Magazine Sessualità

● Il passo della Bardette

Da Vuessegaudio


Il punto del Bardo

In quanto tempo Bardette potrà attuare i 1881 atti didonici, o “ainici”, per essere libera di se stessa? Un po’ meno degli 8 anni, 7 mesi e 11 giorni che, al ritmo terribile, ajnos, imposto nei già trascorsi 6 mesi, ci vorranno affinché Eréndira paghi il debito alla nonna e sia finalmente libera[i]. E Aurélia, per essere libera di se stessa, dovrà pure ella raggiungere il “punto del Bardo” (quota 1881) per chiudere la pressione del desiderio, o lei, nell’anamorfosi della sua pulsione, personaggio-heimlich del mondo frattale, sarà perpetuamente l’oggetto inesorabile, irredento, per l’eretismo perpetuo della libido sua e del poeta? Sarà il marinaio dai lunghi capelli neri a spegnere il “Bagliore di Didone”di Aurélia Rocher, per 1881 volte, sciogliendo l’incantesimo di Ajnejas, o saranno più marinai, berberi, pirati e poeti a dover spegnere ogni volta il “Bagliore di Didone”, che lampeggia tra Cartagine e Tunis sciogliendo l’Heimlich, e fermando la devoluzione dell’ajnos, la sua continua irruzione che proviene da Cartagine ed avviene a Tunis, si fa evidenza folgorante di Aurélia Rocher a Tunis ed è il “Bagliore d Didone”, che la rende inesorabile facendola pervenire all’incanto di questa macchina ectomorfa dall’allure morbida curva del tempo per questo “bardellone” che, pur domando puledri, esalta invece la libido insellata della puledra Aurélia Rocher, la pouliche didonique de Tunis?


[iCfr. Gabriel García Márquez, La incredibile e triste storia…, trad.cit.: pag. 123.
Il passo della Bardette
la zerbitana retica
 
Nel racconto di Garcia Marquez c’è un Ulises incapace di liberare dal giogo l’Eréndira dei suoi sogni; nel nostro, ci sarà un Enea, un Ajnejas, che per Cartagine, che è qui a nord di Tunis, dal punto da cui Bardette ha avuto il passo nella mattina dell’irruzione per farsi oggetto alla Aurélia Steiner ed entrare in questa storia, che, senza una lira, figuriamoci l’oro, non la contemplerà a lungo senza svegliarla ma contemplandola intensamente, dopo aver più volte spruzzato in alto e sul suo dos un irrefrenabile e incontenibile Bonheur, finalmente le darà l’enneasillabo,che non è (non fa 9): “Signor, signor rimettir mi antico innocentzia per gaudir l’amor di ellou una altré volté dal principio”[i], ma il nove, il nové, nel fremente sédichi di Bardette godir ponenti della mouleta di Tunis; Heimlich dell’esotismo assoluto e punto H della vertigine, che, tra apparizioni e sparizioni, lo scintillìo della mouleta di Tunis produce il bagliore segreto di Cartagine, che, è questo l’artificio segreto che lampeggia, è originato dal nove, che, come esempio dell’alterità folgorante, fu attuato da Ajnejas e Dido; Cartagine era per Ajnejas “il luogo di chi ci sfugge attraverso cui lui sfuggiva a se stesso, il luogo del suo segreto”, il luogo del segreto didonico di Aurélia Rocher, che, in questo bagliore stupefatto attuato da Bardette Moulastro, non potrà mai essere preso di mira per amare la mouleta di Tunis, ma dovrà essere seguito, come la sua ombra, e circoscritto, senza ripetersi all’infinito, anche perché, come Eréndira, Bardette continua a correre contro il vento, più veloce del cerbiatto e nessuna voce di questo mondo la può trattenere. Passerà Bardette correndo senza volgere la testa, attraversando da Nord a Sud Tunis, sarà ancora al di là dei venti aridi e dei crepuscoli lunghi fino all’imbrunire dei 12 gradi sotto l’orizzonte la sua allure da moulette in jeans a Susah, a El Munastir, all’isola di Djerba, sarà lei la nuova Zerbitana retika senza che mai si tornerà ad aver la minor notizia di lei, né si troverà il vestigio più infimo dei suoi godimenti e della sua disgrazia[ii]?


Lirruzione di Bardette Moulastro
[H è il punto Heimlich a metà strada tra f (Pikar di Lilith) e f (Pikar Somatico,Fisico); Bèl a parte araba della Libido Verticale che,in questo caso, è identica anche alla Libido Verticale 2(=Asc.+Urano-Marte).]


[i]Cfr. Gabriel García Márquez, Morte costante al di là dell’amore [1970], in: Gabriel García Márquez , La incredibile e triste storia della candida Eréndira e della sua nonna snaturata, trad. it. Arnoldo Mondadori, Milano 1995: “Senor,Senor,devuélveme mi antigua inocencia
para gozar su amor otra vez desde el principio “: pag. 163. [ii]Potrà mai raggiungerla “Fiut, l’asino macabro, vecchio di molteplici piaghe,ma rubizzo di nervo[]ciuco nervoso,dai facili entusiasmi,[che quando lungo il viaggio]accorge ed odora un’asina, e si mette a strombettare ragliando abbandona l’ambio e si dà al galoppo ineguale del desiderio, eccitando allo steeply-chase rusticano la muletta”(Gian Pietro Lucini,Scritti critici, De Donato,Bari 1971:pag.187)?E si troverà il vestigio più infimo del godimento, “sulla radura dal bosco, in un prato verdissimo”, dell’asino della Città del Sole di Antonio Beltramelli(vedi:Gli uomini rossi,1904)? E lo steeply-chase di Fiut avrà la stessa fatalità deduttiva del diritto all’inseguimento di Baudrillard, la stessa ripida verticalità?
[da: AURÉLIA DIDOU ROCHER. Aurélia Steiner de Tunis © v.s.gaudio 2007]
 



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