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Il mio Campovolo 2.0

Creato il 20 luglio 2011 da Chit @chit67

Che Ligabue sia uno dei miei cantanti preferiti ormai chi segue questo blog lo avrà capito da tempo. Anche per questo e per i resoconti di tre concerti in questi cinque anni di blog avevo deciso di non ammorbarvi oltre. Invece, complice qualche commento al post precedente ed un paio di richieste di “condivisione” degli scatti, eccomi qui a raccontare quello che più che un semplice concerto è stata una vera e propria festa a base di musica e allegria. Ma trovo giusto forse anche spiegare come e da quando nasce la mia conoscenza con questo artista.

Stento quasi a crederci anche io ma sono passati 21 anni ormai da quando, sul retro di una cassetta per autoradio (così si ascoltava la musica in auto a fine anni ’80) nella quale avevo chiesto di registrarmi alcuni brani inediti di Bruce Springsteen, un mio amico mi registrò il primo album di questo cantante allora sconosciuto.

“Ascoltalo Chit perché è ancora un po’ acerbo ma secondo me si farà”

fu la premonizione di Tony (il mio amico con il quale condividevo la passione per la musica, soprattutto quella del Boss Springsteen) e solo io so quanto mi piacerebbe rintracciarlo ora per dirgli che aveva avuto ragione. Ebbene, il caso volle che di quell’autoradio si ruppero quasi completamente tasto ‘eject’ e tasto ‘reverse’ cosicché mi ritrovai per lungo tempo ad ascoltare gioco forza le canzoni di quel rocker in erba.

Mi piacevano, erano orecchiabili, parlavano di emozioni e sentimenti a 360° ma non erano banalotte (alla “sole-cuore-amore” per intenderci) e poi parole e musica si abbinavano a meraviglia con quella che era la mia vita in quel periodo. Passò qualche mese ed eccolo in concerto a Torino per la promozione dell’album. Lì lo aspettavo! Avendo uno zio musicista (di cui un giorno magari vi parlerò) so bene come in studio tutto diventi più facile mentre live ci sei solo tu artista, la tua band e il pubblico. Cadono filtri e barriere e ciò che sei, se non una l’altra canzone ma prima o poi viene fuori senza alibi.
Invece quel ragazzotto emiliano e la sua band ci sapevano fare. Certo, mezzi ed esperienza non erano quelli di adesso, ma avevano voglia non solo di suonare ma di provare a trasmettere qualcosa e questo, più che una melodia o un ritornello, è la vera forza di un cantante. A quell’album ne seguirono altri, altri concerti nel quale quando possibile presenziavo seguendo questa parabola lenta ma costante che portava questo artista ad esprimere sempre meglio ed in maniera sempre più forte le sue emozioni, che poi, essendo quelle di un uomo potevano essere anche le mie e quelle di molti di noi. Pian piano i palazzetti risultarono stretti per il suo pubblico, così cominciò la stagione dei concerti negli stadi (San Siro, Udine, Torino quelli che seguii) e pian piano il suo pubblico aumentò.
Si sa, il rischio quando si vola alti è quello di farsi ancora più male se si dovesse cadere, ma il Liga non m’ha mai dato l’impressione dello “sborrone” bensì quella di una persona umile, che non disdegna di mettersi alla prova in altri settori (Radiofreccia e Da Zero a dieci i suoi due film più celebri) sempre però con molta umiltà, senza aver la pretesa d’insegnare o inventare nulla ma solo, molto più semplicemente, di emozionare.

A questo ha sempre affiancato il suo impegno civile fatto di poche parole e piccoli e semplici gesti, come quello durante la turnè dello scorso anno di ricordare l’importanza del referendum (poi vinto il 12-13 giugno di quest’anno) per il quale si stavano raccogliendo allora le firme o far scorrere sul grande schermo sulle note delle sue canzoni gli articoli della Costituzione italiana. Di lui un grandissimo cantautore italiano disse:

Mai visto un musicista comunicare col pubblico come sa fare Luciano
(Fabrizio De Andrè)

E sapere che questo suo “dono” (perché tale credo sia) non venga utilizzato solo per meri fini personali è ciò che più e prima di tutto mi fa rispettare questo ragazzotto ormai diventato uomo.

Insomma posso dire tranquillamente che questo artista l’ho un po’ seguito in tutto il suo percorso e anche per questo mi dava enorme fastidio aver perso due appuntamenti speciali: il concerto con l’orchestra fatto all’Arena di Verona (2009) e, più di tutti, il grande happening di Campovolo (2005). Per l’Arena sto aspettando un’altra chance, intanto ho posto rimedio all’assenza del 2005 partecipando a Campovolo 2.0 sabato scorso insieme ad altre 113mila persone insieme alle quali ancora una volta mi ritrovo a dire:

“Grazie Liga”!

Campovolo 2.0 @ Reggio Emilia, 16/07/2011
[ clicca sull'immagine per accedere all'album]


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