L'Africa, con i suoi intrecci di affari e morte che nascono all'ombra dei grattacieli e delle bidonvilles, è lo sfondo di questo romanzo ad alta tensione, che coniuga i ritmi incalzanti di un action movie con la riflessività di grande film d'inchiesta.
Frank de Jung, di mestiere advisor in alternative asset, è a Dubai per chiudere un importante contratto d'investimento, grazie al quale le somme di alcuni oligarchi kazaki si trasformeranno in un fondo per lo sviluppo dell'Africa. Ma l'omicidio di un banchiere manda a monte l'affare e Frank inizia a sospettare di tutti coloro che, insieme a lui, ne sono coinvolti, perché dietro questo business si agitano forze oscure e incontrollabili.
Il mio nome è Frank de Jung è più di un thriller: la storia di un "eroe" ambiguo e spietato, in cui l'universo africano diventa la metafora di una geografia umana e finanziaria allucinata, in cui si mescolano norvegesi con arabi, la Nigeria con Ginevra, i miliardari azeri e kazaki con quelli thailandesi ed egiziani. E allo stesso modo nel libro si intrecciano stili, linguaggi, convenzioni, per offrirci un testo spiazzante e capace di essere letto sotto molteplici, sorprendenti punti di vista.
Recensione
Non è necessario avere particolari conoscenze finanziarie per apprezzare questo romanzo: sarebbe preferibile piuttosto avere una certa dimestichezza con qualche termine inglese, linguaggio di base indispensabile agli yuppie di qualsiasi nazionalità. Il protagonista, ad esempio, è un advisor in alternative asset che, tradotto in italiano, suona come “consulente in investimenti alternativi”. Il che non vuol dire che Frank de Jung telefoni ai potenziali clienti offrendo prodotti finanziari non convenzionali, come potrebbero essere le opere d’arte o gli hedge fund, ma sono le società finanziarie, ivi comprese le banche d’affari, che si rivolgono a lui, ad esempio, per trasformare denaro sporco in prodotti finanziari apparentemente puliti.
Quando vengono sottratte allo Spiral Fund, fondo in corso di costituzione da parte di Frank de Jung, le risorse che dovrebbero renderlo operativo, si potrebbe pensare che ciò avvenga per impedire l’aggiramento delle norme antiriciclaggio. Non è così. Non c’è in questo thriller una lotta dei buoni contro i cattivi perché, come dice uno dei personaggi del romanzo, riferendosi al mondo della finanza,
«Io non credo che ci siano persone cattive. Solo persone che pensano di fare affari migliori.»Per Frank de Jung appare chiaro che a sottrarre il denaro non può essere stata che una persona che abbia partecipato alla costituzione del fondo per conseguire un affare più interessante:
Qualcuno di loro ha fatto il doppio gioco per mandare a puttane l’affare in corso. E quindi se lo ha fatto è per un affare più grande …ma quale? Nel mondo immateriale della nuova finanza potrebbe essere qualunque cosa: l’acquisto di derivati su un prestito, in un attimo ti sei pippato miliardi di dollari, forse li raddoppi, forse perdi tutto. Oppure un’opzione che scade e servono soldi subito, come l’ossigeno, per comprare le azioni. Potrebbe essere tutto.Non è facile per Frank de Jung risalire al colpevole dell’ammanco, ma la sua ricerca coinvolge il lettore con un ritmo sempre più incalzante.
I gruppi finanziari talvolta (o spesso?) non accettano che qualcuno si opponga alle loro operazioni del valore di miliardi di dollari e, in caso di necessità, non si fanno scrupoli a eliminare coloro che possano risultare d’intralcio. È chiaro che non sono i colletti bianchi a fare il lavoro sporco, ma che questo viene demandato alla cosiddetta manovalanza. Ciò che in fondo stupisce è che nel romanzo ci sia praticamente una sola vittima, che è poi colui che risulta aver materialmente sottratto il denaro. Ma Frank de Jung, nella sua ricerca dei mandanti del furto, rischia ogni momento la vita e si accorge di essere nient’altro che una pedina in un gioco di potere a livelli imprevisti.
Frank de Jung, nonostante la giovane età, risulta un protagonista amorale e cinico, non diversamente dagli altri personaggi di questa storia, ed è bravo l’autore nella caratterizzazione della sua personalità e di quella dei personaggi che gli fanno da contorno.
Alla fin fine questo thriller finanziario risulta un thriller psicologico ben scritto, crudo e pieno di suspense. Buoni i dialoghi, caustiche alcune citazioni ed originale l’intreccio.
Unico inconveniente del romanzo è la moltitudine di personaggi che possono essere difficili da memorizzare, specie per coloro a cui piace divorare i romanzi avvincenti in breve tempo.
Giudizio:
+4stelle+ (e mezzo)Dettagli del libro
- Titolo: Il mio nome è Frank de Jung
- Autore: Frank Gonella
- Editore: Wingsbert House
- Data di Pubblicazione: 2015
- ISBN-13: 9788898689842
- Pagine: 203
- Formato - Prezzo: Brossura - Euro 14,00