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Il Pan Pepato

Da Damgas @incucinablog

Il Pan Pepato è un dolce tipico umbro diffusosi divenuto col tempo anche tipico di Roma e provincia, di Terni , Di Ferrara, della ciociaria e della sabina dove viene solitamente consumato nel periodo delle festività natalizie. Se si guarda all’etimologia del nome, è da ricercarsi nella doppia interpretazione di ” pan del papato ”  o ” pane pepato ” inteso come speziato. Anche se anticamente si faceva senz’ombra di dubbio riferimento al fatto che fosse destinato agli alti prelati, riferimento che venne completamente omesso quando si incominciò ad attribuire effetti afrodisiaci al cacao in esso contento. Diverse sono poi le analogie con il pan forte di cui si è parlato nel post di qualche giorno fa; infatti, proprio panforte era inizialmente il nome di questo dolce.

Il Pan Pepato damgas cuoco in cucina
Ciò era dovuto al fatto che a volte la frutta secca in esso contenuta non fosse opportunamente essiccata e dunque con in tempo ammuffiva dando al dolce un sapore acido, caratteristica che perse quando si cominciò ad utilizzare in esso le spezie provenienti dall’oriente che ne fecero però lievitare notevolmente il costo rendendolo adatto solo ai ricchi. Tuttavia tornando alle origini va detto che questo dolce è conosciuto e preparato da circa cinque secoli e che è arrivato fin qui dal lontano oriente sulla rotta delle antiche vie commerciali. In Umbria, terra d’origine di questo dolce tipico delle festività natalizie è stato poi elaborato aggiungendo ingredienti tipici della cucina di queste zone quali noci ed agrumi ed ultimo ma non meno importante il mosto di vino cotto che gli conferisce l’inconfondibile sapore. Prodotto quest’ultimo molto difficile da trovare ma non impossibile, basti pensare che nella zona di Terni viene appositamente imbottigliato per questa preparazione, ( in oltre con una semplice ricerca tra le pagine di questo blog potrete scovare la ricetta).

Riguardo poi alla diffusione così vasta va poi detto che si tratta si di un dolce di origine contadina ma anche di importazione, che con il passa parola si è dunque evoluto anche in altre zone, in modo simile ma non uguale; rimanendo però sempre un dolce tipico delle feste in quanto i costosi ingredienti che lo compongono non ne consentivano all’epoca la produzione durante tutto l’anno.

Va poi ancora precisato che pur trattandosi di un dolce semplice e di facile preparazione il procedimento è piuttosto lunghetto e si impiegano circa 2 giorni, naturalmente per Natale non è più fattibile, ma per capo d’anno..

Ecco la ricetta:

1,5 kg di noci , 1 kg di nocciole , 500 g di mandorle dolci , 150 grammi di cioccolato fondente , 400 grammi di uvetta
la buccia di un arancio ,  1 litro di vino bianco , 500 g di zucchero , 1 kg di miele , 1 kg di farina ,                                               20 grammi di pepe nero , cannella a piacere

Procedimento:

Sgusciate e tostate la frutta secca così da poter eliminare la pellicina, a parte fate bollire le bucce avendo cura di tralasciare la parte bianca con il vino e lo zucchero fino ad ottenere una sorta di candito e nel mentre fate fondere il cioccolato a bagnomaria. In una ciotola unite quindi la frutta secca privata della pellicina, le bucce candite tagliate a pezzetti , l’uvetta , la cannella, il cioccolato fondente ed il pepe nero in una ciotola ed iniziate ad amalgamare per bene il tutto. Fatto ciò unite il miele e la farina impastando man mano fino ad ottenere un impasto compatto ed omogeneo che lascerete riposare tutta la notte coperto con un canovaccio. L’indomani preriscaldate il forno a 100°g e mantenendo le mani leggermente unte lavorate l’impasto ottenendo delle pagnottelle che adagerete su delle teglie ricoperte di carta forno ed infornate per almeno un ora. Quando risulteranno dorati e compatti saranno cotti, quindi sfornate, lasciate freddare e servite.


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