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Vidi questo film poco dopo la sua uscita e all'epoca non sapevo minimamente chi fosse Daniel Day Lewis o Jim Sheridan ( qui alla sua opera prima) regista che regalato un paio di film per me molto importanti in quel periodo, dalla bellissima tragedia rurale de Il campo, purtroppo una pellicola che non ha avuto le fortune che probabilmente meritava, al celeberrimo Nel nome del padre, forse il suo più bello.
Ignoravo anche chi fosse Christy Brown per cui non avevo idea di che cosa mi stessi apprestando a vedere.
Eppure quel film allora come ora , rivisto a distanza di tanti anni, mi ha colpito sempre nel profondo.
Credo che non ci sia condanna più grave di quella di non riuscire a comunicare col mondo che ci circonda, una cosa esplorata prima del film di Sheridan da capisaldi della mia filmografia come Anna dei miracoli e ..E Johnny prese il fucile e poi dopo anche da Lo scafandro e la farfalla.
Sentirsi lì in mezzo agli altri , capire quello che dicono gli altri eppure non riuscire a farsi sentire, a far comprendere le proprie esigenze, il proprio anelito di libertà.
Quando arriva la possibilità di comunicare , poi arriva tutto. E la vita di Christy Brown, segnata dalla povertà ma comunque sempre dalla dignità , è la storia di un ragazzino che nella sua sfortuna è stato fortunato perchè mai escluso dagli altri componenti della famiglia, anzi protetto e coccolato più degli altri.
Sheridan avrebbe potuto impostare la storia di Christy Brown sul pietismo usando come maglio perforante la retorica della lacrima facile e invece ne sta ben lontano.
Il mio piede sinistro è la storia di un'evasione dal proprio corpo, più o meno una prigione .
In realtà c'è ben poco da raccontare riguardo Il mio piede sinistro , spaccato di vita irlandese a cavallo della Seconda Guerra Mondiale a volte realistico , a volte incline al fiabesco.
E questo perchè il tutto viene oscurato dall'incredibile performance di Daniel Day Lewis. Vederlo recitarlo in maniera così fisica, eppure da fermo, è qualcosa che fa veramente soffrire. E gli si perdona anche qualche eccesso di gigionismo sfrenato ( tipo la scena del ristorante in cui confessa alla sua dottoressa di amarla e lei gli confessa che a breve sposerà un altro) perchè da solo riempie tutta la scena e lascia traccia di sè anche quando in scena non c'è.
Ed è parimenti bravo l'allora tredicenne Hugh O' Connor, nella parte di Christy Brown da bambino, che è veramente commovente in una prova di alta acrobazia recitativa in cui sarebbe stato facile scivolare in modo irrimediabile nella caricatura e nel ridicolo , seppur involontario.
Sheridan non lesina neanche particolari sgradevoli su Christy Brown, la sua irascibilità o il suo amore un po' troppo spassionato per il whisky e forse per questo riesce a organizzare un dramma morale solido e credibile che sfugge i dettami dell'agiografia.
Con questo film è nata una stella.Anzi due.
Oscar a Daniel Day Lewis e all'eccellente Brenda Fricker nella parte della madre.
( VOTO : 8 / 10 )
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