Il mostro della laguna

Da Teoderica
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e troverete il Mostro della laguna.
Il mostro è approdato a Ravenna durante i festeggiamenti della Notte d' Oro , lo scorso 8 ottobre a Ravenna al Museo d' Arte della città.
Grande il mio stupore quando ho visto la sagoma di circa 5 metri, col mostro che ondeggiava su uno specchio di acqua rettangolare, bello e mostruoso innalzava pinnacoli acuminati mentre le squame brillavano di colori diversi, egli soffiava come un mantice e una voce dal suono misterioso e gutturale usciva da una bocca che era come un antro oscuro.
Cosa è il mostro della Laguna?
E un'opera d’arte e d’ingegno, una formidabile avventura in cui arte, design e tecnologia si fondono alla ricerca di un linguaggio nuovo per far interagire due materie antiche ed opposte: l' acqua e il vetro.
Uno scheletro in acciaio, un’epidermide di vetro di Murano, realizzata dal Maestro Nicola Moretti , ed un’innovativa anima tecnologica danno vita alla creatura magica nata da una leggenda raccontata da Alberto Toso fei. .
Ecco cosa racconta la leggenda:

Un mostro liscio e nero, dal grande corpo di serpente e dalla testa di cavallo. È la terribile visione che potrebbe apparire a chi si affacci da Punta della Dogana. Leggenda vuole infatti che in una grande cavità posta sotto questo luogo, sicuramente uno dei più panoramici e suggestivi di Venezia, dimori una terribile creatura, simile a un enorme serpente di mare. Il mostro delle acque nere , così come è chiamato, si farebbe vedere molto raramente, e solo nelle notti senza luna, quando il vento increspa le acque rendendo indistinguibili le forme che vi si muovono.

L’ultimo avvistamento risale agli anni Trenta, quando due pescatori – intenti con una piccola lampada a catturare qualche seppia – raccontarono di aver visto il mostro, a pochi metri da loro, aprire una bocca spropositatamente larga, inghiottire un gabbiano, e cercare di azzannarne altri, prima di inabissarsi. Dell’essere marino i due ricordavano i “bianchi denti a sega” e “gli otto metri di lunghezza, con un diametro di circa un metro nella parte più grossa”. Nel muoversi, il corpo della creatura “ondulava ritmicamente”, e la testa era apparentemente appoggiata sul pelo dell’acqua. Il nome di “mostro delle acque nere” deriverebbe da questa propensione a uscire quando l’acqua del bacino è molto scura, mancando in cielo la luce della luna.

(tratto da "I segreti del Canal Grande" di Alberto Toso Fei)


immagine " Il Mostro della Laguna"


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