14 novembre 2013 •
Il Paradiso degli Orchi di Nicolas Bary
L’aspetto che maggiormente colpisce del romanzo “Il paradiso degli orchi” del 1992, dello scrittore francese Daniel Pennac è la straordinaria ironia unita all’ immaginazione, di cui si rimane fortemente stupiti, quasi si entrasse in un parco giochi bizzarro e multicolorato. Francese è anche il regista Nicolas Bary che si è contraddistinto per una certa tendenza al fantastico raccontando storie di bambini (“Trouble At Timpetill” e “Les enfants de Timpelbach”, entrambi del 2008) e che ha avuto l’arduo compito di trasferire sul grande schermo questa geniale fiaba.
Spesso queste operazioni di trasposizione dal romanzo al film lasciano a desiderare, ne è un esempio recente “Il Grande Gatsby”, e quello che sicuramente ci si aspetta dal regista è la capacità di imprimere alla storia quella fantasia mista però al cinismo, surrealismo dissacrazione e profondità attraverso il suo principale protagonista che funge da capro espiatorio, addossandosi ogni genere di responsabilità.
La storia ruota infatti intorno a Benjamin Malaussène (Raphaël Personnaz) capo-famiglia, e di professione capro espiatorio che, assunto in un centro commerciale, si prende tutte le colpe e si assume ogni responsabilità degli accaduti, commuovendo i clienti , inducendoli cosi a rinunciare al risarcimento. Deve provvedere alle sue sorelle e i suoi fratelli, nonché al cane epilettico Julius, Benjamin che non riesce a liberarsi si questo ruolo nemmeno nella vita extra-lavorativa, e si trova cosi al centro di un giallo di vicende di esplosioni al centro commerciale. Proprio prima dell’esplosione il protagonista che figurerà tra i sospettati, incontra anche il suo amore, Julia (Bérénice Bejo) che da brava giornalista lo aiuterà nella risoluzione del caso.
Il film ritrae la Parigi dei bassifondi ,i luoghi dimenticati abitati da personaggi grotteschi e misteriosi e da cani e giraffe, attraverso una trama illogica, inverosimile , dai risvolti noir. Nel romanzo non manca la critica alla morale precostituita sulla quale, tuttavia, prende i sopravvento quella fabbricata all’interno del Grande Magazzino dove lavora da capro espiatorio il protagonista che da il via, e giustifica i meccanismi illogici della quotidianità che rischiano, però, di risultare eccessivamente surreali nella pellicola.
Una bella sfida per il regista che mette in risalto gli atteggiamenti , l’amarezza e la comicità dei protagonisti che si muovono tra cani, giraffe, immigrati, attentati, nella variopinta cornice del quartiere parigino di Belleville. Ma saprà radicalizzare quei meccanismi illogici nelle contraddizioni della nostra epoca con la stessa energia ritmica che caratterizza il romanzo?
Nel cast figurano anche Emir Kusturica, Mélanie Bernier e Thierry Neuvic.
“Il paradiso degli orchi” è una produzione Chapter 2 e Pathé Films della lussemburghese/francese Bidibul Productions, ed uscirà nelle sale italiane a partire dal 14 novembre.
Di Annalina Grasso per Oggialcinema.net
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