatante è la prassi politica che prevede che ilmonarca goda del diritto di nomina dei cinque ministeri chiave nell'economiadella nazione (Interno, Difesa, Esteri, Giustizia e Affari Islamici). Questidicasteri sono definiti «di sovranità» del monarca, ossia alle sue direttedipendenze. Infatti, nei tribunali del regno, il procuratore è un funzionarioregio nominato direttamente dal Ministro della Giustizia, ma tale dicastero èuno dei cinque “esclusivi” . Queste persone, pertanto, devono godere dellamassima fiducia del sovrano e non del popolo.
Alla luce diquesta analisi, la nuova Costituzione, pur aprendosi alla modernità, definendola casa regnate marocchina come una monarchia costituzionale e democraticafondata sulla divisione dei poteri, non assicura il rispetto delle prerogativeenunciate e le richieste dalla popolazione. Pertanto, il Marocco continuerà areggersi su un mix di elementi “riformisti” e “conservatori”. Pur essendoinnegabile l'importanza della nuova Costituzione intesa come un ulteriore passoavanti sul tema dei diritti civili e politici, essa però riflette, ancora, ilsistema di potere che ha permesso alla monarchia alawita di governare inmaniera assoluta un Paese, che più degli altri della regione è pronto alrinnovamento e a cogliere le sfide della globalizzazione. L'augurio è che lamonarchia marocchina colga questo referendum come un'opportunità e non come unaconcessione alla piazza.* Giuseppe Dentice è Dottore in Scienze Internazionali (Università di Siena)
Possono interessarti anche questi articoli :
-
La chiesetta di Roslin e il Castello, o di tutto ciò che non ha detto Dan Brown…
…. non ha detto che la chiesetta è un capolavoro bellissimo, intarsiato come nessuna costruzione gotica (purtroppo all’interno non si possono fare foto),... Leggere il seguito
Da Rosebudgiornalismo
ATTUALITÀ, CULTURA, SOCIETÀ -
Referendum Grecia: cosa succede se vince il sì, cosa succede se vince il no
Il Messaggero analizza cosa potrebbe accadere dopo il referendumAl di là delle rassicurazioni, il timore è l’effetto contagio per la crisi in Grecia. Leggere il seguito
Da Andrea86
ATTUALITÀ, SOCIETÀ -
La seconda ondata
Intervista di Peter Jellen. della Rivista Online "Telepolis", a Robert Kurz, del 18 e 19 luglio del 2010 Peter Jellen: Mr. Kurz, negli ultimi tre anni, la... Leggere il seguito
Da Francosenia
CULTURA, OPINIONI, SOCIETÀ -
Freedom Flotilla e la vergogna d’Israele
mcc43In solidarietà con quei cittadini israeliani la cui onorabilità è quotidianamente sfigurata dalle azioni illegali e dalle manipolazioni dell’informazione... Leggere il seguito
Da Maria Carla Canta
MEDIA E COMUNICAZIONE, POLITICA, POLITICA INTERNAZIONALE, SOCIETÀ -
Speciale crisi greca (1)
Il primo ministro greco Alexis Tsipras, nella notte di venerdì, ha indetto e programmato un referendum per il 5 luglio prossimo, al fine di far esprimere... Leggere il seguito
Da Vincitorievinti
ECONOMIA, POLITICA ITALIA, SOCIETÀ -
Per quella parte di Greci "ritardati" che solo ora si mettono in coda allo...
Beh...pensavo peggio... ;-) FTSE MIB a -4,4% DAX a -3,8% ed euro/usd ad 1,1091.... Sul caso Grecia si potrebbe parlare all'infinito: al di là dei discorsi sui... Leggere il seguito
Da Beatotrader
ECONOMIA, SOCIETÀ