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Il paese più bello del mondo

Creato il 20 giugno 2010 da Lamagadioz

Si mangia benissimo, le città sono stupende, dalla più piccola alla capitale, la gente è creativa, dinamica, effervescente, sa come godersi la vita. E’ un paese unico.
Non parlo dell’Australia questa volta, parlo dell’Italia.

E’ tutto quello che ho detto, eppure…eppure se me ne sono andata un motivo ci deve essere e ora che sono tornata per una breve pausa estiva (ma torno, eh!!!) ho capito perchè un anno fa ho preso il volo per Sydney…

Allora, sono partita domenica scorsa.

Durante il volo da Sydney a Dubai tutto normale, ero ancora immersa nel mio mondo australiano e l’Italia era qualcosa di ancora tremendamente lontano. Quattordici ore di volo passate in allegria, tra un giovane francese che non mi mollava un secondo (era carino, quindi andava bene) e un non meglio precisato essere vivente alla mia sinistra che non ha aperto bocca per tutto il volo. Ho concluso che dovesse essere muto, perchè se non parli per 14 ore, neppure alla hostess, ci deve essere qualche problema. Ma io e il francese facevamo per dieci, comunque…

:-D

Arrivata a Dubai, ho atteso il mio volo per Milano nel supermega aeroporto degli Emirati Arabi sorseggiando un cappuccino che ho pagato, facendo due conti, dieci dollari…ma avevo le palme davanti ed ero a Dubai, quindi va bene.
Premetto che sia a Sydney sia a Dubai per spostarmi in aeroporto ho usato carrelli appositamente messi a disposizione dalla struttura e, soprattutto, gratuiti. Tenete a mente questo dettaglio mentre proseguite la lettura…

Durante il volo Dubai-Milano qualcosa è cominciato a cambiare. Ho sentito alcuni passeggeri parlare la mia lingua e la cosa mi ha un po’ sconvolto, non ero più abituata a sentire parlare italiano!

Erano una coppia, presumibilmente milanese, che stava cercando di infilare una borsa nella cappelliera, una borsa che non so ancora oggi come hanno fatto a imbarcare come bagaglio a mano. Pesava come ci fosse una persona dentro, era enorme, il doppio della mia e prendeva tutto il posto della cappelliera, così l’altro passeggero che aveva avuto la disgrazia di trovarseli vicino non sapeva dove infilarsi la valigetta piccola piccola….

Lui: “‘Scolta, cerca di far spazio dai che quello dove se lo mette il bagaglio?”
Lei: “Più che spingerla cosa devo fare? Se lo mette sotto il sedile il bagaglio, no?”
Lui: “Ma non mi sembra tanto giusto, eh? L’hai riempita troppo, le solite tue cazzate ci avrai messo…”

Nel frattempo è arrivata la bella hostess della compagnia aerea, gli Emirates, elegante e fine come poche. Ha cercato con la stessa eleganza di aiutare la coppia, non ha chiesto nulla sul contenuto e sulle dimensioni enormi della borsa, ma è riuscita in tre secondi a sistemare il borsone con il cadavere e la valigetta del povero signore giapponese che in tutto il marasma non ha avuto il coraggio di dire nulla….

Ah l’Italia…ed era solo l’inizio…

Arrivata a Milano Malpensa, c’è stata come una rivelazione, un’Epifania. Non è sceso Gesù Cristo ma poco ci mancava. Ero definitivamente in Italia.
Ero agitatissima, impaziente di incontrare i miei genitori dopo un anno di lontananza..
I controlli del passaporto sono stati veloci come non mai, in Australia ti fanno dieci controlli prima di farti uscire..

Mi sono precipitata dal nastro dove escono fuori (se è il tuo giorno fortunato) le valigie dei passeggeri….ho corso come una scema, abituata all’Australia dove le valigie escono dopo pochi minuti dall’atterraggio…

Hai voglia ad aspettare, il nastro girava ma nulla usciva…

Mentre attendevamo in quello stanzone grigio e triste, ho intravisto una fila di carrelli appoggiata al muro.
Mi sono lanciata per arraffarne qualcuno, avevo davvero una valigia pesante e le rotelline avrebbero alleviato di poco lo sforzo…ma una volta pronta a sfilarne uno è arrivata la prima doccia fredda italiana:
vi ricordate quando ho sottolineato che in Australia e negli Emirati Arabi Uniti il carrello è gratuito? Ecco, in Italia no. Devi mettere un euro, per sicurezza. Come per i carrelli della spesa. Perchè magari uno sei li porta via o non li rimette a posto. Capite che differenza di mentalità??

Ma porca troia!!!! Io non avevo neanche un centesimo di euro e sarà anche colpa mia ragazzi, ma come si fa a pensare al peggio quando sei abituata così bene???

Però devo dire di essermi risollevata il morale fin da subito: un ragazzo ha notato il mio sconforto, mi si è avvicinato e mi ha messo una cosa luccicante in mano: “Tieni va, che da sola mica gliela fai!”.

Mi aveva regalato un euro. Classico spirito altruistico italiano…o forse è stato il vestitino corto indossato per l’occasione?

:-D

Io ho guardato quella monetina come se la vedessi per la prima volta in vita mia e ho urlato “Grazie, grazie grazie!!!!”.
Nel frattempo è spuntato il mio valigione sul nastro, l’ho preso e l’ho caricato sul mio carrello.

Mi sono diretta all’uscita.

Quando si sono aperte le porte scorrevoli mi è preso un colpo. E’ stato uno degli attimi più belli della mia vita.

C’era una folla immensa di persone ad attendere chissà chi, ma davanti a tutto quel casino ho visto un omino cicciotto con i baffi, i capelli quasi del tutto bianchi, gli occhiali storti sul naso e le chiavi di casa sempre appese al collo perchè altrimenti le perde…

Era mio padre.

Ha aperto le braccia di scatto e io mi sono lanciata con tutto il carrellone come una pazza e per poco lo investo….
Ci siamo abbracciati forte forte e io non smettevo di chiedermi dove fosse mia madre….poi l’ho vista spuntare da dietro: si erano divisi perchè non erano sicuri da quale porta sarei uscita e papà è stato più fortunato. Me la sono abbracciata come una bambola, ho respirato il profumo dei suoi boccoli biondi e sbaciucchiato quel visino di bimba emozionata…
Che gioia, non ve la posso descrivere.

Abbiamo preso un caffè prima di ripartire, e devo dire che per poco non lo sputo. Abituata al gusto australiano, il caffè italiano è fortissimo!!!

Mi sono gustata tutto il tragitto dell’autostrada, strade molto più piccole, macchine più piccole..è tutto più piccolo in Italia rispetto alla mastodontica Australia….

Ma l’entusiasmo è presto svanito. A parte la gioia di riabbracciare la mia famiglia, ho ritrovato un paese più spento, più grigio rispetto a quello che avevo lasciato.

Ho passeggiato per Genova con mia madre, ho guardato la gente, ho studiato le espressioni delle persone: facce davvero tristi.

Magari sono nella città sbagliata, magari da un’altra parte la gente è più felice, non lo so.

Ho rivisto lo stesso film, solo con i colori più spenti.

Ho fatto la coda alla posta, come ai vecchi tempi. Sempre con i vecchietti che arrivano prima che l’ufficio apra, sempre con la stessa estenuante attesa e il “Vergogna!” di turno da parte dell’ennesimo utente spazientito…
Alla sera sono andata al cinema che i miei gestiscono in una località sulla riviera ligure. Sempre le stesse persone, il politico di turno che arriva tutto impomatato con la signora sotto braccio e il golfino di cachemire legato al collo….talmente abituato ad entrare senza dover pagare che non si cura neppure di salutare mia zia che strappa i biglietti ai poveri sfigati che invece hanno pagato…

Piove forte forte in Liguria in questi giorni. La gente di questo paesino si rifugia nei portoni o nei negozi per sfuggire alla furia dell’acqua mentre io ci sguazzo con il mio ombrellino e le cosce al vento…in Australia la gente se ne frega, si inzuppano pure senza problemi….

Giro tra i negozietti di questa perla della riviera, tutto carino, tutto calmo. Una calma che alla mia famiglia piace molto e da cui io, invece, la pazza, sono scappata…

Mi rilasso e mi guardo i mondiali con la mia famiglia. Anche il mio tifo per l’Italia è cambiato. Non che tifi Australia, ci mancherebbe, ma mi sento confusa. So di non appartenere all’Australia ma anche qui non mi sento più a casa mia.
Mia madre l’altro giorno, lei che ha già capito come mi sento, ha descritto così il mio stato d’animo: “Sei come un programma in un computer, quando si sta caricando. Quella cosa lì, come si chiama, il download. Ecco tu sei a metà, la barra è arrivata al 50% e si è bloccata, perchè sei venuta in Italia. Riprenderà a caricarsi quando tornerai in Australia e allora saprai cosa sei diventata”.

Direi che immagine migliore non poteva trovare quel tesoro di mamma che probabilmente ha già capito cosa diventerò e dove finirò, ma non me lo dice per non rovinarmi la sorpresa…

:-D

Qualche giorno fa sono andata a prendere un caffè con i miei in un baretto di questo bel paesino.
Tre caffè e tre bicchieri d’acqua. Ma la cameriera ci ha portato anche un piattino con biscottini e focaccia. Erano compresi nel caffè.
Ho guardato quel piattino mentre i miei spazzolavano velocemente il suo contenuto e ho pensato che davvero, nonostante mille difetti e peggioramenti, questo paese è avanti e noi siamo un popolo stupendo. In Australia la focaccia e i biscotti te li devi comprare a parte, gli stuzzichini con l’aperitivo li devi pagare a parte, non c’è nulla di compreso nel servizio se non quello che hai pagato.

Gli Australiani sono giusti ed equi: ti aiutano, ma non regalano soldi, fanno il caffè buono, ma non ti mettono il dolcetto.

Noi siamo casinisti, furbi, disonesti, corrotti. Ma ti regaliamo un euro per il carrello in aeroporto e ti offriamo la focaccia con il caffè.

Io, in fondo, questo paese lo amo. E soffro nel vederlo così corrotto e marcio. Soffro nel sapere che per realizzarmi ho dovuto andarmene.
Spero, con tutto il cuore, che l’Italia possa diventare il paese che merita di essere.

Nel frattempo, vediamo cosa combiniamo in campo. Tra poco vado a vedermi Italia-Nuova Zelanda

:-D


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