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Il Movimento dei Paesi non Allineati e le sfide attuali. Intervista a Kouroush Ahmadi

Creato il 28 novembre 2014 da Geopoliticarivista @GeopoliticaR
Il Movimento dei Paesi non Allineati e le sfide attuali. Intervista a Kouroush Ahmadi

Nell’ambito degli studi dell’IsAG sull’evoluzione del concetto di neutralità, Giuliano Luongo – Direttore del Programma di ricerca “Africa” – ha intervistato Kouroush Ahmadi, coordinatore per il Movimento dei Paesi non allineati della Missione diplomatica dell’Iran alle Nazioni Unite.

 
Giuliano Luongo – In che modo il Movimento dei Paesi non-allineati (NAM) vede e “interpreta” la recente crisi economica globale e gli attuali teatri di guerra in differenti aree del mondo? È ancora possibile mantenere posizioni di non allineamento e neutralità (armata o meno)?

Kouroush Ahmadi – Per la posizione del NAM sulla recente crisi economica e globale cosi come riguardo la sua posizione sui teatri di guerra attuali, vi raccomandiamo di dare un’occhiata all’ultimo documento pubblicato dal meeting ministeriale del NAM tenutosi il 29 maggio 2014 ad Algeri.
Sul fatto che sia o meno possibile mantenere una posizione non allineata o neutrale (sia essa armata o meno), il NAM crede di sì, che sia possibile. Di certo, è relativamente meno difficile mantenere una posizione non allineata e non “impegnata” oggi rispetto al periodo bipolare della Guerra fredda. Oggi, le grandi potenze non sono più omnicomprensive come erano durante la Guerra fredda. La quota di PIL globale detenuta dalle grandi potenze è molto minore oggi rispetto a ciò che era durante la Guerra fredda. Le economie emergenti e molti altri Paesi in via di sviluppo si stanno facendo avanti ora più fortemente che in passato. In più, il NAM è oggi il “braccio negoziatore” dei Paesi in via di sviluppo quando si tratta di questioni non legate al commercio (in quanto tali tematiche sono curate dai G77 e dalla Cina). In altro senso, il NAM cerca di coordinare la posizione dei suoi Stati membri su di una serie di tematiche come la riforma delle Nazioni Unite, disarmo, diritti umani, la rivitalizzazione dell’Assemblea Generale, peacekeeping, questioni legali… A sua volta, il NAM negozia con i rappresentanti del “Nord”, dell’ONU e di altri e prova a raggiungere accordi con loro, potenziando l’interesse di chi l’ha costituito.

A suo avviso, alla luce delle attuali situazioni di conflitto, hanno ancora senso le organizzazioni internazionali militari (come la NATO) così come sono concepite e, soprattutto, tenendo conto dell’attuale fase di transizione geopolitica tra il sistema unipolare a guida statunitense e un nuovo ordine policentrico?

Il NAM non ha alcun punto di vista generale sulla NATO. Nel caso di conflitti armati e sulle prese di posizione del NAM sulla NATO, va consultato il documento indicato sopra. Va compreso che i membri del NAM sono impegnati a non allinearsi con le attività della NATO per quanto riguarda il fornirle installazioni sui propri territori.

Quale ruolo di mediazione può rivestire il Movimento? Alla luce degli ultimi eventi, sarebbe auspicabile una maggiore istituzionalizzazione o meno?

Il NAM non ha definito alcun ruolo di mediazione per sé stesso e fino a ora non ha assunto tale ruolo. Il NAM è stato creato e ha continuato le sue attività come movimento più che un’organizzazione. Esso non ha organi né un documento fondatore, e i suoi progenitori erano dell’idea che esso avrebbe dovuto mantenere ed essere un movimento più che un’organizzazione. Nondimeno, ci sono state idee dissenzienti su questo punto nelle decadi passate, e ancora ci sono posizioni che raccomandano un’istituzionalizzazione più forte.

Il Movimento come inquadra il sorgere di nuove organizzazioni internazionali regionali come l’Unione Eurasiatica o le altre esperienze che si stanno sviluppando in America Latina?

Abitualmente, il NAM ha gradito la fondazione e le attività di organizzazioni e accordi regionali, in quanto essi potenziano la cooperazione e il coordinamento tra gli Stati a un livello più pratico ed efficiente, e possono promuovere il dialogo e la comprensione nelle aree regionali, principalmente nell’ambito di questioni fino a ora non affrontabili.


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