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Il Pd di Weimar

Creato il 24 aprile 2013 da Albertocapece

dario-franceschini-marco-199637Qualche sede del Pd è simbolicamente occupata, alcuni personaggi come la Serracchiani fanno i salti mortali pur di ritagliarsi una tardiva estraneità all’inciucio, Franceschini e Letta si perdono in discorsi che ci fanno capire il livello desolante della classe dirigente del centrosinistra e della devastazione che si ha quando i candidati sono nominati. Gli elettori infine sono tra il desolato e l’incazzato, mentre Napolitano finalmente può ritornare ai bei tempi del guf, inaugurare la fase presidenziale della Repubblica e imporre ancora una volta l’inciucio con Berlusconi, l’abbraccio con Monti e Amato o Letta come premier.

Tutto quello che non avrebbe dovuto accadere “mai più” è accaduto e francamente il tentativo di Bersani di coinvolgere il M5S adesso ha tutta l’aria di una commedia che i grillini hanno reso facile sottraendosi senza contrattare. Il passaggio repentino dalla ricerca del dialogo con il movimento alla straordinaria remissività che ha portato il segretario del Pd in pellegrinaggio da Berlusconi perché scegliesse  il candidato al Quirinale e la successiva inspiegabile ostilità a Rodotà e persino a Prodi, ci inducono a credere che in realtà l’approdo di oggi fosse parte di un disegno che già si delineava l’estate scorsa.

Della calata  di Blair, dei banchieri e dei ministri tedeschi a Firenze per supportare l’ascesa di un berluschino o montino di supporto nella persona di Renzi, ne ho parlato in diverse occasioni. Ma a mio parere il nodo di svolta, il segnale evidente della completa frattura tra base e vertice, si è mostrata proprio durante il rito che ne avrebbe dovuto sancire l’unità, ossia le primarie. Mi sono sempre sorpreso che gli elettori di quella disfida, non abbiano minimamente avvertito che se prima di votare devi sottoscrivere un documento politico che indica nella linea del governo tecnico quella del partito, la scelta si riduce a due personaggi, a una lotta di potere  tra il vecchio apparato e i nuovi pretendenti. Mentre i milioni di voti,il fantasma della partecipazione potranno in seguito essere usati come alibi per poter dire che la continuità e contiguità col montismo, vale a dire con la fase efficiente e libera da problemi di consenso del berlusconismo, era stata “democraticamente” scelta.

Ma questo è ormai irrimediabilmente il passato. E’ evidente che il Pd è ormai già separato al suo interno e separato dalla massa dei suoi elettori, che anche lui è irrimediabilmente il passato e bisogna invece pensare fin dal subito al futuro perché queste su queste macerie c’è ben poco da ricostruire se non qualche illusione. E se ci fosse qualche dubbio basta guardare lo streaming della direzione di ieri per rendersi conto del vuoto pneumatico di politica riempito solo da rancori, paure, recriminazioni del tutto aliene da scelte e da idee. Nemmeno ” un porno fatto in casa” come dice Serra, piuttosto un documentario di Focus sulla Repubblica di Weimar. Sul vegliardo Hindenburg che volle a tutti i costi essere rieletto per “garantire” la restituzione dei prestiti di guerra agli Usa, causa della terribile crisi economica che portò Hitler al potere, avremo modo di occuparci ampiamente. Purtroppo.


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