E allora, proviamo a ragionare come in un campionato di calcio e dare i voti agli schieramenti: una prestazione lunga 4 mesi, un match che ha visto sei squadre giocarsi le proprie carte più o meno bene, offrendo prestazioni al di sopra o al di sotto delle previsioni. E poi: uno scudetto assegnato all'ultima giornata, sul modello 5 maggio, qualificazioni Champions imprevedibili e retrocessioni che lasciano l'amaro in bocca, perché a fallire è un progetto tecnico intero.
Insomma, il campionato più importante d'Italia è stato un vero distillato d'emozioni: peccato che il risultato sia un pareggio che la Federazione non sa ancora come risolvere, se con uno spareggio (ritorno alle elezioni), oppure con un trofeo assegnato a tavolino (governissimo?).
PD e SEL
Voto 4,5: la squadra da battere, altre definizioni al pronti via non se ne sentivano per parlare della compagine di centrosinistra. Eppure, come le prime Inter di Moratti che cedevano Roberto Carlos per puntare tutto su Pistone (ci perdoni la citazione l'ex terzino sinistro nerazzurro), la corazzata capeggiata dalla coppia goal Bersani-Vendola ha ceduto il passo agli avversari crollando come i milanesi il 5 maggio a Roma contro la Lazio, offrendo una prestazione che, è proprio il caso di dirlo, ha avuto carattere di psicodramma. Il peccato originale? A mente fredda in molti hanno imputato lo sbaglio alle errate strategie di mercato democratiche: preferire l'esperto centrattacco piacentino Bersani, detto "Lo smacchiatore" per la sua capacità di cancellare ogni risultato negativo, al giovane talento fiorentino Renzi per molti è stato fatale. Sarà, è anche vero che in Italia il calcio champagne che avrebbe offerto una squadra di Rottamatori poteva inizialmente non attecchire nel cuore della dirigenza PD. Si poteva osare di più?
Certo è stato che il gruppo democratico ha, come tutte le squadre troppo convinte di vincere, giocato al piccolo trotto, lasciando il pallino del centrocampo agli avversari più affamati e fisicamente preparati. Il risultato è stato un vero e proprio ridimensionamento che i tifosi, pazienti per tanti anni con un gruppo troppo logorato nel fisico e nella mente, faticano ad accettare. Il progetto tecnico è in discussione, e come per Luis Enrique la curva chiede già l'esonero del tecnico. PSICODRAMMA
M5S
Voto 8,5: mezzo voto in meno per lo sbaglio del Presidente di non presentarsi alla conferenza stampa pre partita (l'intervista mancata a SKY) che ha segnalato una particolare paura di vincere. Ci sta: la compagine stellata era neopromossa e dopo un campionato sorprendente in cadetteria (le elezioni regionali e comunali) era attesa alla prova della massima serie. Con un gruppo senza talenti, se non consideriamo il vulcanico presidente Beppe Grillo e il DS Roberto Casaleggio, il M5S ha espresso il gioco corale più interessante, e anche più imprevedibile, tanto da attirare le attenzioni di moltissimi tifosi stufi del solito "catenaccio all'italiana". Una squadra senza risorse, che ha saputo però arrivare a un soffio dallo scudetto e che si candida a superare brillantemente il girone di Champions League che lo attende.
SORPRESA
PDL e Lega
Voto 7: votazione influenzata da due fattori. Il primo, la media fra la valutazione del PDL - o meglio, del suo top player -, voto 10, e quella della Lega Nord, voto 4. Il secondo, un gruppo senza collettivo che però conta su un funambolico leader, imprevedibile come Neymar e provocatore come Joey Barton. Ora, voi direte: Berlusconi-Gascoigne ha giocato al rilancio con promesse sconsiderate come l'abolizione dell'IMU, una copertura mediatica da esasperazione e un appeal da venditore porta a porta. Eppure, calcisticamente parlando, la prestazione degli azzurri è stata equivalente a quella del Liverpool nella finale di Champions League contro il Milan (la prima). Dati per spacciati durante la pausa fra primo e secondo tempo, recuperano 3 goal lasciando sul campo di battaglia solo lo stupore degli avversari. Un paragone che non piacerà al Presidente Berlusconi, chiaro: però è anche vero che veramente, ad un certo punto, sembrava che fosse impossibile anche solo segnare il goal della bandiera. La coalizione di centrodestra porta a casa un risultato che ha del miracoloso: peccato che fosse una delle squadre candidate a lottare per la salvezza. Merito certamente del bomber Berlusconi (se non ci fosse stato lui, probabilmente staremmo parlando di un'altra partita), ma anche e soprattutto per demerito degli avversari.
ONE MAN SHOW
Scelta civica con Monti - UDC - FLI
Voto 5: doveva essere l'outsider del campionato, con il bomber Monti che sembrava avrebbe garantito almeno 15 marcature (in termini %). Invece, la solitudine in attacco dell'esperto Professore non ha concretizzato le aspettative dei suoi tifosi. Sul campo rimangono molti rimpianti e l'infortunio che obbliga Fini ad abbandonare il rettangolo verde prematuramente, uno dei punti fermi della squadra da cui forse ci sarebbe aspettato di più. Delusione Casini, che cala vistosamente dopo una stagione giocata in maniera intelligente. In generale Scelta Civica per Monti raggiunge una dignitosa salvezza, ma le aspettative per il gruppo erano decisamente più alte. Per la prossima stagione, a meno di un miracolo sul mercato e un livellamento verso il basso delle altre compagini, la retrocessione sembra scontata.
DESTINO SEGNATO
Rivoluzione Civile
Voto 3: inutile nascondersi, era la vittima predestinata del campionato. Un po' Como 2002 di Preziosi, un po' Ancona 2005 di Pieroni, la compagine di Ingroia ha puntato tutto sull'usato sicuro Di Pietro o dell'enfante prodige ed ex M5S (con tanto di svincolo coatto) Favia, con il chiaro obiettivo di arrivare a una salvezza tranquilla. La debacle è stata totale, ma forse il progetto tecnico ha mostrato limiti evidenti fin dalle fondamenta: di certo, molto ci sarà ancora da fare se nella prossima stagione si vuole puntare a una veloce risalita.
MACERIE
FARE per Fermare il Declino
Voto 2: vale il discorso fatto per il gruppo capitanato da Ingroia. L'obiettivo era una salvezza tranquilla e magari togliersi qualche soddisfazione contro le grandi. Peccato che la guida tecnica abbia completamente sbagliato approccio la gara, schierando uno squalificato (dalle proprie clamorose bugie) Giannino in una gara ufficiale. Una penalizzazione troppo grande, per una squadra che a parte il proprio metronomo di centrocampo era veramente troppo poco per il campionato. Una retrocessione che sa di addio alla massima serie.
SOGNO INFRANTO
Francesco Gavatorta | @fRa_gAv
The evaluation of the Italian elections
Let's imagine the elections competition as a soccer championship. It's said that in Italy we have 55 milion coaches: the topic of politics, reading and hearing the comments around the web, made me understand that the opinions are similar to those expressed about the national team. A lot of evaluations, before and after the results, which have pointed out how the country is stratified in a complex series of ideas, emotions, desires.
And now, let's try to think like in a soccer championship, and give marks to the different parties: a performance 4 months long, a match which has seen 6 teams play their cards more or less brilliantly, offering performances above or below the expectations. And then: a prize given the last day, on the 5th of May model, Champions qualifications which were quite unpredictable and retrocessions which leave some bitterness behind, because it is an entire technical project that fails.
So, the most important championship in Italy has been a true distilled essence of emotions: too bad the result was a gridlock that the Federation still doesn't know how to solve, whether with another match (return to elections), or giving the trophy by agreement (super government?).
PD and SEL - 4,5
la squadra da battere, altre definizioni al pronti via non se ne sentivano per parlare della compagine di centrosinistra. Eppure, come le prime Inter di Moratti che cedevano Roberto Carlos per puntare tutto su Pistone (ci perdoni la citazione l'ex terzino sinistro nerazzurro), la corazzata capeggiata dalla coppia goal Bersani-Vendola ha ceduto il passo agli avversari crollando come i milanesi il 5 maggio a Roma contro la Lazio, offrendo una prestazione che, è proprio il caso di dirlo, ha avuto carattere di psicodramma. Il peccato originale? A mente fredda in molti hanno imputato lo sbaglio alle errate strategie di mercato democratiche: preferire l'esperto centrattacco piacentino Bersani, detto "Lo smacchiatore" per la sua capacità di cancellare ogni risultato negativo, al giovane talento fiorentino Renzi per molti è stato fatale. Sarà, è anche vero che in Italia il calcio champagne che avrebbe offerto una squadra di Rottamatori poteva inizialmente non attecchire nel cuore della dirigenza PD. Si poteva osare di più?
Certo è stato che il gruppo democratico ha, come tutte le squadre troppo convinte di vincere, giocato al piccolo trotto, lasciando il pallino del centrocampo agli avversari più affamati e fisicamente preparati. Il risultato è stato un vero e proprio ridimensionamento che i tifosi, pazienti per tanti anni con un gruppo troppo logorato nel fisico e nella mente, faticano ad accettare. Il progetto tecnico è in discussione, e come per Luis Enrique la curva chiede già l'esonero del tecnico.
PSYCHODRAMMA
M5S - 8,5
Mezzo voto in meno per lo sbaglio del Presidente di non presentarsi alla conferenza stampa pre partita (l'intervista mancata a SKY) che ha segnalato una particolare paura di vincere. Ci sta: la compagine stellata era neopromossa e dopo un campionato sorprendente in cadetteria (le elezioni regionali e comunali) era attesa alla prova della massima serie. Con un gruppo senza talenti, se non consideriamo il vulcanico presidente Beppe Grillo e il DS Roberto Casaleggio, il M5S ha espresso il gioco corale più interessante, e anche più imprevedibile, tanto da attirare le attenzioni di moltissimi tifosi stufi del solito "catenaccio all'italiana". Una squadra senza risorse, che ha saputo però arrivare a un soffio dallo scudetto e che si candida a superare brillantemente il girone di Champions League che lo attende.
SURPRISE
PDL e Lega - 7
Votazione influenzata da due fattori. Il primo, la media fra la valutazione del PDL - o meglio, del suo top player -, voto 10, e quella della Lega Nord, voto 4. Il secondo, un gruppo senza collettivo che però conta su un funambolico leader, imprevedibile come Neymar e provocatore come Joey Barton. Ora, voi direte: Berlusconi-Gascoigne ha giocato al rilancio con promesse sconsiderate come l'abolizione dell'IMU, una copertura mediatica da esasperazione e un appeal da venditore porta a porta. Eppure, calcisticamente parlando, la prestazione degli azzurri è stata equivalente a quella del Liverpool nella finale di Champions League contro il Milan (la prima). Dati per spacciati durante la pausa fra primo e secondo tempo, recuperano 3 goal lasciando sul campo di battaglia solo lo stupore degli avversari. Un paragone che non piacerà al Presidente Berlusconi, chiaro: però è anche vero che veramente, ad un certo punto, sembrava che fosse impossibile anche solo segnare il goal della bandiera. La coalizione di centrodestra porta a casa un risultato che ha del miracoloso: peccato che fosse una delle squadre candidate a lottare per la salvezza. Merito certamente del bomber Berlusconi (se non ci fosse stato lui, probabilmente staremmo parlando di un'altra partita), ma anche e soprattutto per demerito degli avversari.
ONE MAN SHOW
SCELTA CIVICA PER MONTI - UDC - FLI - 5
Doveva essere l'outsider del campionato, con il bomber Monti che sembrava avrebbe garantito almeno 15 marcature (in termini %). Invece, la solitudine in attacco dell'esperto Professore non ha concretizzato le aspettative dei suoi tifosi. Sul campo rimangono molti rimpianti e l'infortunio che obbliga Fini ad abbandonare il rettangolo verde prematuramente, uno dei punti fermi della squadra da cui forse ci sarebbe aspettato di più. Delusione Casini, che cala vistosamente dopo una stagione giocata in maniera intelligente. In generale Scelta Civica per Monti raggiunge una dignitosa salvezza, ma le aspettative per il gruppo erano decisamente più alte. Per la prossima stagione, a meno di un miracolo sul mercato e un livellamento verso il basso delle altre compagini, la retrocessione sembra scontata.
A DOOMED DESTINY
RIVOLUZIONE CIVILE - 3
Inutile nascondersi, era la vittima predestinata del campionato. Un po' Como 2002 di Preziosi, un po' Ancona 2005 di Pieroni, la compagine di Ingroia ha puntato tutto sull'usato sicuro Di Pietro o dell'enfante prodige ed ex M5S (con tanto di svincolo coatto) Favia, con il chiaro obiettivo di arrivare a una salvezza tranquilla. La debacle è stata totale, ma forse il progetto tecnico ha mostrato limiti evidenti fin dalle fondamenta: di certo, molto ci sarà ancora da fare se nella prossima stagione si vuole puntare a una veloce risalita.
RUINS
FARE per FERMARE il DECLINO - 2
Vale il discorso fatto per il gruppo capitanato da Ingroia. L'obiettivo era una salvezza tranquilla e magari togliersi qualche soddisfazione contro le grandi. Peccato che la guida tecnica abbia completamente sbagliato approccio la gara, schierando uno squalificato (dalle proprie clamorose bugie) Giannino in una gara ufficiale. Una penalizzazione troppo grande, per una squadra che a parte il proprio metronomo di centrocampo era veramente troppo poco per il campionato. Una retrocessione che sa di addio alla massima serie.
BROKEN DREAMS
Francesco Gavatorta | @fRa_gAv