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Il passeggero distratto

Da Andrea Venturotti

Ognuno di noi è un passeggero distratto. Volete una prova? Quanti di voi pensano spesso ad una vita alternativa? Magari vivere in un altro posto del mondo o essere un’altra persona. Io in questo momento sono davanti al mio computer ma vorrei essere da tutt’altra parte. Ho sempre sognato di vivere in America per inseguire il famigerato sogno americano. Direte voi: ‘Perché non lo fai? Sei sempre in tempo.’ Perché la realtà è ben diversa dai sogni, dalle ambizioni. Non è niente di impossibile, ma nemmeno così facile come sembra. Lasciare tutto, prendere e partire senza voltarsi e sopprimere la voglia di tornare indietro. Come me chissà quante altre persone ci sono al mondo che vorrebbero essere qualcun altro o qualcos’altro. Per questo all’inizio ho detto che siamo passeggeri distratti: siamo sempre presi dal pensiero di tante, troppe cose e ci scordiamo di quello che abbiamo. Sempre presi a pensare troppo al passato o al futuro e troppo poco al presente. Ci scordiamo di vivere l’attimo, di prendere quel che si ha. Invece di desiderare sempre quello che non si ha. Quante volte ci rimproveriamo per delle scelte fatte tempo indietro, mentre tante altre volte ci preoccupiamo per le scelte che, un giorno, saremo chiamati a prendere. Distratti. Perennemente distratti. Mai concentrati sul presente, sulle scelte da prendere. Mentre decidiamo qualcosa siamo già nel panico pensando cose del tipo: ‘Ma è davvero la scelta giusta? Cosa succede se prendo questa strada? E se non la prendo?’

Oggi mentre lavoravo, provavo ad immaginare come sarebbe impostata la mia vita se vivessi nella Grande Mela. Provavo ad immaginare il caos, le persone frenetiche, Time Square, la Statua della Libertà e tutto il resto possibile. Fino a quando mi hanno chiamato: ‘Ehi, ci sei? Sembri assente!’. In effetti lo ero. Distratto. Continuamente distratto. Mi capita spesso di pensare ad un universo parallelo dove sono un uomo in carriera affermato in giacca e cravatta, di quelli che tutte le mattine lasciano la loro ultra-moderna casa per raggiungere gli immensi grattacieli di New York. Prendere al volo un caffè da Starbucks e poi di corsa a lavoro. Camminare velocemente tra la folla, proprio come un passeggero distratto, che non vede ciò che ha davanti troppo indaffarato a programmare già tutta la giornata, cercando di ritagliarsi un piccolo spazio per godersi qualche svago insieme alla propria famiglia. Sentirsi parte di qualche qualcosa di indescrivibilmente gigantesco, seppure in una microscopica parte ma sentirsi parte di essa.

Poi, però, arriva il momento in cui ti devi svegliare e allora ritorni con i piedi per terra: devi tornare alla realtà. Realtà, che brutta parola. In fondo, chi è che stabilisce cosa è veramente reale e cosa, al contrario, non lo è? Me lo chiedo fin da quando ero bambino. Ti svegli e ti ritrovi tra quelle famose quattro mura dove sei cresciuto e dove, nel bene e nel male, sei sempre tornato. Dove il tuo cuore è sempre tornato. Perché, in fondo, casa è dove abita il tuo cuore. E le origini sono tutto ciò che hai. Anche se sognare non costa niente, un viaggio mentale ogni tanto fa anche bene al proprio cervello per staccare un po’ dalla monotonia, dalla quotidianità, insomma da tutto ciò che ti circonda.

Citando un grande Artista, Jim Morrison“Di questi tempi la fuga è l’unico mezzo per continuare a sognare.” Con questa frase voglio salutare tutti quelli che, come me, si sentono passeggeri distratti.

Il passeggero distratto

‘Il passeggero distratto’ di Viola Sanna

Un ringraziamento speciale, per il suo contributo artistico, a Viola Sanna che ha saputo trasformare in arte ciò che io ho cercato di esprimere in scrittura. Grazie davvero per questo piccolo ma straordinario contributo!


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