Cos’è questo mito fondativo? Un discorso con la calza, il famoso sondaggio telefonico in diretta di Mentana poi rivelatosi falso, pochi mesi di governo in cui non è stato fatto nulla se non una massiccia propaganda del nulla per mettere a punto l’arma mediatica. E del resto le intenzioni di Berlusconi erano sempre le stesse: la discesa in politica per salvare se stesso facendo finta di salvare il paese da un immaginario comunismo che non esisteva più.
Altro che mito fondativo, quelli erano solo i prodromi di quello che vediamo oggi: l’affarismo corrotto e corruttore che tenta di salvarsi anche a costo di buttare a mare le istituzioni e il Paese, l’assenza di politica che ahimè coinvolge anche l’opposizione, un governo fatto di trucchi, di faccende opache, di scambi tra cricche, di degrado sociale. Tutte cose sulle quali s’innesca la degenerazione di un uomo e di un’intera classe dirigente incapace e ruffiana.
Il berlusconismo in realtà trova il suo mito fondativo proprio in questi ultimi due anni, quelli in cui la sua essenza si è manifestata a pieno. La calza usata per spacciare un miracolo fasullo non era che il debutto di ciò che oggi viviamo, una bugia estetica che peraltro rimanda alle notti di Arcore. Non c’è nessuno spirito originario da recuperare, nessuna speranza logorata, nessun tralignamento, c’è anzi la radicalizzazione del solo progetto in campo: la salvezza di Berlusconi e più in generale della corruttela come strumento di economia e di governo. Il liberismo all’italiana.
Certo gli aruspici e i sacerdoti del berlusconismo con questa balla del mito fondativo si stanno preparando l’alibi nel caso i piani del Cavaliere andassero male, si costruiscono una verginità ideale, parlano dello spirito del ’94 che la malvagia sinistra ha impedito si realizzasse. E con questo, mentre timidamente cominciano a prendere le distanze, partecipano a pieno del reale mito fondativo: la menzogna.