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Il nuovo corso è anche una questione di stile

Creato il 18 novembre 2011 da Fabio1983
Il nuovo corso è anche una questione di stileIo, per T-Mag
Naturalmente, ora, il governo verrà giudicato alla prova dei fatti. È pur sempre un fatto, tuttavia, che in poche altre occasioni (ci sbilanciamo, mai) un esecutivo nato a seguito di un’acuta fase di crisi economica godesse di tali consensi. Le proteste degli studenti di giovedì, a Milano come a Roma, sono sintomatiche di un’idea che circola finanche tra alcune forze politiche, pensiamo alla Lega Nord e in taluni esponenti dell’Idv: l’Italia è sotto scacco delle banche. Un’ipotesi che Mario Monti ha respinto con vigore, ma allo stesso tempo con una rara pacatezza capace di non aizzare particolari reazioni. I poteri forti “sono espressioni di pura fantasia, che ritengo offensive”, ha chiosato in Aula il neo premier aggiungendo una postilla dal tono ironico: “Magari l’Italia ne avesse un po’ di più”, di poteri forti. Questione di stile, di cui Monti aveva offerto un assaggio giovedì a Palazzo Madama. “Prego, continuate a chiamarmi professore: i presidenti passano, i professori restano”, ha detto venerdì ai deputati citando Spadolini. E ancora: “Ci sentiamo veramente in spirito di servizio, con un atteggiamento di umiltà, ma anche di determinazione, per favorire una almeno parziale deposizione delle armi. Da parte nostra c’è una profonda dipendenza del governo dal Parlamento, ma non userei il termine di ‘staccare la spina’, non ci consideriamo un apparecchio elettrico, e saremmo incerti se essere un rasoio o un polmone artificiale”.
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