Che cosa è stato il Noto servizio, quel servizio composto da personale civile e militare che così viene chiamato nei verbali della polizia? Che ruolo ha avuto nella storia del nostro paese (anche politicamente)? Lo hanno raccontato ieri sera per la presentazione del libro “Il Noto servizio, Giulio Andreotti e il caso Moro” alla Feltrinelli di Milano, l'autore nonchè professore (e consulente per le procure) Aldo Giannuli, il politologo Giorgio Galli e il giornalista (nonchè conoscitore del mondo della criminalità organizzata) Piero Colaprico. Nel suo intervento, Galli ne ha ricostruito la storia: Noto servizio o Anello (come lo ebbe a definire una volta Adalberto Titta parlando della riforma dei servizi "noi vecchi dobbiamo esserne l'anello") nato dal Sim del generale Roatta (ex capo di stato maggiore dell'esercito e responsabile della mancata protezione di Roma dopo l'8 settembre). Come molti altri servizi dello stato, era nato in funzione anticomunista, in previsione di una ipotetica invasione dall'est, dal nord est così vicino ai comunisti di Tito. Una struttura alle dipendenze della presidenza del Consiglio, senza organigramma e i cui membri prendevano uno stipendio direttamente dall'esecutivo (come una forma di pensione) che all'epoca (anni 60) si aggirava sul milione e mezzo di lire. Un'invasione che non ci fu mai, come mai il PCI di Togliatti pensò di prendere il potere con le armi (almeno questa la linea ufficiale). Nel corso della sua storia, il "Noto servizio" o Anello incrociò quella delle stragi negli anni '70, golpisti veri o presunti (il comandante Borghese ed Edgardo Sogno per il golpe dell'immacolata e per il Golpe bianco). In particolare sono tre gli episodi in cui è certo l'operato di questa struttura: la figa di Kappler dall'ospedale del Celio, il rapimento di Aldo Moro e quello dell'assessore Ciro Cirillo. Nel libro sono documentati i legami col Mar di Fumagalli, i legami con le strutture di intelligence della borghesia industriale del nord (come quella dell'industriale Pirelli). Aldo Giannuli, nella seconda parte della presentazione, ha spiegato bene in cosa consisteva la funzione "anticomunista" del servizio: la paura non era solo del golpe comunista. Faceva paura ad un certo establishment politico-industriale l'influenza del PCI e del sindacato nelle fabbriche, per le rivendicazioni che questi portavano avanti in termini di salari e diritti. Cosa era il Noto Servizio: era una costola dei servizi militari, fuori dall'organigramma ufficiale, usata per i lavori sporchi che ufficialmente lo stato non poteva fare. Come tenere i rapporti con i rapitori di Cirillo e la Camorra di Cutolo. Come fare campagne stampa per screditare politici e forzare certi passaggi politici: la scissione del PSI nel 1966 (per favorire una politica di centrosinistra con la DC); la campagna scandalistica portata avanti dal Candido di Pisanò contro il segretario del Psi Mancini, nel 1972. E poi c'è la storia del rapimento di Aldo Moro. Fautore del compromesso storico, l'accesso del PCI al governo, unico candidato alla presidenza della Repubblica (dopo la brutta storia del rapimento del figlio del socialista De Martino l'anno precedente). Una storia, quella del suo rapimento, la strage in via Fani (col killer che freddò la scorta con anche il colpo alla nuca), la detenzione e il memoriale, che ancora oggi è piena di buchi. Una storia che ha anche legami con Milano (dove il Noto Servizio aveva sede): il memoriale di Moro fu trovato qui a Milano in via Montenevoso. Memoriale che doveva essere, così diceva il comunicato delle Br, a tutti i militanti e che invece sparì. Memoriale attorno a cui ci sono state troppe morti: Dalla Chiesa, Chicchiarelli, Galvaligi, Pecorelli ... Memoriale che, come Moro, doveva sparire: perchè le Br potevano ricattare il potere, con quelle storie. Gli scandali della DC, gli accordi internazionali ambigui, le stragi di stato di cui sicuramente Moro (e Andreotti) sapeva. Moro doveva morire, per il bene di quel potere politico. Perchè il PCI non avrebbe potuto appoggiare quel partito, se fossero uscite le rivelazioni. I capi delle Br, i responsabili del massacro di via Fani, pagarono con quel prezzo la loro breve prigionia (e la fine del carcere dopo nemmeno 20 anni, per molti)? C'è ancora molto da scoprire sulla nostra storia, e libri come questo, così dettagliati per il lavoro capillare fatto da Giannuli negli archivi e nelle carte, possono aiutare.
La scheda:
La sicurezza e l'ordine, in Italia, sono state spesso il frutto di trame oscure: i protagonisti politici della Prima Repubblica hanno salvaguardato il bene supremo dello Stato in continuità con il fascismo e sotto il controllo degli americani, affidandosi a una messe di personaggi senza scrupoli, una folla livida che ha agito nell'ombra, nel disprezzo della volontà popolare.
Questo libro fornisce un contributo importante nella difficile ricostruzione di una verità (combattuta, lacerata, incompleta) sulla storia politica e giudiziaria del nostro paese, rivelando l'esistenza di un servizio segreto clandestino nato negli anni della guerra e poi sopravvissuto, con varie trasformazioni, fino agli anni Ottanta.
Questo servizio ebbe come suo referente politico Giulio Andreotti, con la cui parabola politica si è intrecciato strettamente. È il Noto servizio, altrimenti conosciuto come "Anello", che ricorre nelle pagine più nere della storia d'Italia, dal golpe di Junio Valerio Borghese alle principali vicende della strategia della tensione, dalla strage di piazza Fontana a quella di piazza della Loggia, fino al caso Moro, del quale l'autore offre una lettura del tutto inedita, egualmente distante dalla dietrologia e dall'accettazione delle "verità di Stato".
Il link per ordinare il libro su ibs. Il libro sul Noto Servizio di Stefania Limiti "L'anello della Repubblica".