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Il PD guarda a Gambaro, Grillo fa dietro-front sulla Pinna

Creato il 20 giugno 2013 da Retrò Online Magazine @retr_online

Espulsa dal Movimento Cinque Stelle, ora la Gambaro è corteggiata dal Partito Democratico che la definisce una “donna coraggiosa”. Il

Beppe Grillo, Movimento 5 Stelle, diaria

Il leader del M5S (thanks to Elena Torre).

coraggio di una donna che non ha affatto taciuto e ha manifestato apertamente il proprio dissenso, col rischio di un’immediata o ragionata espulsione dal partito presso il quale è accreditata. Una prova di coraggio, insomma, che il Partito Democratico non ha certo lasciato al caso.
È stato allora proprio il cavallo di battaglia di Beppe Grillo a scrivere la sentenza sulla Gambaro, ovvero quella Rete di cui lui stesso va da sempre particolarmente fiero. Un assoluto imbarazzo generato dall’esposizione alla pubblica gogna: la gogna mediatica, che ormai tutti conosciamo dati i trascorsi del movimento. Ma la Rete in fondo si è interrogata e continua ad interrogarsi sbigottita. Com’è possibile, oggigiorno, tappare la bocca a un parlamentare o a qualsiasi altra persona che ha da esprimere una propria opinione? Che democrazia sarà mai quella che viola la libertà di espressione? Sembra allora che il connubio Grillo-Casaleggio abbia di per sé ben poco di democratico nella sostanza, giacché non accoglie in alcun modo il dissenso o i dubbi dei propri deputati/senatori. Eppure la Gambaro ha la sensazione di esser cascata in piedi, di aver dovuto patire la gogna mediatica ma di non esserne del tutto uscita sconfitta: “Parlerò a lungo quando sarà il momento. Magari farò un video. Adesso mi serve qualche giorno per riflettere”. Nonostante ciò, la stessa Adele Gambaro non nasconde la propria amarezza sugli sviluppi: “Umanamente essere finita in questo tritacarne mi pesa molto. Non è questo il movimento che ho conosciuto. La libertà di parola non è un diritto discutibile. Ma voglio ringraziare i colleghi che mi sono stati vicini”. Insomma, le parole della Gambaro – forti e dai toni accesi – ripetono ben poco in sordina la denuncia dei giorni addietro: il movimento di Grillo sta sempre più allontanandosi dai principi democratici.
La “donna coraggiosa” sa già bene in cuor suo quale sarà la sentenza della Rete, degli oltre 48mila iscritti, simpatizzanti e attivisti presenti nel blog. L’espulsione è ormai certa. Un destino che non tarderà a profilarsi, ma nonostante ciò l’allontanamento della Gambaro non sarà un plebiscito: soltanto il 65% dei votanti ne decreterà l’addio dal movimento. Ecco dunque i dati stimati sulla votazione in rete: 13mila favorevoli, 6mila contrari, 29mila astenuti. Insomma, uno scenario che dovrebbe letteralmente incoraggiare il leader ad un esame di coscienza, dovendo fare i conti con un movimento drammaticamente spaccato in due, sia all’interno sia sulla Rete.
Sull’altra parlamentare, l’onorevole Paola Pinna, l’ex comico genovese compie un imbarazzante dietrofront. Dopo l’ennesima proposta di espulsione dal movimento nei confronti di quest’ultima, Beppe Grillo sente stavolta di aver compiuto un passo troppo lungo e forse troppo rischioso per l’equilibrio del partito. Dunque batte i tacchi e torna sui suoi stessi passi. La telefonata all’on. Pinna è orientata allora a ricucire la ferita inferta dalle critiche piovute su di lei dopo l’intervista rilasciata al quotidiano “La Stampa”. Grillo non ci sta ad espellerla, e neppure si sente di offrire alla Rete su un piatto d’argento l’opportunità di una sentenza. Sull’on. Pinna, dunque, non graverà alcuna espulsione, e persino il deputato Andrea Colletti ne ha ritirato la proposta su diretto consiglio del leader.
Lo stesso è accaduto per il deputato Tommaso Currò. Nessuna espulsione per lui, ma un abbraccio fraterno e una buona dose di pietà. Ecco allora le parole di Beppe Grillo: “Nessuno verrà espulso, ma veniamoci incontro. Dimostriamo a tutti che siamo un gruppo vero!”. Sarà così che la storia dell’espulsione dell’on. Gambaro dal movimento sotto sotto “stia bruciando un po’”? Forse l’ex comico genovese sente di aver fatto un passo falso, di aver incrinato profondamente l’equilibrio del partito riducendo oltremisura la libertà di espressione. La stessa senatrice Serenella Fuksia non riesce ad accettare le decisioni della Rete: “La storia dell’espulsione è partita senza senso e finisce senza senso. Questo non è Grillo. Almeno non quello che conosco io”. Che sia allora un fantasma, un sosia o chi per lui? In verità, molti parlamentari grillini stanno pian piano tastando con mano gli sviluppi inattesi del movimento. Nessuno, forse, si sarebbe aspettato un simile “bavaglio”.

Articolo di Stefano Boscolo


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