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Il momento di cambiare

Creato il 02 novembre 2012 da Bagaidecomm @BagaideComm
IL MOMENTO DI CAMBIAREGherardo Colombo è stato uno dei più grandi Magistrati che questo Paese abbia mai avuto. Poi, poco dopo essere stato nominato Consigliere presso la Corte di Cassazione, ha deciso di abbandonare la magistratura perché, paragonandosi ad un idraulico, “per 33 anni mi sono occupato del rubinetto della cucina. Alla fine, per quanti sforzi si facessero, la giustizia continuava a non funzionare e mi sono chiesto: non è che c’è da guardare qualche cosa prima? Ho seguito le tubature e mi son trovato davanti al rubinetto centrale: la relazione tra i cittadini e le regole.” Ha così deciso di intraprendere un lungo cammino orientato alla formazione e all’educazione alla legalità, tanto che nel 2008 ha ricevuto il “Premio Nazionale Cultura della Pace”. Nel corso di questo suo cammino si è fermato anche nella sede di Sant’Abbondio dell’Università degli Studi dell’Insubria. La conferenza del 31 ottobre (“Il Perdono responsabile: si può educare al bene attraverso il male? Le alternative alla punizione e alle pene tradizionali”) si è rivelata all’altezza delle aspettative: interessantissima.Le due ore e trenta trascorse con l’ex P.M. sono state piacevolissime sia dal punto di vista dei contenuti che da quello dello stile (il Dottor Colombo si è dimostrato abilissimo oratore). I presupposti dai quali è partito il suo ragionamento sono stati l’articolo 3, con particolare attenzione al carattere della dignità sociale dei cittadini, e l’articolo 27 della Costituzione (mettendo in risalto il principi di senso di umanità e la funzione rieducativa della pena). Due sono state le domande fondamentali: il sistema carcerario italiano può dirsi coerente con il principio di dignità delle persone? Si può arrivare al bene attraverso il male? Alla fine sono emerse delle conclusioni tutt’altro che banali. Per prima cosa ci si è resi conto che il sistema attuale non è sicuramente il migliore: come è possibile definire rispettosa del senso di umanità una cella costruita per ospitare 4 persone e che in realtà ne ospita 8? Com’è possibile ritenere rispettata la dignità umana di un detenuto nel momento in cui gli si concede la possibilità di incontrare la moglie per 6 ore al mese? Ma soprattutto sono stati messi in risalto i risultati imbarazzanti che si ottengono attraverso il ricorso alle patrie galere: il tasso di recidiva è di circa il 70 %. Alla base di tutto troviamo l’inadeguatezza dei nostri modelli educativi. Se si punta ad educare i soggetti attraverso l’obbedienza alle regole (per la quale è necessario un forte controllo) anziché puntare sulla responsabilizzazione, non ci si può sorprendere che il rapporto tra molti cittadini e le regole appunto sia malato. E’ dunque essenziale agire non a valle (con le sanzioni) ma a monte rispetto al problema (attraverso la sensibilizzazione). Se si vuole educare alla responsabilità, è necessario creare responsabilità. Bisogna quindi fare in modo che le persone si rendono conto che, quando compiono determinate azioni, stanno facendo il male. Lo strumento che il Dottor Colombo ritiene più utile per raggiungere questo scopo è la Mediazione Penale. Probabilmente, e lo stesso Colombo lo ha confermato, i tempi non sono ancora maturi per dar vita ad un tale cambiamento di mentalità, ma alla fine nessuno nel lontano 1600 avrebbe ritenuto possibile rinunciare alla tortura in ambito penale.Non so cosa accadrà in futuro e non so se quella della mediazione sia una via percorribile (come tutte le cose ha i suoi pro ed i suoi contro), ma di sicuro è giunto il momento di riflettere su tutto ciò. Il compito che Gherardo Colombo ha deciso di portare avanti è di quelli tosti. Ma, dopo aver avuto l’onore di sentirlo parlare, sono convinto che riuscirà nel suo intento. 
 Carlo Battistessa

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