Magazine Diario personale
Sono sopravvissuta a ben due cose che pensavo non superare mai. La prima cosa sono gli esami, sia miei che dei miei studenti, ma quelli si sa, sembrano spaventosi ma non lo sono mai. Come ogni semestre ho avuto la fase “OMMIODDIONONCELAFARO’MAI”, la fase “procrastination” e la fase “I’m not giving a fuck”. La terza e’ quella che preferisco e arriva in prossimita’ dei giorni di consegna, quando ormai i paper sono fatti e non importa il voto che prendero’, importa solo il sapore della liberta’ che posso assaporare quasi fosse una mela caramellata dei banchetti di Natale.
Questo video spiega bene il mio atteggiamento degli ultimi giorni.
La seconda cosa e’ la temperatura sottozero. Ma non sottozero in Celsius. Sottozero in Farenhait. Che per inciso e’… freddo. Molto molto freddo. La mia incapacita’ di convertire i gradi Celsius in Fahrheneit e viceversa mi ha un po’ protetta dalla triste realta’ che mi circondava, e guardando il meteo sul cellulare mi autoconvincevo che tutto sommato non mi sarei ibernata. Purtroppo casa mia e’ fatta di palta e materiali di scarto e sostanzialmente non e’ isolata. Avevo i pinguini in salotto. Una mattina ho preso il caffe’ con una foca monaca e un orso polare. La mia coinquilina dormiva con i guanti. Pero’ camera mia, per un fenomeno termodinamico che non comprendo, era caldissima. Per cui non mi lamento e aspetto paziente il disgelo.
Per il resto, io adoro il Natale. E questo perche’ a Natale nel paese degli orsi volanti succedono cose bellissime. Per esempio, gli edifici si tingono di mille pacchianissime tinte.
Le luci di Natale, come le fanno gli Americani, non le fa nessuno.
Poi, una sera giravo placida per il downtown, quando ho trovato un’invasione di Babbi Natali. Uomini, donne, vecchi, giovani, tutti vestiti da Babbo Natale, chi giravano per i pub cantando allegramente. Una signora mi ha anche regalato delle caramelle. Che lo so che non si dovrebbero accettare caramelle dagli sconosciuti, ma se lo sconosciuto e’ Babbo Natale, secondo me si puo’ anche fare un’eccezione. Uno dei Babbi Natali non solo aveva il tradizionale vestito rosso, ma anche un cappello da mucca. Gli ho fatto i complimenti e lui me l’ha regalato. La ricordero’ sempre come una delle mie serate fortunate.E, leggendo su internet, scopro che il SantaCon e’ un fenomeno dilagante in varie citta’ americane. E’ una cosa meravigliosa che non ha bisogno di alcun commento.
Perche' io non sono tra loro?
Sono anche stata al concerto di Natale della mia universita’. Che era devo dire molto carino, con gente che suonava, cantava, ballava.. e sul piu’ bello e’ arrivato un povero martire vestito da Ralphie, il bufalo-mascotte, per prendere il posto del direttore d’orchestra. Perche’ a questi Coloradiani proprio non gli va di fare cose senza metterci almeno un bufalo..
Vi lascero’ con un’altra tendenza Americana che mi sento di dover condividere con il resto del mondo (dove, forse, e’ anche gia’ conosciuta). Dopo il Movember, arriva il Decembeaver! Dove ‘beaver’ non e’ solamente un buffo animale dai lunghi denti simbolo del Canada. Esatto ragazze, la campagna consiste nel non depilarsi un altro tipo di baffi.. mi astengo da ogni tipo di commento su questa campagna per non cadere in un livello troppo basso, ma i miei lettori si possono informare qui. Il modo migliore per tenersi al caldo quando ci sono meno venti gradi..
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