Che la burocrazia sia un mostro che ingoia tutto e tutti è arcinoto. Kafka era un maestro nell’evidenziare le contraddizioni della burocrazia, al punto che su di lui è stato coniato l’aggettivo “kafkiano” che indica proprio un paradosso burocratico.
Naturalmente si pensava che con la informatizzazione dei sitemi amministrativi, il mostro sarebbe stato sconfitto, insieme alla valanga di carta e alla marea di inchiostro su cui navigavano i nostri incubi burocratici cartacei di un tempo.
Invece la burocrazia informatica è peggio della sua antenata cartacea, perchè non è impersonata da insensibili ed inflessibili burocratici dalla faccia di pietra ma bensì da misteriosi call centers, impenetrabili barriere elettroniche e misteriose tastiere su cui occorre digitare altrettanto misteriosi codici alfanumerici generati da mostri sconosciuti ed imperscrutabili.
Uno dei prodotti più autentici della burocrazia informatica è il PIN, un numero segreto che rischi di dimenticare e se lo trovano gli altri son dolori; spesso però con te non funziona e ti si ritorce contro.
Nella prima commedia che scrissi per i miei studenti, ormai più di dieci anni fa e che si intitolava “La Ricreazione è finita” trovava posto un simpatico paradosso di natura kafkiana, peraltro non molto lontano dalla realtà di certe mie esperienze dirette in materia di burocrazia ministeriale, che mi è tornato alla mente mentre questi giorni scorsi tentavo inutilmente di abilitare il PIN Inps di mia madre.
Il sistema mi chiedeva di digitare la prima parte del PIN (che mi era stato fornito dal sistema medesimo); io lo immettevo ma il sistema me lo dava errato e non lo riconosceva; l’ho provato maiuscolo, minuscolo,misto ma il sistema continuava a non riconoscerlo.
Allora ho chiamato il numero verde. La signorina un po’ seccata mi ha detto che se non ero in possesso della seconda parte, era inutile che io digitassi la prima parte del PIN, aggiungendo che la seconda parte mi sarebbe arrivata da lì ad una settimana per via posta prioritaria e che soltanto con il PIN completo avrei potuto abilitare mia madre ad operare on line.
E’ inutile che vi dica che anche con il PIN al completo, effettivamente pervenuto a casa di mia mamma dopo una settimana circa dai fatti narrati, mi è stato impossibile attivare il PIN.
Il sistema questa volta lo riconosce ma mi avvisa che è scaduto e ne devo scegliere un altro ex novo. In realtà seguendo la procedura guidata è il sistema che ti attribuisce il nuovo PIN; senonchè, dopo avermi dato il nuovo PIN e dopo avere schiacciato il pulsante “AVANTI” la schermata successiva mi chiede di digitare il nuovo ed il vecchio PIN; ma il PIN nuovo era rimasto nella schermata precedente.
Fantozzianamente disperato (o kafkianamente se preferite) ho cercato di tornare indietro alla schermata precedente per recuperare il nuovo PIN e poterlo digitare insieme al vecchio; ma il sistema mi ha punito, annullando tutta l’operazione.
Ho telefonato al numero verde; per fortuna la signorina del call center mi ha detto cher i primi bollettini per pagare i contributi dovuti arriveranno per posta. Quindi per adesso sono salvo. Non so cosa accadrà in seguito.
E veniamo alla vicenda autobiografica inserita nella commedia.
Un professore legge una Circolare Ministeriale agli studenti. La Circolare, avente ad oggetto “Invio dati a mezzo supporti informatici e dismissione supporti cartacei” è del 1995 e così recita testualmente: ” Si avvisano tutti i destinatari in indirizzo che codesto Istituto, a far data dal prossimo 1° aprile 1995, sarà collegato alla Banca Dati Centrale del Ministero. Alfine di un più sollecito disbrigo delle pratiche amministrative che le riguardano, si invitano le SSLL a produrre le loro autocertificazioni, richieste, domande, istanze et similia, su supporto informatizzato. Soltanto in casi di seria e documentata impossibilità, comprovabile anche con autocertificazione, verranno accettate le suddette richieste, domande, istanze e quant’altro, su supporto cartaceo”.
Dopo la lettura, sollecitati dal docente a chiedere spiegazioni sulla Circolare appena letta, uno studente alza la mano e chiede:
-” Ma, prof, l’autocertificazione che dichiari l’impossibilità di produrre il supporto informatico, va fatta, a sua volta, su supporto informatico o su supporto cartaceo?”
Il povero prof, nella commedia e nella realtà, non poteva fare altro che fare i complimenti alla viva intelligenza dello studente.
In effetti la Circolare lasciava aperto il terribile, irrisolvibile dilemma!