Magazine

Il mondo nuovo ( aspettando il 3d )

Creato il 01 maggio 2012 da Frogproduction
IL MONDO NUOVO ( ASPETTANDO IL 3D )
 
Diaz – don’t clean up this blood. 2012 ITA e pezzi d’Europa per i permessi più agevoli da ottenere, 127’. Regia di Daniele Vicari. Fra i vari pensieri uno è stato quello che “esce Diaz, me lo vado a vedere al cinema che ho proprio voglia, e poi ci faccio una bella recensione”. Un altro è stato, in corso di visione, “certo che avere interesse per un evento a cui non ho partecipato, di cui ho visto un sacco di immagini, terribili e deprimenti, al punto di andare al cinema per sorbirmi lo strazio di quello che non si è visto, così poi ne posso pure parlare, ma insomma tutto ciò a qual senso?”. Fa niente, ognuno c’ha le sue. Il film attanaglia pian piano, poi si può piangere a dirotto o trattenersi, ma c’entra pure la tensione, tra squarci metropolitani, ripartenze à la Elephant ( cioè far vedere la stessa scena con altri punti di vista, ovvero di altri personaggi ), crescendo Hosteliani ( Hostel è un film dell’orrore in cui dei ragazzi vengono torturati, e la macchina da presa scorre lungo le celle in cui avvengono le torture ) e scena finale da liberi tutti. Si potrebbe dire che un altro pregio è che è così forte che nessuno ha voglia del dibattito dopo. Volendo dargli un’inquadrata stilistica o narrativa, fra i pareri vari raccolti in giro c’è chi sostiene che sia troppo incentrato su un fatto particolare da sembrare assurdo, ma in realtà chi lo è andato a vedere probabilmente una certa idea ce l’ha e chi no avrà tutta la voglia di provare ad allargare lo sguardo. C’è una bottiglia vuota che ritorna spesso, al rallentatore, volteggia, lanciata da qualcuno, ritorna come un falso pretesto a tenere i fili del racconto. A me è parso un buon film che aveva un obiettivo ben preciso e l’ha raggiunto, attraverso le immagini anzitutto. È vero che si concentra su un episodio all’interno di tre giornate senza dare conto del perché delle giornate, ma lo sguardo è chiaramente improntato per una visione ampia, per cui il “fatto” è espresso dalla furia cieca ma è chiaramente originato dalla furia lucida e criminale dei piani alti. Lo sconsiglio ovviamente a chi non sopporta la violenza e le umiliazioni sullo schermo. Non è che io ci goda comunque. La musica è di Teho Teardo, e porcaccia, a parte che l’ho riconosciuto dalla prima nota, è bravo, davvero. Crea un impasto drammatico attraverso il registro grave degli archi, con la chitarra mi pare classica a impreziosire il tutto. Scuote e lascia vibrare le corde come si deve, fino all’ultima inquadratura fra i monti, con innegabili e piacevoli echi Morriconiani, che possono fare da tramite per quel cinema impegnato di un tempo e questo tentativo odierno, con rinnovato stile.
 
IL MONDO NUOVO ( ASPETTANDO IL 3D )
Black Block. ITA 2011, 76’. Regia di Carlo A. Bachschmidt Questo documentario offre le testimonianze di alcuni presenti alla Diaz la famosa notte e alla caserma di Bolzaneto poi. È stato trasmesso da rai tre qualche giorno fa. È un utile controcanto, sussurrato e dolente, con un pianoforte sullo sfondo che ricorda quello di Trent Reznor in The social network. Le parole di persone provenienti da varie parti d’Europa ritrovatesi a condividere un trauma, ad elaborarlo, per poter magari essere d’aiuto ad altre persone nella loro situazione. Interviste effettuate all’interno di un edificio che sembra abbandonato, con alcuni oggetti che suggeriscono gli eventi, un po’ nascosti, quasi non ci si fa caso.
Poi: una buona recensione con vari spunti per altri documenti filmici, una pagina per un chiarimento linguistico non richiesto e un saggio interessante. Con alcuni spunti comici tra l’altro, come i regolamenti per le forze dell’ordine in libera uscita. Tempo fa era sconsigliato fare cose come fumare in pubblico, e ci sta; trasportare pacchi voluminosi, mah; bere dalle fontanelle. Poi, alle feste, chiedere di ballare alle donne più trascurate. Applausi.
Bonus track ( visti dal vivo, che vale doppio ).


Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :