Fidenza, il municipio in giorno di mercato
1952 olio su tavola di Ettore Ponzi
Pubblichiamo sotto l'intervista integrale che il sindaco mario Cantini ha rilasciato al quotidiano online Parma-Daily facendola precedere da alcune, poche, considerazioni su alcuni passaggi che riteniamo particolarmente interessanti. "Vincendo abbiamo ereditato il governo di Fidenza, non abbiamo ereditato Fidenza, come forse qualcuno pensava." con queste parole il Sindaco Mario Cantini archivia il suo tribolato rapporto con chi all'interno del PdL ha esplicitamente richiesto le sue dimissioni. Riguardo alla continuità con la precedente amministrazione di sinistra che gli viene attribuito il Sindaco risponde: "Abbiamo ricevuto una quantità industriale di opere e interventi incompiuti ed era nostro dovere portarli a compimento, anche se noi non molte di quelle scelte non le avremmo mai fatte." In questo modo dichiara il proprio realismo, ma vuol anche dire questa amministrazione, che andrà a finire nel 2014, è da ritenersi una fase transitoria. Il vero cambiamento di "uscire dalla sindrome del “paesone” e puntare ad essere città, esercitando il ruolo di polo ordinatore del territorio che le compete" non si improvvisa nello spazio di una amministrazione. Il messaggio è quindi quello di una ricandidatura qualora ne esistano i presupposti, l'intervista si conclude infatti così: "credo che se saremo in grado di creare un movimento trasversale che sappia portare avanti un progetto di gestione sobria, credibile e sostenibile io ci sarò". Per quanto riguarda l'attuale opposizione Cantini non da l'impressione di temerla ed afferma che questa: "scimmiottando i grillini e dimenticando che, come è ormai noto, gli elettori preferiscono l’originale alla fotocopia". Ed a sentirli quelli del Movimento 5 Stelle danno l'impressione di accettare la sfida, tutta civica stavolta.
Intervista a Mario Cantini, sindaco di Fidenza, di Andrea Marsiletti- ParmaDaily :: Quotidiano online di Parma
Sindaco, l’Amministrazione comunale di Fidenza starà in piedi dopo l’uscita dalla maggioranza di alcuni consiglieri comunali del PDL? Le condizioni nelle quali ci troveremo ad operare, con un solo voto di scarto, saranno sicuramente difficili e impegnative; oggi siamo, però, 11 persone compatte e determinate a portare avanti il nostro progetto di città. Ci siamo liberati della zavorra che impediva il libero dispiegarsi della nostra azione amministrativa. Penso poi che non sarà così semplice per i nostri oppositori dire sempre no. Proposte che andranno nell’interesse di Fidenza non potranno essere respinte tanto facilmente. I cittadini sanno giudicare e lo hanno dimostrato nel 2009 a Fidenza e pochi mesi fa a Parma. Pensi che il rapporto con il PDL sia definitivamente compromesso in vista delle prossime elezioni comunali? Quando si raggiungono certi livelli di conflittualità è per me impossibile ricucire; peraltro il problema non è con il Pdl in quanto tale, ma con le persone che oggi lo rappresentano e con personaggi di contorno con i quali non vedo margini di collaborazione. Loro sono interessati solo al partito, noi invece siamo interessati alla partita che si deve giocare per il futuro della nostra città. Vincendo abbiamo ereditato il governo di Fidenza, non abbiamo ereditato Fidenza, come forse qualcuno pensava. Mi accusano di essere in continuità con le scelte del centro sinistra; ma cosa avrei dovuto fare? Abbiamo ricevuto una quantità industriale di opere e interventi incompiuti ed era nostro dovere portarli a compimento, anche se noi non molte di quelle scelte non le avremmo mai fatte. La lealtà, l’affidabilità e lo spirito di squadra che hanno espresso i rappresentanti della Lega sono stati, invece, un esempio virtuoso del modo in cui si deve stare in una coalizione. La tua amministrazione in cosa si è realmente posta in discontinuità con le precedenti amministrazioni di centrosinistra? Io ho sempre pensato ad un’Amministrazione che metta tutti nelle stesse condizioni di partenza e che decida scollegata dalle appartenenze. E’ questa l’essenza del civismo, mettere al centro il cittadino, dicendogli anche no, quando l’interesse pubblico lo richiede. A fronte di tanti esempi negativi, avere tenuto i conti in ordine e aver rispettato il patto di stabilità è motivo di orgoglio. Qualcuno sostiene che anche gli altri lo avevano fatto, ma dimentica che mai così alti sono stati i tagli alla finanza locale; a noi è mancato 1 milione di euro e gli oneri urbanistici sono scesi da 3 milioni di euro a 1 milione di euro. I nostri predecessori ci hanno lasciato anche 43 milioni di euro di mutui da rimborsare. La nostra non è una visione ragionieristica, ma l’agire del buon padre di famiglia che spende quello che ha e si indebita nei limiti della sua capacità di rimborsare il debito senza intaccare i bisogni essenziali. Quali sono i progetti che hai realizzato o impostato di cui vai più orgoglioso? Ci siamo occupati dei settori dimenticati: i cimiteri, le frazioni. Abbiamo completato la messa a norma delle nostre scuole che sono tutte antisismiche e bonificate dall’amianto. Abbiamo venduto ai privati la partecipata Comeser che perdeva 2.000 euro al giorno e che oggi produce utili. Abbiamo consolidato la raccolta differenziata che è arrivata al 74%, il miglior dato in Regione per Comuni delle nostre dimensioni. In definitiva abbiamo abbandonato la “cultura” delle grandi opere e delle scelte epocali, che volevano solo segnare simbolicamente le manie di grandezza degli amministratori. Anzi, in futuro, vista la situazione, chi amministrerà la città dovrà pensare a come mantenere il patrimonio immobiliare pubblico, il decoro della città e un sostenibile sistema sociale e di welfare. Ricordo, infine, che con noi le spese di rappresentanza sono da passate da 25.000 euro a 3.000 euro all’anno… Che giudizio dai sulla qualità dell’opposizione di centrosinistra? Qualità è una parola grossa. Ritengo che il PD non abbia ancora elaborato il lutto della clamorosa sconfitta di tre anni fa. Si è mosso con modalità rancorose di opposizione a prescindere; ha scelto la strada della ricerca del cavillo. A volte sembrano la Santa Inquisizione. Manifestano ancora quella supposta superiorità etica e intellettuale che caratterizza una visione elitaria della politica, lontana dai problemi reali della gente. La maggior parte delle persone mi chiede quale sarà l’aliquota dell’IMU e se sono in previsione investimenti che creino posti di lavoro per i loro figli. Dopo avere riempito di cemento Fidenza, si ergono oggi a paladini del “cemento zero”, scimmiottando i grillini e dimenticando che, come è ormai noto, gli elettori preferiscono l’originale alla fotocopia. Ti ricandiderai, a quali condizioni? I miei famigliari e gli amici più cari me lo sconsigliano caldamente! Ma chi mi conosce sa che non mollo facilmente la presa e credo che se saremo in grado di creare un movimento trasversale che sappia portare avanti un progetto di gestione sobria, credibile e sostenibile io ci sarò. Fidenza deve ancora uscire dalla sindrome del “paesone” e puntare ad essere città, esercitando il ruolo di polo ordinatore del territorio che le compete.
Andrea Marsiletti