Il museo immaginario
di Gek Tessaro
Carthusia – p.36 – e.20
Ci sono musei in cui non si paga il biglietto, non si fanno file chilometriche per entrare, non ci sono le linee allarmate da non oltrepassare, non ci stanno i custodi che ti scrutano discreti ma con scritto in fronte “Vietato toccare!”.
A volte basta uscire di casa con gli occhi ben aperti e mettersi a guardare il mondo che ci circonda: la fila ordinata degli alberi sul viale che danzano sincronizzati al ritmo del vento, i conciliabili dei piccioni di fronte al bar, i bambini che si rincorrono come gli stormi, le composizioni geometriche delle cassette della frutta all’uscita del mercato, le fantasie floreali degli abiti delle coloratissime mamme bengalesi, un gelato caduto che si scioglie nel mezzo del marciapiede…
Oppure basta aprire una qualsiasi delle opere di Gek Tessaro, genio italico del collage (e non solo). Per esempio questo sul museo immaginario e sulla capacità nostra e dei nostri bambini di portarsi a spasso un intero Louvre negli occhi.
E poi, secondo me, imparare a vedere il museo senza biglietto fa venire voglia di cominciare a visitare anche quelli con il biglietto e le file chilometriche.
Età consigliata: dai 6 anni