Intanto, il Museo del Fango di Messina, pubblica una lettera aperta che riportiamo integralmente:
"Lei ha sbagliato Presidente Crocetta! Non sarà la prima volta, e forse nemmeno l’ultima, ma questa volta l’errore è gravissimo. Nel rimuovere l’Ing. Sciacca dalla direzione del Genio Civile di Messina (promuovendolo ad altra carica, nel perfetto stile di un potere becero) ha riaperto la strada alla speculazione mafiosa in un territorio abbrutito non solo dal fango della natura.
Glielo diciamo con precisa cognizione: noi del Museo del Fango abbiamo lavorato fianco a fianco del Genio Civile che, diretto da Sciacca, è stato un corpo efficientissimo dello Stato laddove le altre istituzioni latitavano o si titillavano in discussioni di lana caprina.
All’indomani del 1° ottobre 2009, quando tutti parlavano di evacuare i territori distrutti dal fango, quando i politici balbettavano che sarebbero serviti troppi soldi per ripristinare una situazione di vivibilità, e confessavano (gli stessi politici prostrati dal dramma) che di soldi non ce n’erano, confortati dal pianto di qualche amministratore che aveva contribuito a vuotare le casse – allora il Genio Civile diretto dall’Ing. Sciacca su mandato del precedente Presidente della Regione prese in mano la situazione: chiamò a raccolta i suoi ingegneri e tecnici, coinvolse le ditte locali e trasformò il dramma in un’occasione per una messa in sicurezza del territorio.
Il tutto coinvolgendo in prima battuta i suoi collaboratori, facendo sentire alla gente che il cambiamento era possibile, lavorando insieme a noi del Museo dl Fango a un progetto che aspirava al bene comune attraverso la bellezza, alla sicurezza attraverso la legalità, alla vita attraverso la cultura.
Peccato mortale. Peccato mortale in Sicilia è dimostrare che il cambiamento è possibile. Peccato mortale è dimostrare che dei dipendenti pubblici (i lavoratori del Genio Civile) possono lavorare con entusiasmo a un progetto di rinascita. Peccato mortale è la rinascita.
È questo che dice il suo gesto: la Sicilia ha diritto solo a funerali sontuosi. Grazie, Presidente, per averci ricordato la lezione di Tomasi di Lampedusa. Ma noi pensavamo che la Sicilia avesse diritto anche alla vita che la sua enorme ricchezza culturale poteva garantirle.
Ebbene Lei ha rimosso la persona che più di tutte è stata in questi anni, e continua ad essere, punto di riferimento certo per la legalità e l’efficienza dei comportamenti delle istituzioni pubbliche.
Lei sa, o dovrebbe sapere, che i cittadini di Messina hanno confidato e confidano in un nuovo modo di agire, aspirano a non restare cittadini di serie B (tant’è che hanno eletto un nuovo sindaco, questa volta persona onesta e integra): com’è possibile che Lei, campione di legalità e di lotta alla mafia queste cose faccia finta di non saperle?
Sciacca impedirebbe lo sviluppo economico della città di Messina? Ma queste baggianate chi gliele ha suggerite? Ha avuto pressioni? È assai probabile, e non è difficile neanche immaginare da chi. Ma lei dov’era quando Sciacca, spesso insieme a noi del Museo del Fango, incontrava la gente per spiegare ciò che stava facendo il Genio Civile sul territorio, qual era l’importanza di lavorare nella legalità per la sicurezza del territorio? Dov’era quando Sciacca incontrava i giovani di Messina per discutere del futuro di una città senza verde che deve ricostruire l’ambiente per garantirsi l’ossigeno non solo in termini di aria pulita ma anche di possibilità lavorativa: più parchi è meno parcheggi, più verde e gente che lo curi e meno supermercati. Più macchie di colore e meno palazzi, inutili mostri che serviranno solo a ultimare lo scempio di una città senza futuro che alla prossima tragedia conterà morti su morti che lasceremo contare a lei e a quanti sostengono che il futuro di Messina stia nell’ammassare cemento. Auguri.
Ci dica, Presidente, lei cosa sa di ciò che è stato fatto a Messina, e in particolare a Giampilieri, Scaletta, Molino, Briga, Altolia, Itala in questi anni? Cosa le hanno raccontato? Perché non ci risulta che abbia sentito la necessità di visitare i luoghi del disastro del 2009. Non ci risulta l’abbia mai fatto nonostante i nostri inviti e le nostre sollecitazioni.
Soprattutto in questo momento, di grave tragedia in Sardegna, se Lei fosse stata persona attenta e politico oculato, avrebbe potuto proporre alla Sardegna un modello efficace di intervento sul territorio basandosi proprio sui lavori condotti e guidati dall’Ing. Sciacca con il nostro ausilio. Oggi Giampilieri, Scaletta Zanclea, Molino sono luoghi messi in sicurezza dalla sapienza ingegneristica del Genio Civile di Messina e riportati alla Bellezza dalla sapienza estetica del Museo del Fango.
Non conosciamo la persona da lei designata a succedere all’ing. Sciacca e quindi non diamo alcun giudizio sulla sua professionalità, ma giudichiamo severamente la sua decisione di rimuovere Sciacca, un uomo che ha data a Messina una coscienza sullo stretto rapporto tra l’ambiente e la possibilità di vivere in sicurezza attraverso la legalità, che ha costantemente posto l’attenzione della gente sui comportamenti corretti di ciascun cittadino che deve sentirsi chiamato a difendere il proprio territorio e la sua bellezza. Sciacca è riuscito a farlo. Lui è riuscito dove altri hanno fallito. Dove altri non hanno voluto nemmeno cominciare. Per questo è l’uomo giusto al posto giusto. Altro peccato mortale nella Sicilia dei funerali sontuosi. Vero Presidente?
Sbagliamo? Ce lo dimostri: riconfermi l’Ing. Sciacca a capo del Genio Civile. Dia credito a una filosofia che vuole ridare a Messina il primato della legalità, garantisca alla sua politica un rinnovato interesse per il benessere e la SICUREZZA dei cittadini di Messina, ascolti le proposte serie e le preoccupazioni allarmanti che professionisti come Sciacca hanno elaborato studiando la città e i suoi dintorni, passando le domeniche scalando montagne franate e luoghi di morte, indagando su canali pronti a scoppiare alla prima pioggia torrenziale. È così che Sciacca ha ascoltato il cuore di questa città, senza eroismi o azioni plateali, senza cercare riflettori, cercando di cambiare in meglio il territorio. Di questo noi del Museo del Fango siamo testimoni e certamente complici, lo confessiamo.
Da politici come Cuffaro avremmo potuto aspettarci una decisione del genere, ma da Lei no! E non si trinceri dietro la regola della rotazione dei ruoli (che viene applicata solo nei casi “scomodi”). Sia Uomo, Presidente: ritorni sui suoi passi! L’uomo è Uomo solo quando ammette i propri errori e prende una decisione riparatrice, sosteneva Eduardo. E noi con lui.
Noi, per quel che ci compete, continueremo nell’opera di promozione e sviluppo del territorio: il prossimo 14 dicembre apriremo a Milano gli spazi del Museo del Fango per l’Expo 2015. In questa operazione, che rappresenta ufficialmente (con delega istituzionale) il territorio a Sud di Messina inviteremo come rappresentante per la messa in sicurezza di quel territorio proprio l’Ing. Sciacca. Lui, e non altri, sarà con noi a Milano per raccontare come sia stato possibile coniugare in Sicilia, a Messina, cultura, legalità e sicurezza. Perché noi ancora ci crediamo. Lei?"
Con viva e vibrante preoccupazioneIl Direttore del Museo del Fango