una scena del film che venne tratto
da questo libro
ho già detto del mio amore per Edogawa Ranpo e non posso che ribadirlo anche in questo caso. Il mostro cieco è la storia di un massaggiatore abile ma privo della vista, un riccone impoveritosi a causa delle sue stravaganze, per giunta bruttissimo. costui desidera, anzi brama possedere una ballerina bellissima, e riesce a trarla nella sua rete. fattala sua prigioniera all'interno di una stanza che ha fatto costruire secondo le proprie direttive e che ha prosciugato i suoi capitali, l'attira nel suo mondo che è fatto di piaceri puramente tattili; i due consumano la propria passione fino a che l'uomo non si stanca e l'uccide, facendola poi a pezzi e seminando le varie parti in modi abili e addirittura spettacolari. naturalmente non è finita qui, perchè il mondo è pieno di donne bellissime che suscitano le voglie malsane del massaggiatore psicopatico. allora: se ci si aspetta un romanzo gore sullo stile di quelli americani, meglio lasciare questo libro sulla scaffale della biblioteca (in libreria difatti non si trova più). Edogawa Ranpo ha un grande potere evocativo, o forse è la mia mente malata che è in sintonia con le perversioni che egli descrive, sta di fatto che quando leggo le sue cose non posso fare a meno di sentirmi affascinata. e anche un po' nauseata, il che del resto fa parte del piacere del tutto. la stanza segreta del maniaco per esempio è una roba da ricovero psichiatrico, non del protagonista del libro ma di chi il libro lo ha scritto e che di conseguenza è l'autore di una tale fantasia, che sta fra l'abominevole e il sublime: una di quelle cose che le leggi e ti rimangono sotto pelle perchè sono al contempo disturbanti e strabilianti. l'ingegnosità con cui l'assassino si libera delle parti dei cadaveri poi è di per sé un'opera d'arte.