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Torniamo al film. Commento semplice ma chiaro: è bello. Soprendente anche l'interpretazione di Cantona. Ken Loach descrive la storia di Eric Bishop, un postino che sta subendo la vita. Vive nel dolore del ricordo della ex-moglie, in balia di due figli adoloscenti sbandati. Una vita di depressione. Di contro ha una cerchia di amici-colleghi che cercano di aiutarlo in ogni modo. In uno di questi tentativi organizzano un gruppo di auto-aiuto nel quale devono mettersi davanti ad uno specchio immaginario e provare a guardare la vita con gli occhi di una persona che stimano. Grazie anche ad un bella fumatina di erba, che Eric ruba al figlio, il nostro protagonista riuscirà a vedere Eric Cantona. Sulle prime mi è venuto in mente "Provaci ancora, Sam". L'idea è più o meno la stessa, ovvero un alter ego importante (in quel caso Humprey Bogart) che aiuta il protagonista sfigato. La trama però è differente. Non posso raccontarla perché vi rovinerei il piacere di vederlo.
Posso solo dirvi che è un film molto bello e ben fatto. Un ottimo equilibrio tra commedia e dramma. L'aspetto che più mi ha colpito è il tema della positività del mito. Il calciatore famoso abituato ai grandi trionfi, al goal davanti a 60.000 persone, si ritrova ad interagire con le piccole, poi nemmeno troppo piccole, criticità quotidiane dell'uomo comune. Eric Cantona, famosissimo per la sua celeberrima conferenza stampa che si concluse in una sorta di aforisma, dispensa consigli al postino. Non sono mai consigli diretti ma parole accennate, adatte a stimolare e fare pensare. Piano piano Eric Bishop riprenderà le redini della propria vita, perché "per sorprenderli, devi prima sorprendere te stesso"; mentre lo spettatore capirà che un uomo comune puo' essere anche un mito, perché spesso il mito non è altro che un uomo comune che ha avuto il coraggio di rischiare. http://feeds2.feedburner.com/PiccoleVitalitDiUnaMorteQuotidiana
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