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la mia famiglia di origine non mi ha mai incoraggiata ad essere me stessa, invece ha sempre insistito che mi comportassi bene e che non facessi brutte figure. passando questo messaggio a un animo sensibile e privo di autostima, il risultato è stato ottenere una persona troppo attenta al giudizio degli altri e molto abile a soffocarsi. poi, come ho già detto, è arrivato il giorno in cui non mi è stato più possibile sopportare questa situazione e il vaso di Pandora si è aperto, e tuttavia il mio lato eccentrico non ha ancora avuto modo di svilupparsi completamente perchè continuo a mancare di autostima. gli impulsi ci sono; per esempio, a volte vedo dei capi di abbigliamento o degli accessori che desidero avere, anche se in parte i prezzi e in parte il fatto che quasi sempre scelgo gli abiti in base al fatto che ci entrino le mie chiappe, non certo perchè mi piacciono e basta, finiscono per farmi scegliere le solite cose piuttosto anonime. ci sono anche le volte però in cui mi butto, specialmente nel caso si realizzi la felice combinazione economicità/larghezza, e così qualche tempo fa mi sono lasciata sedurre da questa sorta di spolverino coloratissimo che aveva la signora marocchina nella sua bancarella. già appena tornata a casa e ripostolo nell'armadio mi sono chiesta se avrei avuto effettivamente il coraggio di mettermelo, poi sabato scorso ho pensato al diavolo e l'ho indossato. dovrei ora fare due piccole divagazioni. la prima riguarda Guchimachi, che ritiene di essere una città ma che fondamentalmente è solo un paesone che gronda di provincialismo da fare paura; se da un lato sono bene accettate le esibizioni di denaro, non altrettanto bene vengono accolte quelle di eccentricità. generalmente fioccano battute di varia intensità, sia in italiano che in dialetto (a seconda da chi le pronuncia), ma il succo è che a stagliarsi al di fuori della massa dei pecoroni un certo coraggio ci vuole. la seconda considerazione riguarda il genere umano. ritengo che grosso modo le persone si possano dividere in quelle talmente concentrate su se stesse che gli altri manco li vedono più, e quelle che non hanno una vita propria e quindi devono costantemente fasi gli affari altrui sennò si annoiano. ovvio che ci sono anche le felici eccezioni, e meno male! ad ogni modo, penso che diventi superfluo preoccuparsi dell'effetto che si fa, visto che un 45% della gente manco ti vede e un altro 45% ti vede ma è pronto a farsi distrarre dal prossimo più eccentrico di te (il restante 10% sarebbe la felice eccezione, ma mi viene il dubbio di essere stata di manica larga). poi ci sarebbe da dire anche della triste abitudine di giudicare le persone solo esteriormente, ma evito perchè non voglio farla troppo lunga. ordunque, sabato scorso sono uscita con il mio spolverino coloratissimo e la prima cosa che ho notato è che erano tutti vestiti di nero, grigio scuro e marrone, con la rara eccezione di un paio di signore in chiaro che evidentemente avevano già fatto il cambio degli armadi. notare che anch'io di solito mi vesto in nero, grigio scuro e marrone, e già il fatto che abbia fatto caso a una differenza che in qualche modo mi riguardava l'ho trovato interessante. nel mio incedere per le vie ho notato diversi sguardi sorpresi, con variazione dal che coraggio ad andare in giro così al questa è pazza. c'è chi, dopo aver sogghignato credendo di non essere visto, ha abbozzato un commento che voleva darmi spago come si farebbe con qualcuno che ha dei problemi psichici e chi mi ha superato con faccia da poker tranne poi mollarmi la frecciatina alle spalle (forse credendomi sorda): la giapponese. ebbene, darmi della giapponese equivale a farmi un complimento, sapevatelo! la conclusione è che questo mondo è triste; siamo affetti dalla peggior forma possibile di conformismo, quello che premia l'ipocrisia e la mancanza di idee proprie, e deride o denigra tutto ciò che è vagamente diverso.
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