“A queste condizioni il Museo dello Sport chiuderà prima della fine del 2015”. Il messaggio è forte e chiaro; a lanciarlo, per l’ennesima volta, è il Presidente e fondatore Onorato Arisi, colui che con passione ha raccolto e portato all’interno dello Stadio Olimpico di Torino oggetti e cimeli di 47 discipline sportive e 250 campioni. Il monito è chiaramente rivolto all’amministrazione pubblica; sarebbe quantomeno un peccato che l’unico museo italiano interamente dedicato allo sport non arrivasse alla fine del 2015, anno in cui Torino sarà, per l’appunto, Capitale Europea dello Sport. Sono numerosi i problemi lamentati da Arisi, esposti stamattina nella Sala dei Capigruppo di Palazzo Civico in occasione della verifica dello stato di attuazione della mozione n. 15/014 del 5 marzo scorso “Il Museo dello Sport Non Deve Chiudere”, effettuata alla presenza dell’Assessore allo Sport Stefano Gallo dalla V Commissione Consiliare della città di Torino, presieduta da Luca Cassiani. “Il Museo accusa problemi strutturali e necessita di riparazioni” ha esordito Onorato Arisi, “inoltre la società che gestisce lo stadio, “Semana”, ci impedisce spesso e volentieri di lavorare e portare visitatori. Per esempio, in occasione del concerto di Vasco Rossi, siamo dovuti rimanere chiusi addirittura 40 giorni e il risarcimento che ci avevano promesso non l’abbiamo ancora visto”.
“Mancano cartelloni che indichino la presenza del Museo, in città non c’è nulla che lo pubblicizzi e che gli restituisca un minimo di visibilità” prosegue il presidente, “chiediamo inoltre un aiuto economico, l’affitto dei locali è troppo oneroso”. Queste sono, in sostanza, le questioni che il direttivo del Museo dello Sport aveva sottoposto a marzo alla commissione; questioni girate all’amministrazione pubblica che, ad oggi, rimangono decisamente aperte e apparentemente prive di soluzione.
“Per quanto riguarda la promozione del Museo, che rappresenta sicuramente un simbolo culturale di Torino, la città ha fatto tutto quello che era in suo potere, per esempio parlandone in varie sedi e promuovendolo nelle scuole” ha infatti replicato Stefano Gallo respingendo al mittente le accuse, “riguardo al discorso strettamente economico, eliminare il canone d’affitto è impossibile da un punto di vista di regolamenti amministrativi. Inoltre, se fosse in mio potere, darei la precedenza ad associazioni come bocciofile e società di calcio, che hanno una maggiore valenza nel sociale rispetto a una struttura nata tra l’altro da iniziativa privata”.
Parole ovviamente non condivise e ritenute in gran parte false dai sostenitori del Museo dello Sport, che in mattinata hanno anche presentato una serie di proposte per richiamare i cittadini; su tutte l’ingresso nelle teche del trofeo che l’Uefa consegna ai vincitori della Coppa dei Campioni, e l’organizzazione di un match di hockey su ghiaccio tra la squadra di Milano e una rappresentativa di Torino, in pieno clima Expo-Capitale Europea dello Sport.
Riassumendo, sono tre le cose che Onorato Arisi chiede: aiuto economico, promozione e intermediazione con la società che gestisce lo Stadio Olimpico. Sulle prime due la risposta dell’amministrazione pubblica sembra chiara ed è quella contenuta nelle parole dell’assessore, sull’ultima gli addetti ai lavori hanno preso tempo, nel consueto scarico di responsabilità e rimandando a una nuova verifica la risposta definitiva. Arriverà? Forse. In conclusione, per sapere se il Museo dello Sport vedrà tutto il 2015 dovremo aspettare ancora; e per stabilire il torto e la ragione nell’annoso dibattito tra Museo e Comune lasciamo ai posteri l’ardua sentenza, anche se probabilmente questa non arriverà mai.