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Il Menhir di Tramonti

Da Giovannipelosini

Il Menhir di TramontiIl Menhir di Tramonti presso Biassa (SP) un tempo era detto Pietra del Diavolo, e le leggende locali parlano di apparizioni, luci e fuochi volanti verso l’isola dei defunti che appare all’orizzonte, presumibilmente la Corsica. In mezzo ai pini, rivolto verso il mare sul ciglio della ripida scogliera ligure. Lo storico Ubaldo Mazzini nel 1922 lo descrisse per primo, facendolo risalire al neolitico, ma la datazione non è certa, pur essendoci analogie con altre costruzioni megalitiche preistoriche europee. Scendendo sul sentiero del C.A.I. n.4 dal punto di ristoro si incontra presto la grande pietra in arenaria eocenica, ben diversa dalle rocce presenti intorno. Non è un Menhir molto grande, ma pesa comunque almeno 4 tonnellate, e certamente è stato trasportato in questo sito e poi eretto verticalmente. Ricordi tramandati ancora oralmente all’epoca della descrizione del Mazzini ci informano che altre due pietre erano erette a fianco, una delle quali, ormai spezzata giace sul muretto a secco sull’altro lato della strada. Gli stessi racconti parlano di una croce di legno che sormontava il monolite prima di quella di ferro battuto rinvenuta dal Mazzini, oggi sostituita da una piccola croce di ferro industriale.

Migliaia di anni fa i Menhir (Pietre erette, dall’antico bretone Men, pietra, e Hir, diritta, lunga) si innalzavano nei luoghi sacri di gran parte dell’Europa; anche in questa zona in origine erano tre: Monte Capri, Tramonti e Monte Madonna.

Talvolta i Menhir erano situati in posizioni particolari in analogia a costellazioni significative, molto spesso in funzione di Calendario Sacro per le celebrazioni solstiziali e equinoziali. A tale proposito si può notare che al Solstizio d’Inverno l’ombra del Menhir di Tramonti divide in due metà uguali il muro in pietra posto a est-nord-est.

Più in basso, lungo il sentiero, c’è ancora una fonte di acqua limpida e buona: come spesso accade, presso i monumenti megalitici si trovano segnali geologici di forze telluriche, ctonie, fonti o montagne particolari, la cui analogia simbolica e mistica con le mappe stellari e celesti apre il pensiero alla meraviglia e al dubbio sulle effettive conoscenze degli iniziati preistorici e sulla loro coscienza.

Giovanni Pelosini


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