Magazine Diario personale

Il mio rapporto con la tecnologia e i nuovi nativi digitali

Da Mammadesign
Mio marito ha un iPhone, io un vecchio Nokia acquistato nel 2006. Pensavo alle belle foto che si e' in grado di fare con Instagram e alla possibilita' di scattare ovunque e trasferire sui social network in tempo reale. Un sogno! Sono un'amante della fotografia da sempre, ma qualcosa sta cambiando  con l'uso del digitale. Ora molti sono in grado di fare foto veramente belle ed emozionanti grazie all'uso dei filtri di Instagram. Ed io, invece, che scatto, torno a casa, scarico le foto sul pc (quando ho tempo), magari le elaboro o le correggo lievemente per renderle ancora piu' accativanti.  Insomma, un lavoraccio! Il tutto, spesso, per postare soltanto su Facebook, twitter o sul blog. La discussione che ha preso corpo oggi  nel gruppo Professione blogger in proposito mi ha fatto pensare molto. Sono una blogger poco tecnologica, forse anche improvvisata. Ho toccato un computer per la prima volta nel '96, mentre studiavo in Erasmus a Parigi. Prima di allora non sapevo nemmeno usare word; non riuscivo nemmeno ad accendere un pc senza l'aiuto di qualcuno! Di li' e' iniziata l'avventura. Tornata a Firenze, in una facolta' (architettura) ancora votata all'uso delle chine, della matita e degli spolveri, continuavamo ad usare riga e squadra, o il tecnigrafo, almeno quei pochi che avevano la fortuna di avere lo spazio in casa o un luogo alternativo dove tenerlo. Ho fatto un corso di autocad (che fino a quel momento era arabo, per me) all'istituto informatico di ateneo: 2d, 3d, rendering. Pagando. Con i soldi guadagnati con le ripetizioni che davo ai bambini: non esistevano ancora i corsi gratuiti organizzati dalla facolta'. Poi, ho iniziato a lavorare, ho scritto la tesi ed iniziato in questo mondo sconosciuto. Pochi anni dopo mi sono ritrovata dall'altra parte della cattedra, a fare l'assistente all'universita'. E i miei studenti sapevano fare delle cose che io nemmeno mi sognavo.
No, decisamente non sono una nativa digitale. Ci sono arrivata piano piano, con un po' di tanta fatica. Ed oggi ho un blog. Su blogger, eh, mica roba trascendentale. Continuo a conoscere nuovi programmi e nuove piattaforme. Da windows sono passata al Mac. E ora mio marito mi fa invidia con il suo iPhone di ultima generazione! Non perche' e' una moda, macche'. Per le possibilita' che da', la velocita' di applicazione, l'immediatezza d'uso. Sto diventando digital addicted. Bisogna che passi ad uno smartphone, questa e' stata la conclusione odierna. Ah, gia'... ma c'e' mia figlia.  Lei con il mio cellulare ci conversa tutto il giorno, se lo trova in giro per casa. Telefona alla nonna a Firenze, alla cuginetta, parla con Max and Ruby, con la Peppa Pig, con Cicciobello e con i suoi animali di peluche che stanno a due passi da lei. Qualcuno mi ha proposto la soluzione: "dalle il tuo vecchio cellulare e tu prenditene uno nuovo". Un po' costosa, per la verita', come soluzione. Nel frattempo, per caso, girellando in rete, ho trovato questo: Il mio rapporto con la tecnologia e i nuovi nativi digitali

Lo trovate su Etsy, su Princesses Engraving. Un finto cellulare in acero canadese (in realta' un massaggia-gengive), con una finitura in cera d'api, non profumata e non tossica, che potete personalizzare con il nome del vostro bimbo. O della mamma, piu' probabilmente, nel mio caso. Perche' mia figlia, a 4 anni, ormai, non cascherebbe piu' nel tranello: pretenderebbe il mio nuovo smartphone per poter spippolare a suo piacimento e sentire il suono dei click e dei bip sul vero touchscreen.  Loro si, che sono nativi digitali.


Foto: Princesses Engraving, su Etsy

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