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Il momento della vergogna – “Magic Mike”

Creato il 19 settembre 2012 da Borga007

Il momento della vergogna – “Magic Mike”Quando davanti ad uno piccolo televisore che ne stava trasmettendo il trailer, ho detto ad una mia amica “Eh, questo devo vederlo” e ho ricevuto come risposta un secco “Ma stai scherzando, vero?”, non potevo pensare di spiegare le motivazioni per cui avrei voluto vedere realmente questo film. Poche motivazioni ma ci sono.

Non potevo dirle che avrei voluto vedere la nuova pellicola di quel regista famoso, né che avrei voluto vedere come quell’attore più o meno recitasse in lingua originale e né che avrei voluto paragonarlo ad uno dei miei film della mia infanzia. Ma soprattutto, e che questo sia chiaro per tutti, non lo volevo vedere per osservare maschioni oliati perbenino che si aggirano per lo schermo per più di un’ora e quaranta agitando il bacino con continue allusioni sessuali. Quello proprio no.

Allora. Io sono Steven Soderbergh. Vengo da un film piuttosto inutile (Contagion) e un film platealmente merdoso (Knockout – Resa dei Conti). Cosa posso fare per riportare la gente al cinema facendo anche in modo di mostrare che sono ancora vivo e che faccio film? Prendo cinque bei maschioni più o meno emergenti, li cospargo saltuariamente di sudore, li filmo mentre rimorchiano ragazze o muovono il proprio apparato riproduttore con foga davanti a platee femminili e il gioco è fatto. Così nasce Magic Mike ovvero quello che dopo che ogni ragazza, dopo averne visto il trailer, ha detto “Uuuh, figo un kappa! Quello lo andiamo a vedere, sis!”. Caro Steven, ma questo è scorretto. Si chiama barare.

Il momento della vergogna – “Magic Mike”

Sottili metafore pervadono ogni singolo fotogramma di questo film.

Certo, sono uno spettatore maschile e non posso essere totalmente imparziale nel trattare una pellicola del genere considerando che per un’ora e quarantacinque minuti si vedono omoni super fisicati che ballano la lap dance, rimorchiano come macchine e si trastullano l’un l’altro dicendosi quanti soldi si fanno agitando il proprio ammennicolo. Quindi ho voluto prendere coraggio, cercando di sorvolare sui fisici e sul nervoso che essi mi provocavano causa immediata gelosia pesando io sessanta kili scarsi, e ho deciso di affrontare questo film con un semi serio approccio antropologico. Ma l’unica cosa che sono riuscito a comprendere dopo meno di due orette è che Steven Soderbergh è un vigliacco e uno stronzo allo stesso tempo. Vigliacco perchè usare espedienti del genere per attirare il pubblico femminile nelle sale è un colpo basso. Stronzo perchè, e mi fa arrabbiare persino pensarlo, in fondo in fondo è stata una mossa non stupida per incassare soldi facili.

La pellicola in sé è una cacata pazzesca: la storia è di una banalità e di una superficialità enorme che spesso si ripete in attesa che lo sceneggiatore inventi qualcosa per portare avanti la vicenda. Vicenda che evolve lievemente, ma molto lievemente, dopo un’ora e venti minuti su un’ora e quarantacinque, titoli di coda compresi. Ora e venti minuti in cui vediamo le cose in questa semplice sequenza: Mike trova Adam e lo inizia al mondo dello striptease, Adam e Mike strofinano il proprio infundibolo contro le ragazze di turno, Adam e Mike rimorchiano, la sorella di Adam, Brooke, si arrabbia perchè quella vita non fa per lui, Adam e Mike tornano ad scuotere il proprio uncino contro pubblici femminili, Adam e Mike rimorchiano di nuovo, Brooke si arrabbia ancora con Adam. Tutto così per un’ora e venti fino a quando Adam comincia ad usare ecstasy.

Il momento della vergogna – “Magic Mike”

Questa pellicola si basa sicuramente sulla recitazione.

Alcuni di voi cominceranno a pensare “Eh? Ecstasy?! Allora da lì in poi delirio.. Succederà un gran casino!”. No. Praticamente nulla. Adam perde la propria busta di pasticche che non ha ancora pagato, dei grossi ceffi vanno da Mike che gli ribaltano casa per cercare Adam e Mike paga le pasticche perse, appartenenti ai grossi ceffi, con i risparmi di sei anni che gli servivano per mettere su la propria attività. Chi si aspetta una reazione drammatica a questi eventi rimarrà deluso quando vedrà che nella scena direttamente successiva troviamo Mike e Adam che bevono una birra amichevolmente in un bar sul lungomare. Bene. Perfetto. Insomma, il tuo adepto si impasticca e ti ha preso per il culo, ti hanno devastato casa, hai perso tutti i risparmi di una vita, non puoi più aprire l’attività dei tuoi sogni e tu bevi tranquillamente una birra con lui, sorridendo. Dio! Mi sta scoppiando la testa!

Visto che la sceneggiatura non è delle migliori ma possiede più buche della strada che faccio per andare al mare e un finale a tratti sconclusionato e a tratti assolutamente prevedibile, mi sono detto che forse il punto di forza sono gli attori e le loro interpretazioni. Channing Magic MikeTatum è decente quando parla. Insomma, a tratti mi verrebbe voglia di abbracciarlo, non so perchè ma mi fa troppa tenerezza. Poveretto, lui ce la mette tutta, aiuta tutti e in dieci minuti gli cade il mondo addosso. Poi c’ha quella facciotta da “Uff, tutti sono contro di me” che, boh, sembra un cane bastonato e fa tanta tenerezza. Certo, ha praticamente solo quell’espressione ma da un film con gli spogliarellisti cosa vi aspettavate? Poi abbiamo Alex AdamPettyfer. Un ragazzo che ha interpretato Alex Rider in Stormbreaker tratto dal primo libro di una saga per adolescenti e che ha incassato così poco che ha impedito la produzione di ulteriori sequel. Un ragazzo che ha interpretato John Smith in Sono il numero quattro tratto dal primo libro di una saga per adolescenti e che ha incassato così poco che ha impedito la produzione di ulteriori sequel. Insomma, il ragazzo non è proprio garanzia di successo. Poi abbiamo Matthew DallasMcConaughey che viene da anni di fotografie su un divanetto per un noto profumo di cui ora non ricordo il nome. E qualche altro attorucolo fisicato che serve solo per mostrare che, primo, nello strip club non ballano solo in tre, secondo, che gli addominali li hanno anche gli altri e, terzo, che si condividono le mogli con il resto della compagnia di spogliarellisti. Come scusa?

Quando ero piccolo al cinema uscì Full Monty ovvero la storia di un gruppo di uomini che, in gravi difficoltà economiche, decidono di esibirsi in spogliarelli nel locale del paese per arrotondare lo stipendio. Quello ha una buonissima sceneggiatura. Magic Mike no. Quello si regge sulle interpretazioni tra cui spicca un ottimo Robert Carlyle. Magic Mike no. Quello ha un ottimo finale, degli ottimi colpi di scena e un coinvolgimento emotivo che non sia eccitazione nel vedere omoni muscolosi. Magic Mike, beh, no. Questa è la dimostrazione che il film di Soderbergh non è altro che un bieco trucchetto per incassare facile portando ragazze più o meno arrapate al cinema. Perciò, parlando in gergo tipico da critica cinematografica, non mischiamo la merda con il cioccolato anche se il colore è il medesimo.

Però, noi pubblico maschile, sappiamo benissimo che queste cose lasciano completamente indifferenti il pubblico perlopiù composto da soggetti di sesso femminile che si lanciano nella sala cinematografica per vedere due o tre addominali di qualche attore famoso al semplice scopo di ululare alla loro vista. Certo, questa è una pseudo recensione di parte, mi sembra che si sia capito. Perciò, popolazione maschile mondiale, ripudiate questo film e non andatelo a vedere. A meno che non piaccia anche a voi vedere il manfano dell’attore di turno che si agita davanti a voi dentro la larga mutanda. Concludendo, oggettivamente, questa pellicola non è nulla di indimenticabile, le sequenze di ballo sono piuttosto ripetitive, le storie personali rasentano lo zero di interesse e le soluzioni registiche per niente innovative. Ragazzi, girate al largo.

Come scusa? Channing Tatum vuole dirigere Magic Mike 2? Mavaffan…

Il momento della vergogna – “Magic Mike”



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