Se è vero che tutto ha un prezzo, non c’è da stupirsi.
Nel campo della politica già si è visto di “trasmigratori” per amore di qualche poltrona, poi nel campo del calcio per il profumo dei soldi (pecunia non olet).
Tutto è diventato merce, anche le persone che valgono per quanto rendono in termini monetari, non certo per le loro doti, vere o presunte che siano.
Poi c’è di mezzo anche l’emiro del Qatar che non sa come spendere i suoi soldini e si è comperato anche la firma di Valentino, forse per produrre burqa e chador nel rosso tipico dello stilista invece che nel celeste talebano o nel nero arabo.
Tornando al calcio e vedendo quanto il predetto emiro ha speso per la squadra del PSG, gli ultimi colpi l’acquisto di Thiago Silva e quasi certamente di Zlatan Ibrahimovic dal Milan, stupisce il silenzio di Platini, che precedentemente aveva criticato le spese folli del Barcellona e del Real Madrid per rinforzare le rispettive squadre…
Ed il pensiero corre al figlio Laurent che è manager del Qatar Sport Investment che è proprietaria del club calcistico del PSG.
Il regolamento UEFA però prevede che i bilanci delle squadre debbano avere una sostenibilità economica in bilancio, senza far ricorso a fidejussioni o prestiti; in poche parole si tende al pareggio di bilancio spendendo solo quanto si prevede di incassare, pena sanzioni varie, fino ad arrivare alla esclusione dalle Coppe. Ma c’è anche il rischio concreto che alcuni tra i club maggiormente titolati non vogliano sottostare a tali regole e formino una nuova Lega europea con calendario autonomo.
E tutto questo porta a pensare come ormai tutto giri intorno ai soldi, come anche i sentimenti e gli ideali si svendano in nome del denaro, una schiavitù occulta che premia l’avere più che l’essere…