Atiqa ti guarda e sorride, le viene naturale. Il suo viso è solare e disteso e il velo che porta fa da cornice ad uno sguardo di occhi quasi dipinti. Atiqa è arrivata da sola assieme a tanti e ha sfidato il mare per essere in questo posto che le piace, ma che non voleva, dove è stata accolta con amore. Ora non ha più paura.
Atiqa ha scelto di lavorare in cucina e non vuole che nessuno l’aiuti: prepara da sola pranzi e cene per tanti che come lei hanno lasciato la loro terra. Si sente utile e per questo è serena.
Atiqa questa sera insegnerà, a me e ad altre signore, a fare il suo pane al burro. Mentre impasta penserà molto probabilmente a quante volte lo ha preparato nella casa degli “importanti” dove lavorava prima di arrivare in Italia. Ha rigovernato la cucina e messo a posto ogni cosa. C’è, per il momento, un quieto andirivieni di ospiti della casa di accoglienza: chi asciuga i piatti, chi passa lo straccio. Poi tutti si fermano, perché inizia la lezione.
Atiqa impasta il suo pane ed è difficile per me prendere nota delle quantità. Provo a chiedere, ma parla molto poco e pochissimo l’italiano. Non importa: le carpirò dalle sue mani, dai suoi occhi, da come muove amorevolmente l’impasto.
Il mio pensiero vaga e torna a quei trentacinque volti che si sono sollevati all’unisono per salutare. Sguardi stupiti, forse dal mio biancore. E sono quasi imbarazzata di fronte alla diffusa gioia gratuita: non sono abituata alle felicità di niente. Mi viene da pensare che non sto solo imparando a fare del pane ma molto, molto di più.
Questa sera è la sera di Atiqa, è il momento del suo pane al burro. “Quanto di questo o quanto di quello” ora non ha davvero più importanza: è come avere a che fare con una nonna o una mamma, che le ricette le hanno scritte nel cuore. Vorrei invece riuscire a trasmettervi la felicità che Atiqa aveva negli occhi quando ha sfornato il suo pane. E com’è buono il pane di Atiqa, buono come lei.
Ingredienti: 500 g di farina 00, 1 cucchiaino di zucchero, 10 g di lievito di birra secco, 5 g di sale, 2 cucchiai di olio di oliva, 40 g di burro fuso + 40 g a pezzetti, acqua q.b., semolino
Occorrenti: teglia rotonda o rettangolare, ciotola, pellicola o canovaccio
Tempo di preparazione: 30 minuti + lievitazioni
In una ciotola mettete la farina, il lievito, lo zucchero e l’olio. Iniziate ad impastare versando l’acqua che terrete dentro ad una brocca. Quando si sarà formato un impasto appiccicoso, aggiungete il sale sciolto in poca acqua e rovesciate l’impasto sul piano infarinato. Lavoratelo per circa dieci minuti. Formate una palla, mettetelo nella ciotola, copritelo con la pellicola e il canovaccio e lasciatelo lievitare fino al raddoppio. Trascorso il tempo tirate l’impasto fino a formare un cordone con le mani unte di burro. Spolverate il cordone con del semolino e arrotolatelo su se stesso appoggiandolo direttamente sulla teglia rivestita con carta forno. Lasciatelo lievitare ancora fino al raddoppio, senza coprirlo. Prima di infornarlo schiacciatelo con le mani, spolveratelo con semolino e unite il burro a pezzetti. Cuocetelo a 200°C in modalità statica per 25 minuti. Il pane è cotto quando sul fondo è leggermente dorato. Servitelo con dell’ottimo prosciutto crudo.
Io ringrazio Atiqa e lei vi ringrazia.
Felice giornata!