I gesuiti e la Chiesa Cattolica usano la dialettica hegeliana per portare avanti i propri fini di governo mondiale (adesso la chiamano Governance Mondiale, perché chiamarlo Governo Mondiale è troppo complottista). E se è vero che furono i gesuiti a fondare le riduzioni comuniste del Paraguay, riprese in seguito da Marx come modello sul quale fondare il paradiso comunista, è anche vero che gesuiti, francescani e dominicani, si trovano a fondamento del moderno pensiero del "free market" estremo. Questi due filoni socio economici sono i due estremi dialettici che portano entrambi alla catastrofe, e sono stati usati dai gesuiti e dalla chiesa cattolica nella loro guerra plurisecolare per il dominio terreno. Leggiamo un articolo di Sandro Magister
Chiesa e libero mercato. Il capitalismo l´ha inventato san Francesco
"ROMA - Che Francesco d´Assisi sia il santo giusto per anticapitalisti e no global lo sostengono persino Toni Negri e Michael Hardt nel loro libro "Impero", la bibbia della contestazione mondiale.
Ma la realtà storica dice l´opposto. La moderna teoria del libero mercato nacque proprio dai primi discepoli di san Francesco, dai teologi francescani che più esaltavano il voto di povertà.
L´ultima scoperta degli storici del Medioevo è che persino il gioco d´azzardo, nelle analisi dei teologi francescani, fu volto in bene. E aprì la strada alle moderne concezioni economiche del rischio.
Lo studioso che ha compiuto questa scoperta e l´ha esposta in un libro documentatissimo è Giovanni Ceccarelli, professore alle università di Venezia e Padova, a sua volta discepolo di un altro storico dell´economia medievale, Giacomo Todeschini, dell´università di Trieste.
Nel 2002, l´editrice il Mulino ha pubblicato di Todeschini un libro dal titolo "I mercanti e il tempio". Nel quale egli mostra le fortissime radici teologiche ed ecclesiologiche delle moderne teorie e pratiche capitaliste. Fin dal Medioevo, molto prima che arrivasse Calvino.
E nell´estate di quest´anno ecco ancora il Mulino pubblicare di Ceccarelli "Il gioco e il peccato". Dove a segnare il passaggio dalla condanna totale del gioco d´azzardo a una sua ridefinizione come contratto a rischio sono proprio i teologi francescani dal Duecento in poi.
Le sorprese sono forti. È la riflessione francescana sulla povertà volontaria a riconoscere nel possesso materiale dei beni un desiderio naturale e universale dell´uomo.
È dal loro volontarismo e dal primato dato all´individuo, sulle orme di sant´Agostino, che i francescani ricavano una teoria economica tutta centrata sul soggetto contraente e sui contratti intersoggettivi.
Sono soprattutto i francescani a precorrere la Salamanca del Cinquecento: dove teologi sia francescani che domenicani che gesuiti creano una vera e propria "scuola" del capitalismo in ascesa."
D ario Antiseri, nell'articolo dal titolo che trovate subito sotto quello di Sandro Magister afferma:
"Capitalismo? Comincia col saio"
"Josef Schumpeter, nella sua monumentale "Storia dell'analisi economica", pone sant'Antonino da Firenze tra i fondatori dell'economia scientifica, senza citare nemmeno una volta san Bernardino da Siena. Senonché, come ha dimostrato Raymond de Roover (nel volume "St. Bernardino of Siena and St. Antonino of Florence: the two great thinkers of Middle Ages", Boston, 1967), la maggior parte delle idee esposte da sant'Antonino nella sua "Summa Theologica" sono riprese dagli scritti di san Bernardino, il quale, a sua volta, aveva attinto a piene mani alle dottrine del francescano Pietro di Giovanni Olivi. È così, dunque, che dobbiamo a dotti e geniali francescani l'origine di quella possente tradizione che, grazie alla successiva elaborazione dottrinale dei tardo-scolastici, si innestò nel filone dell'illuminismo scozzese e confluirà, ai nostri giorni, nella Scuola austriaca di economia."
Da un articolo tratto dal Mises Institute, dal titolo Four Hundred Years of Dynamic Efficiency, leggiamo:
"Adesso, chi erano questi intellettuali spagnoli antenati del moderno movimento del "free market"? La maggior parte di loro erano scolastici che insegnavano morale e teologia qui all'Università della City di Salamanca. Questi scolastici erano principalmente sia Dominicani che Gesuiti, ed essi furono abili nell'articolare quella tradizione soggettivistica, dinamica e libertaria che, 250 dopo, doveva essere enfatizzata da Carl Merger e dai suoi seguaci nella scuola austriaca di economia."
Cosa c'è di malvagio nel libertarismo? Il libertarismo enfatizza la libertà individuale, ma fallisce nel riconoscere che gli esseri umani sono esseri sociali e non sono individui isolati (e noi pensiamo che anche molti protestanti siano caduti in questo tranello gesuitico, soprattutto nel dispiegarsi della prima rivoluzione industriale inglese). L'estremo opposto sono le riduzioni gesuitiche del Paraguay, ove la libertà e la proprietà privata sono del tutto cancellate o ridotte al minimo. Libertarismo e Comunismo sono due poli dialettici, con, da una parte, l'estremo individualismo rappresentato dall'egoismo virtuoso del "free market", e, dall'altra, il collettivismo estremo rappresentato dalla totale cancellazione della libertà. In questi due poli non si trova spazio per una società bilanciata. Noi pensiamo che questi due tool stiano lavorando entrambi all'interno della Chiesa cattolica (da una parte abbiamo il capitalismo sfrenato portato avanti da una Chiesa ricchissima; dall'altra abbiamo lo sviluppo della "teologia della liberazione" marxista e dell'opzione per i poveri di Bergoglio) al fine di portarci al Nuovo Ordine Mondiale della Chiesa Cattolica, dove, alla fine, non ci sarà spazio alcuno sia per la libertà e la ricchezza individuale, così come per la giustizia sociale, e dove una piccola élite aristocratica Cattolico Romana comanderà sopra una sterminata massa di meticci impoveriti e privi di risorse.