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“Il paese è grato al Parlamento”

Creato il 15 luglio 2011 da Malvino

Al 31 marzo dell’anno scorso, quando Giulio Tremonti prometteva che la finanziaria ne avrebbe drasticamente ridotto il numero, le auto blu erano 629.120, e cioè 21.000 in più dell’anno prima e oltre 400.000 in più che nel 2005. Non sono riuscito a trovare dati aggiornati a quest’anno, ma nemmeno ho trovato notizie relative ad una riduzione del parco macchine a disposizione della Casta in questi ultimi 16 mesi, sicché devo ritenere che a tutt’oggi il costo di questo privilegio non sia inferiore ai 21 miliardi di euro ufficialmente dichiarato l’anno scorso. Superfluo dire che un consistente taglio di questa spesa sarebbe strutturale: di là da ogni implicazione di carattere morale, di là dal segnale che questo taglio darebbe a un paese che da sempre soffre una insostenibile pressione fiscale, si tratterebbe di far cassa. Neppure con la manovra finanziaria oggi partorita dal Parlamento si è intaccato questo sperpero: possiamo computarlo intorno ai 18 miliardi di euro, visto che in Francia, con una popolazione di poco superiore a quella italiana, circolano solo 65.000 auto blu, poco più di un decimo di quante ne circolano in Italia. Ma questa è solo una delle voci che avrebbero potuto far cassa e che invece sono state eluse da una manovra finanziaria dal peso di 48 miliardi, per di più spalmati su tre anni: più di un terzo sarebbe stato coperto mettendo mano a ciò che Giulio Tremonti prometteva l’anno scorso. Non è stato fatto.Una voce mai neppure presa in considerazione è quella che fa dell’Italia il maggiore finanziatore di una confessione religiosa: tra contributi diretti e sgravi fiscali, il Vaticano costa ogni anno all’Italia circa 3 miliardi di euro. Ma se questo onere è da considerare un salasso inevitabile, visto che la Casta ecclesiastica è ancor più intoccabile di quella della classe politica, altre spese potevano essere tagliate, ma neanche sono state neanche prese in considerazione: dall’abolizione delle province alla possibilità di accorpare i comuni con meno di 5.000-10.000 abitanti; da un taglio delle “pensioni eccellenti” che non fosse, come è stato, soltanto simbolico, e dunque inconsistente, alla chiusura del rubinetto che le casse dello stato tengono aperto da sempre in favore di una miriade di cricche grandi e piccole, ormai ben mimetizzate nel parastato.Si potevano tagliare i finanziamenti occulti e manifesti ai partiti e alle loro emanazioni, si poteva far piazza pulita degli sconti fiscali che ogni clientela è riuscita fin qui a lucrare senza soluzione di continuità tra Prima e Seconda Repubblica. Si poteva, infine, imporre un aggravio fiscale alle rendite parassitarie. Si è preferito, come sempre, colpire i più deboli, tosare fino alla carne viva fasce sociali già poco o null’affatto garantite. Questa sarebbe la “prova straordinaria” data dal Governo, almeno a quanto dice Giorgio Napolitano, che in nome del popolo italiano dice: “Il paese è grato al Parlamento”. E si tratta di personalità ad alto indice di gradimento, praticamente impossibile mandarlo a cagare.

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