Questa volta prendo spunto dai commenti di un giovane padre, gigi76, il quale lamenta che la compagna, molto legata alla propria famiglia, non si mostri propositiva e disponibile nei confronti della sua e in particolare della suocera. Prima della convivenza i rapporti erano più stretti ( e gigi un po’ “mammone”), ma ora la loro piccina di due anni di rado ha modo di frequentare i nonni paterni.
“…peccato che (…) la mia compagna non abbia mai cercato di coinvolgere direttamente mia madre, ma piuttosto di ostacolare/criticare ogni iniziativa ed offerta di collaborazione”. Non va bene, si capisce, i nipotini hanno il diritto alla compagnia di tutti i nonni; anche se, gli ho fatto notare, potrebbe/dovrebbe essere lui a gestire in prima persona i rapporti con la sua mamma. Delegare tutte le questioni di famiglia alla donna, com’era normale qualche generazione fa, lavandosene per così dire le mani, non è più consentito -né praticabile- nell’odierna vita di coppia. (Trovate il tutto in Suocere, consuocere e dintorni)
Dedico tuttavia il post alla vicenda di gigi76 per via della della parte conclusiva del suo intervento, che dice: “…metto sul tavolo un’altra questione: perché sono sempre le figure femminili coinvolte in queste dinamiche perverse? Mio padre, mio suocero, i miei fratelli (…per fortuna non ho sorelle!!!) e mio cognato sembrano essere estranei a questi dissapori. E’ forse un problema di noi uomini che non abbiamo la capacità o gli strumenti per fermare queste situazioni sul nascere? “
In effetti si tratta di un argomento su cui riflettere… E’ vero che in famiglia le donne non abbondano e lui non è forse molto addentro al loro “universo”, ma in esso – lo penso anch’io – le dinamiche e i problemi interpersonali assumono una rilevanza, se non perversa, certo più enfatica. Che invece gli uomini tendano a rimanere estranei a questi dissapori non è di necessità un merito. Ma quali ne sono le origini e cause?
Se non si tratta di un disinteresse di comodo, ha il suo peso il retaggio storico. Per secoli è prevalsa la divisione dei compiti. Agli uomini la responsabilità del lavoro, il mantenimento economico, la collocazione sociale della famiglia; alle donne tutta l’economia domestica, la cura dei figli, le dinamiche parentali, la tutela del decoro. Da un bel pezzo il ruolo femminile è cambiato, con tutto quel che segue, ma l’adeguamento della coppia è tuttora imperfetto. Le donne dovrebbero assumere un atteggiamento più pragmatico, semplificando i rapporti; i maschi fanno fatica a gestire con “finezza” certe dinamiche. E’ in certo senso vero che non hanno strumenti per fermare (…) le situazioni: un tempo avrebbero imposto un’ autoritaria (apparente, condita d’ipocrisia) tranquillità domestica, oggi sono costretti a continui tour de force verbali. Che li irritano e stancano, mentre le donne ci sono portate “per natura” !
La spiegazione non è ovviamente esaustiva. Occorre tener presenti anche le caratteristiche di base, che fin dall’infanzia determinano un diverso approccio. Nel sito http://www.psicopedagogika.it/ trovo questo:
Da studi condotti in ambito psicologico, è emerso che i maschi e le femmine hanno un modo differente di relazionarsi con il padre o la madre:
- le femmine sviluppano maggiore intimità nei confronti della madre, la sentono più disponibile al dialogo e sensibile ai loro problemi. Trascorrono più tempo con la madre e con lei sono meno inibite nella comunicazione. Il rapporto con il padre appare più difficile perché egli viene percepito come disinteressato ai sentimenti della figlia. Inoltre, le ragazze si sentono trattate dal padre come se fossero ancora bambine e soffrono perché egli nega i cambiamenti avvenuti;
- i maschi sembrano meno propensi al dialogo ed a confidare i problemi più intimi. Con il padre si instaura una relazione poco calorosa, viene cercato soprattutto per consigli su attività pratiche. Con la madre si è più propensi a fare delle confidenze su questioni intime, ma comunque viene percepita come una persona autoritaria e intrusiva.
La tendenza dei maschi a delegare alla moglie il rapporto con la propria madre troverebbe in questa analisi qualche fondamento. E infatti, l’ho già scritto, il figlio/marito (poveretto!) appare spesso sballottato e diviso tra le due donne che poco si prendono. Riflettiamoci con serenità tutti quanti, cercando di conciliare al meglio natura e cultura, sentimenti e raziocinio.
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