Magazine Cinema
Womb – 2010, 111’. Regia di Benedek Fliegauf .
In questo film succede una cosa ( diciamo due ) che dovrebbe sconvolgere, ma che viene raccontata con la stessa placida grazia con la quale il film parte. Due bambini crescono assieme, poi lei parte, torna dopo 12 anni e i due si ritrovano, e diventano amanti. Poi lui muore ( preso sotto da un’auto ) e lei decide di farlo clonare e di partorire il clone, che crescerà e diventerà amante a sua volta di una giovinetta che passa da quelle parti. La vicenda viene anche narrata in una sorta di mondo a parte, una casa sul mare, nel Nord Europa, dove gli unici contatti sono con qualche bambino amico del clone e le mamme dei suoi amici, per cui apprendiamo che i cloni ( le copie ) sono emarginati dalla vita sociale, per quanto abbiano gli stessi diritti, almeno da ciò che si intuisce. La vicenda dunque è tutta giocata sul piano personale-famigliare, tanto più che il ragazzo solo alla fine saprà chi è veramente. Nelle scene iniziali e nella inconsapevolezza c’è tutta la bellezza possibile. Nei pensieri di questa donna amante e poi madre del proprio amante c’è l’incrinatura irrisolvibile del tempo che non lascia scampo e dell’unicità che l’esperienza dona alla nostra vita.
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