Le rivoluzioni nel Maghreb che stanno incendiando tutti i paesi del nord Africa e la devastante ondata migratoria verso l’Occidente appena iniziata, ci pongono davanti a problematiche culturali e sociologiche decisive per lo sviluppo e la cultura dei paesi europei, culla della storia e dell’affermazione mondiale nel secolo scorso del pensiero occidentale. Io mi riconosco totalmente nella tolleranza del pensiero e della cultura occidentale, ma come sostiene Geert Wilders, leader assai discusso del Partito della libertà olandese, per continuare ad essere tolleranti e ad integrare le altre culture occorre difendere la nostra identità e la nostra cultura occidentale. Il diritto e l’organizzazione sociale dei Paesi europei nei secoli scorsi hanno sviluppato una separazione netta tra le leggi dello stato e quelle delle rispettive confessioni religiose. La libertà del singolo di professare la propria religione è un diritto dell’individuale irrinunciabile e riconosciuto in tutto l’Occidente. Sempre gli stati occidentali hanno consentito alle donne di ottenere diritti, dignità e parità di stato rispetto agli uomini. Indubbiamente la cultura e l’organizzazione dei maggiori stati occidentali ed europei sono improntate alla tolleranza che ha consentito e consente lo sviluppo e la realizzazione degli individui. Non è altrettanto per i paesi del nord Africa regolati e governati secondo i precetti del Corano, che ad oggi continuano a sostenere una rigida separazione delle culture e impediscono l’integrazione tra le diverse culture non riconoscendo nessun diritto di reciprocità in materia religiosa e di organizzazione sociale e famigliare. Ne sanno qualcosa gli operatori occidentali del diritto quando, affrontando procedure e contenziosi internazionali riguardanti coppie miste, devono interfacciarsi con il diritto di questi stati. Vorrei qui ricordare alcuni preoccupanti segnali niente affatto isolati, che sottolineano il rischio dell’islamizzazione della nostra cultura, dalla richiesta in Francia, Inghilterra e Italia da parte di gruppi di mussulmani praticanti di vedere riconosciuta nei tribunali di questi paesi la legge della Sciaria, ai delitti e alle violenze commessi sulle donne islamiche anche nel nostro Paese, fino alla recente richiesta del riconoscimento della poligamia presentato da un egiziano residente a Torino. Questi in breve i motivi per cui condivido il pensiero di Geert Wilders e sostengo che in questo momento storico e negli anni a venire l’Occidente deve e dovrà difendere con coraggio la propria identità culturale. Paradossalmente l’Occidente si vede costretto in questo momento a rinunciare almeno in parte al principio della multiculturalità, per potere poi nel futuro continuare a preservare questo principio insieme a quelli della tolleranza e dell’integrazione. L’Occidente deve respingere con fermezza la contaminazione del propri principi culturali con quelli rigidamente espressi dal Corano e deve mantenere la propria identità culturale rispetto al rischio di una islamizzazione. Questa è l’unica possibilità per noi occidentali di continuare anche negli anni a venire a tollerare ed integrare nei nostri Stati e nei nostri ordinamenti giuridici altre culture e a mantenere possibile la multiculturalità, che ha arricchito e consentito nei secoli precedenti lo sviluppo e l’evoluzione del nostro pensiero. Per perseguire questo obiettivo irrinunciabile non possiamo consentire che i precetti del Corano siano riconosciuti dalle nostre leggi e comprimano quelli che per noi occidentali sono diventati diritti individuali riconosciuti e irrinunciabili.
Barbara Barbiei, 27 marzo 2011