Magazine Diario personale

Il nemico invisibile

Da Mizaar

bambolaUna bambola bionda è un oggetto innocuo. Una bambola bionda nelle mani di una persona anziana è un oggetto che dapprima disorienta, poi ti fa pensare. Guardavo poco fa, dalla parrucchiera, una signora che è stata donna e madre, ha vissuto una vita piena di eventi, ricorrenze, storie; perse tutte, fuggite via dalla sua mente regredita ad una infanzia tardiva, resa manifesta proprio attraverso quella bambola bionda che lei stringeva tra le braccia, accarezzandola. La donna che l’accompagnava usava nei suoi confronti le stesse espressioni che si utilizzano con i bimbi, un misto di dolcezza e di ferma determinazione, per farle togliere il cappotto e farla rimanere seduta allo stesso posto per il tempo che sono state lì. Di tanto in tanto le ricordava che il maglione che aveva indosso era di lana e di colore bordò, che erano lì perché la parrucchiera potesse renderla bella. Qualcosa di infinitamente triste da guardare, di infinitamente triste da vivere. Di fronte alla morte prematura di una persona cara, al cospetto dell’espressione di una vita morta mi chiedo sempre perché. Perché la natura oppure la chimica, il destino, la trimurti, quello che volete, si accaniscono in questa maniera assurda e cattiva? Perché si è condannati a vivere una vita estranea fatta di una nebulosa al posto del cervello? Perché? Troppo razionale per capire l’irrazionalità della vita? Non si può morire quando si ha ancora una vita davanti, me neppure vivere con una vita davanti fatta di vuoto assoluto! Mi viene da pensare se la vita stessa non sia un nemico invisibile celato nelle fattezze di una bambola, tenuta in mani improprie.


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