Corrado Augias e Michele Mirabella, ospite a “Storie – diario italiano”, affrontano in modo gradevole i temi che ci circondano nella quotidianità. Come due vecchi conoscenti, nel salotto televisivo si scambiano battute e opinioni. Lo spunto di questa amabile conversazione viene dal libro: “Cantami o mouse”, scritto dal profesionista tv e professore Mirabella, che presenta la particolarità di parlare del mondo di oggi attraverso gli antichi. “Tutto il sedimento delle letture e delle riflessioni, che discendono dalla mia formazione classica-umanistica, spiega l’autore, è stato organizzato in una lunga riflessione sul mondo moderno e mi sono chiesto cosa direbbero gli antichi se ci osservassero”?
Che figura ci faremmo se ciò si avverasse? Non sempre bellissima, se pensiamo al modo con cui è stato liquidato Osama Binladen, la morte del dittatore, il volto tumefatto è stato mostrato al mondo, “la sofisticata tecnologia ci convince ad usare la “violenza intelligente” invece è antichissima, gli dei erano degli esecutori precisissimi e intervenivano senza sporcarsi le mani perchè il lavoro sporco lo facevano fare agli altri”. Niente di nuovo, dunque.
Nessuno meglio degli antichi riesce a spiegarci il mondo di oggi. Cleopatra, la regina egizia che ha saputo trasformarsi in un’icona immortale, può insegnarci le regole del marketing più di tanti incravattati consulenti aziendali. Il mito della mela della discordia getta una luce tutta nuova sul matrimonio di William e Kate e sulle natiche della cognata Pippa, che ha un nome che è una lallazione oltre ad essere un vezzeggiativo oppure un articolo noioso o moscio, per non parlare nel linguaggio giovanile che è “altro”. Forse le chiappe di Philippa hanno poteri soprannaturali, perché hanno calamitato lo sguardo di tutti i media che hanno dedicato ampio spazio oscurando l’altro evento mediatico della bella romantica favola d’amore. Ha camminato dietro alla sorella tanto bene da sorpassarla nelle preferenze degli inglesi e piano piano è diventata un fenomeno mediatico a livello europeo. E non di certo per la simpatia. In primo piano infatti c’è il suo “reale” lato B che ha campeggiato su tutti i tabloid britannici e non solo. E’ rimasto talmente “impresso” agli spettatori tanto da aver scatenato la corsa dal chirurgo estetico per le donne del regno unito (gli interventi sono in crescita del 60%): il pacchetto “Pippa” per un posteriore perfetto è tra i più gettonati. Il”culo” in tv, è il compendio di una mentalità, la metamorfosi del linguaggio condanna il turpiloquio televisivo ma “c’è una specie di narcosi, a furia di ripetere volgarità ci si abitua e si pensa che sia normale, il linguaggio andrebbe moderato con disciplina perché oggi la lingua italiana non segue più regole”.
La lingua è fragile e attenua il significato delle parole. Parolacce che un tempo facevano drizzare i capelli oggi sono accettabilissime, la lingua si adatta e lo scandalo diventa normalità. Lo si sente dal linguaggio ormai corrente dei suoi esponenti politici più in vista, un linguaggio volgare, nel senso letterale del volgo, appunto. In realtà è un inganno: più la politica non sa argomentare e affrontare i grandi problemi, più aggredisce con la finta intimità dello scurrile. La gente scambia la volgarità per genuinità; invece è un trucco per sottrarsi alle spiegazioni. Se si dà dello “stronzo” a un collega politico, ci si sottrae all’onere della dimostrazione. E soprattutto distrae e diverte la gente che ormai non fa neppure più finta di scandalizzarsi. In questo caso la tecnologia diffonde questa abitudine.
Ma quando la tecnologia fa bella figura e diventa uno strumento comunicativo d’eccezione? Nel passaparola moderno: il web 2.0, le chat, i forum, la comunicazione collettiva che scavalca l’obsoleto potere informativo. Il web è un mezzo trasmissivo, serve a trasferire le informazioni a una molteplicità di pubblico: ha cambiato i processi comunicativi, imponened
o un paradigma relazionale. I social media non sono una panacea ma una rete con un processo relazionale che si replica con i propri difetti. Bisogna perciò comprendere l’obiettivo e la modalità della comunicazione, cercando di capire cosa interessa per arrivare alla padronanza delle potenzialità. Il saper condiviso può liberarre gli uomini, internet è un ‘arricchimento del patrimonio comunicativo, dobbiamo saperlo usare. Viviamo in un’epoca benedetta dalla tecnologia dobbiamo beneficiarne.Nessuno meglio di Michele Mirabella, il “professore” della televisione italiana, esperto e appassionato di cultura classica e docente universitario di sociologia della comunicazione, poteva fare un libro come questo.