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Ora a me le parole di Alemanno fanno incazzare. Parecchio. Ma cercherò di utilizzare un linguaggio pacato per esprimere quello che penso.
Il sindaco di Roma, come molti altri, ha finora seguito una sola politica nei confronti dei rom e più in generale delle persone che, non avendo una casa, sono costrette a vivere in abitazioni di fortuna. La famiglia che ha tragicamente perso quei quattro bambini, infatti, era stata già sgomberata una trentina di volte.
Molti non lo sanno, o se ne fregano, ma ad ogni sgombero corrisponde la perdita delle poche cose che queste persone sono riuscite ad accumulare, corrispondono notti e giorni alla ricerca di un nuovo pertugio dove si spera che nessuno ti noti, raccolta di materiale che ti possa servire alla sopravvivenza, soprattutto d’inverno, come coperte, lamiere, cartoni, stufe. Poi arriva lo sgombero e si ricomincia. Se nel frattempo non sei morto assiderato o carbonizzato.
Come dicevo prima non si tratta solo di rom. Nelle baracche se vi degnaste di farci un giro ci trovereste persone di ogni tipo. Ci sono ancora i profughi della guerra nella ex Jugoslavia, i rifugiati politici di ogni parte del mondo, quelli che hanno semplicemente perso casa e lavoro. Tutte queste persone hanno in comune il solo fatto di non riuscire ad avere una casa. Sentirli chiamare ancora nomadi mi fa dubitare dell’intelligenza e della buona fede di chi ne scrive o ne parla in quei termini. Se sono nomadi è perché sono costretti a spostarsi di sgombero in sgombero.
Ora Alemanno dopo questa tragedia ha proclamato il lutto cittadino, che sarebbe pure un bel gesto, anche se inutile, solo che dopo ha voluto farci regalo di alcune dichiarazioni che cancellano anche quel bel gesto inutile.
Per Alemanno la soluzione sono nuovi campi attrezzati. Gli stessi che ha sgomberato qualche mese fa. Gli stessi che i suoi elettori non vogliono vicino alle loro casette, e neanche vicino ai loro palazzoni. Come farà? Li farà costruire qualche decina di km fuori dal raccordo anulare? E questo come si dovrebbe conciliare con l’obiettivo da lui dichiarato dell’integrazione? Non è dato saperlo.
Quello che si sa è che queste persone non hanno e non avranno diritto ad una casa, neanche quelle che hanno la cittadinanza italiana perché “dobbiamo dare un messaggio preciso, anche di carattere internazionale. Se noi diffondessimo l’idea che basta arrivare a Roma per avere una casa popolare o tutta l’assistenza possibile, rischieremmo di attrarre non qualche migliaio di nomadi, ma centinaia di migliaia da tutta Europa".
Quindi i 4 bambini bruciati in una baracca sono per Alemanno uno spot perfetto. Un messaggio preciso di carattere internazionale. Non venite in Italia. Nessuno vi vuole. Brucerete in qualche anonimo anfratto di periferia. Quelli che invece stavano già qui il messaggio lo conoscevano già. Per voi non c’è niente.