Magazine Creazioni
Pennelli, stucco, scatoloni, mercatini, macchina da cucire, e un pancino che si sta rapidamente evolvendo in panciona. Ma il trasloco-riarredo è finito.Tutto ciò che non mi serviva più dal vecchio negozio è stato svenduto, ciò che poteva essere recuperato o riadattato è venuto con me, qui, nel mio nuovo laboratorio.Ho sempre desiderato uno studio ampio e luminoso, sullo stampo dei loft cittadini, con quei finestroni enormi e le pareti a mattoncini recuperati e sbiancati, dettagli industrial, tavoli, tanti cassettini, tanto spazio e tanta luce.Niente di più lontano dalla realtà.Ma mai avrei creduto di innamorarmi così tanto di una piccola stanza dal soffitto basso, a livello garage-seminterrato, ma che si scalda così in fretta. Senza finestroni ma con una porticina che mi porta direttamente in giardino, mi fa tenere sotto controllo la via come piace a me e guarda verso la casa dei genitori della mia migliore amica, così vedo subito se c'è o non c'è, se il suo grande si comporta bene o fa i capricci, se la sua pancia è cresciuta. Col pavimento anni 70 e un tavolone in noce piuttosto brutto che però il nonno ci teneva tanto e non l'ho ne buttato ne decapato ma ci lavoro tutti i giorni.Con una piccola finestrina che non porta gran luce, ma comunica col laboratorio di falegname a del paziente condivisore della mia esistenza, e ogni tanto, lavorando, ci bussiamo per dirci ciao. Insomma è mio, completamente mio in ogni più piccolo dettaglio, e non smetterò mai di ringraziare chi ci ha offerto questi spazi, e passa ogni giorno a vedere se abbiamo abbastanza caldo e se vogliamo il the o la merenda o un vasettino di ragù per pranzo.