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Il Patonzoliere

Creato il 22 settembre 2011 da Dallenebbiemantovane

Manuela Arcuri in una rara foto vestita 
Sulla "volontà di patonza" berlusconiana è tutto imperniato il superbo post odierno di Spinoza, cui rimando.
Ma laddove il capo del governo semplicemente non ha tempo di occuparsi della caduta nel baratro - e nel ridicolo - del suo Paese perché è troppo occupato a reclutare donne, anzi patonze, è interessante vedere quante riflessioni nascono in rete, sia da giornalisti in gamba che da blogger altrettanto in gamba.
Una mia amica di Bari ad esempio ha pubblicato in questi giorni sul suo blog La ninfa dell'aurora due approfondimenti rispettivamente sull'agghiacciante Weltanschauung delle escort e sulla moralità della borghesia barese.
Sono intervenuta con un commento al primo dei due (da leggere anche perché riprende per intero un lucidissimo articolo di Concita De Gregorio su La Repubblica), per aggiungere qualcosa sul caso Manuela Arcuri e sui recenti slittamenti semantici di certi termini:

[Il mio commento] Secondo me ci sarebbe da riflettere anche sulla Arcuri, mi spiego: il giorno in cui dalle intercettazioni si è fatta circolare la notizia che lei si era rifiutata di andare ad Arcore, in rete è diventata immediatamente una fiaccola della libertà, la nuova eroina della sinistra. Io stessa ho detto ad amici: "Non credevo di poter stimare così tanto la Manuelona…"

Passa un solo giorno e, da nuove intercettazioni, si scopre che la A. ci sarebbe stata sì, ma prima voleva “vedere il cammello”, cioè avere la contropartita, che nel suo caso era un posto sicutro in una fiction o film per suo fratello. A quel punto Berlusconi si irrita, anche da dichiarazioni pubbliche della A sui voti che dà ai suoi amanti, e dice ai mezzani che non gli interessa più perché “è una troia”.

Qui sta la differenza linguistica e antropologiche tra due Italie: l’Italia per cui “troia” è chi si prostituisce e l’Italia per cui “troia” è chi fa la difficile, fa la diffidente, vuole giocare a carte scoperte e si permette pure di dare pubbliche valutazioni delle prestazioni sessuali dei suoi – si suppone – numerosi – amanti.

Non so quale sia stata la goccia arcuriana che ha fatto traboccare il vaso della pazienza berlusconiana, ma mi sorge spontaneo il pensiero che il contrario di “troia”, che per me e molti/e altri/e è “donna che non si vende, al massimo si regala”, per Berlusconi e la sua Italietta sia “donna che si vende senza tante storie, e soprattutto sta zitta”.


Non che vita, opere e pensieri della Arcuri non mi lascino dormire la notte: è una stellina come tante, la cui bellezza più da trans che da donna mi lascia alquanto indifferente. Però la cronaca di questi giorni mi ha costretta a pensarci, e a leggere alcune sue frasi intercettate, come:
"Forse, se [Berlusconi] avesse trent'anni di meno. Semmai mi innamorerei di un ragazzo come il figlio Pier Silvio. Ma è fidanzato e io neanche li guardo gli uomini delle altre".
Allora chi è la "troia", oggi, in Italia? Quella che "si vende senza tante storie e standosene zitta" o quella che "si venderebbe ma non si fida, pretende contropartite e verifiche e in più si permette di dare pubblici giudizi sui suoi amanti"?
Non sarà per caso "troia" l'opposto di "escort" (e quindi, da parte mia, quasi un complimento)?
Ci sono forse due Italie, che ragionano, vivono e giudicano in modo non diverso ma opposto?
Faccio notare che non sono qui in discussione il buon gusto, il bon ton, la buona educazione o la classe della signora Arcuri o chi per lei. E' una banale questione di semantica e, siccome le parole sono pietre, di etica pubblica.
Mi piacerebbe molto che amici e lettori di questo blog dessero le loro valutazioni della questione.


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