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Il mio miglior nemico: il Medio Oriente interpretato a fumetti

Creato il 04 dicembre 2012 da Lospaziobianco.it @lospaziobianco

L’ultima fatica di . pubblicata nel nostro Paese è un saggio storico, pensato insieme ad un noto studioso del mondo arabo, Jean-Pierre Filiu, Il mio miglior nemico: il Medio Oriente interpretato a fumetti> LoSpazioBianco" />> LoSpazioBianco" height="400" width="292" alt="Il mio miglior nemico: il Medio Oriente interpretato a fumetti >> LoSpazioBianco" class="alignleft size-full wp-image-61520" />e primo di tre libri in cui gli autori si propongono di raccontare in maniera organica la storia dei rapporti tra Stati Uniti d’America e il Medio Oriente, a partire dalla fine del ‘700 fino ai giorni nostri.

Questo primo volume, dopo un’introduzione che getta uno sguardo disincantato sulle aspirazioni di potere degli uomini portando ad esempio il racconto mitico della storia di Gilgamesh e Enkidou, racconta in maniera puntuale tutti i passi principali dell’incontro tra il popolo nordamericano e quello mediorientale, iniziando da episodi meno noti ai più, e cioè le aggressioni barbaresche ai vascelli mercantili statunitensi nel Mediterraneo, che costrinsero gli Americani ad interessarsi alle vicende politiche dei “paesi arabi”.
Da quel momento il governo degli USA non smetterà più di interagire con quel mondo lontano, e lo farà sempre più strettamente col passare del tempo, con il delinearsi del ruolo centrale che il Medio Oriente (la cui definizione moderna nasce proprio con gli Americani) andava ottenendo grazie alle sue strategiche risorse naturali, necessarie ai progetti di egemonia mondiale degli Stati Uniti.

Di questo processo il libro mostra le tappe principali. Innanzitutto, la nascita dell’alleanza di ferro tra il governo nordamericano e gli allora poco più che pastori Sauditi, che assicurerà a entrambi una posizione di supremazia nei rispettivi ambiti. Quindi, la tattica della destabilizzazione sovversiva dei Paesi le cui politiche energetiche minacciassero gli interessi economici USA, con il caso dell’Iran e di Mossadeq a fare da prototipo a queste iniziative.
A questo punto terminano le vicende del primo volume.

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Il tutto viene raccontato da David B. con l’idea di usare “immagini forti in una lingua semplice”, per trasformare in uno sguardo analitico le suggestioni oniriche e surreali tipiche del suo disegno.
Sfida vinta, con il racconto che procede sicuro in un dedalo di nomi, luoghi e date, per accumulazioni di immagini simboliche ed evocative che restano impresse nella mente del lettore, servendo a dovere l’idea interpretativa della Storia proposta degli autori.

Dal punto di vista stilistico il disegno di David B. non si discosta molto dai suoi precedenti lavori, con la sua capacità di stilizzare le figure umane e farle muovere, anche numerose, creando eleganti geometrie sulla pagina. Sebbene in questo caso l’approccio “storicistico”, più distaccato dalla materia trattata, lo abbia costretto, insieme a Filiu, ad un lavoro diverso dal solito per “trovare il disegno giusto per l’episodio che si racconta”, come ha dichiarato lui stesso.

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Il risultato, dal punto di vista artistico e storico, è all’altezza della sfida di raccontare, attraverso un segno non realistico, un argomento complesso in maniera chiara e non banalizzante.
Una lettura che mostra ancora una volta l’efficacia della narrazione a fumetti, che riesce ad appassionare oltre che ad interessare. Anche nel suggerire le implicazioni attuali, perché, per dirla con le parole di David B.:

Nei paesi arabi c’è una memoria lunga. In Occidente invece abbiamo cancellato molti avvenimenti”.

Abbiamo parlato di:
Il mio miglior nemico – Storia delle relazioni tra Stati Uniti e Medio Oriente [Prima parte 1783-1953].
Jean-Pierre Filiu, David B.
Traduzione di Giovanni Zucca
, 2012
128 pagine, brossura,  bianco e nero – 18,00€
ISBN: 8817058698

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