Di Salvatore Giambelluca il 7 ottobre | ore 15 : 12 PM
Assegnato oggi a Oslo il Nobel per pace a tre donne: la presidente della liberia Ellen Johnsonn Sirleaf, la connazionale Leymah Gbowee che lanciò una mobilitazione femminile contro la guerra civile, e l’attivista yemenita per la democrazia Tawakkul Karman. Il premio rappresenta un riconoscimento del rafforzamento del ruolo delle donne, in particolare nei paesi in via di sviluppo, ha spiegato il comitato del Nobel, La Sirleaf è nla prima presidente donna di uno stato africano; la Gbowee è un’attivista pacifista; la Karman si occupa di diritti delle donne e democrazia nello Yemen, paese negli ultimi mesi in preda a gravi conflitti sociali e politici.
Ellen Johnson Sirleaf
L’attuale presidente della Liberia, in carica dal 2006 è stata la prima donna a essere democraticamente eletta presidente in Africa. Viene chiamata con l’appellativo di “Signora di ferro”,ha lavorato per assicurare la pace in Liberia, promuovendo lo sviluppo dell’economia e della stessa società. Si è inoltre impegnata per il rispetto delle donne e dei loro diritti nel paese.
Leymah Gbowee
E’ una pacifista liberiana organizzatrice di un movimento che portò la fine della guerra civile in Liberia nel 2003, ha contribuito alla costruzione della pace in Liberia e si è battuta per dare alle donne il diritto di voto. La Gbowee ha da poco pubblicato la sua autobiografia, «Mighty Be Our Powers: How Sisterhood, Prayer, and Sex Changed a Nation at War» («La forza dei nostri poteri: come le comunità di donne, la preghiere e il sesso hanno cambiato una nazione in guerra»).
Tawakkul Karman
Giornalista, è un’attivista yemenita per i diritti umani, 32 anni – la più giovane delle tre premiate – divenuta in poco tempo la leader della protesta femminile contro il regime yemenita.. Si è battuta per i diritti delle donne nel paese, chiedendo pace e democrazia al regime. Lo scorso gennaio fu arrestata dalle forze yemenite con l’accusa di propaganda contro il governo. Fu liberata dopo due settimane e, intervistata dalla CNN, confermò l’impegno contro il regime del presidente Ali Abdullah Saleh, dicendo che quanto stava accadendo nel paese era stato ispirato dalla rivolta scoppiata in Tunisia che aveva portato alla caduta del governo di Ben Ali.