Il passaggio di consegne è arrivato?

Creato il 12 gennaio 2012 da Basketcaffe @basketcaffe

Quando ci si sbilancia a dar per spacciati o quasi, mostri sacri come Boston Celtics, San Antonio Spurs ecc.., si fa quasi sempre cilecca. Eppure la gara di domenica tra Spurs e Oklahoma City Thunder dice, tra le righe di un attenta analisi, molto più di quanto può far pensare il risultato (che comunque sorridere agli arrembanti Thunder).
La sensazione, forse non troppo velata, è che questa versione attuale di OKC possa rappresentare il prossimo “staffettista” alla quale San Antonio consegnerà il testimone della Western Conference, per fare una rigenerante ricostruzione e riaffacciarsi tra qualche anno sul palco delle grandi del basket NBA.

Un inciso: San Antonio ha oggi nel suo roster elementi di belle speranze (Splitter, Neal, Leonard, Blair ecc…), ma la vera ricostruzione per forza di cose avverrà quando si modificherà la spina dorsale ed anima della squadra, ovvero il trio Duncan-Parker-Ginobili e lo storico coach Popovich. Da amanti del grande basket e dei suoi campioni, ovviamente ci auguriamo che gli Spurs ci smentiscano anche stavolta.

Parlavamo dei Thunder, a ben notare molte analogie con gli Spurs si trovano: forse non in molti sono a conoscenza che l’attuale GM dei Thunder è un ex assistente General Manager proprio degli Spurs, stiamo parlando di Sam Presti, ed i risultati si vedono eccome! L’occhio lungo ai draft (da tenere sotto stretta osservazione Reggie Jackson) unito alla sapiente gestione di Scott Brooks rendono OKC una squadra di talento che, più che belle speranze, fornisce indicazioni certe.
Se consideriamo la completezza di Westbrook (a quasi tutte le voci a tabellino), la scarica di punti e dinamicità garantita da Harden, l’intensità difensiva di Ibaka, il prezioso opportunismo di Collison e ci aggiungiamo una super star come Kevin Durant, vien da chiedersi cosa manchi a questi Thunder per eguagliare gli antichi fasti degli speroni nero-argento, che domenica scorsa (c’è da scommettersi) devono essersi rivisti (come quando si viene colti da un flash back) nei loro avversari.

La gestione sapiente del mercato (la trade che ha portato Perkins è stata una perla della scorsa stagione), un leader silenzioso ma sempre decisivo (Durant che caratterialmente è simile a Duncan), un play non ancora scolarizzato ma inarrestabile (Westbrook ricorda il primo Parker arrivato dalla Francia), una panchina lunga con un giocatore capace di fare il co-leader (Harden come Ginobili)… Insomma tutto fa vedere una somiglianza incredibile tra Thunder e Spurs.
Ora mancano però i titoli NBA.


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