Magazine Diario personale
Iniziai molto presto a pormi questa domanda.
Iniziai a sei anni quando, per la prima volta di una lunga serie durata cinque anni, provai un ascesso ad un molare! Che dolore, lo ricordo ancora come fosse ieri. Pungente straziante e maledettamente invadente. Si insinuava nell'orecchio procurandomi dolori lancinanti. Sveglia e urlante tutta notte, ricordo che mamma stendeva un materasso sul pavimento della cucina e si stava li a piangere per non disturbare il babbo. Forse anche questo mi ha insegnato a rispettare il maschio di casa, confondendo per molti anni il rispetto con la sottomissione, ma poi ho fatto ordine.
Dicevo: la sofferenza, brutta bestia. Ho sofferto tanti dolori fisici di tanti generi e l'unico modo per non sentirli è anestetizzarli con qualche farmaco. Ma la sofferenza psichica non l'anestetizzi senza annietare la tua coscienza. Ma perchè non si può prendere un farmaco e rimanere lucidi per ragionare e interagire con gli altri? Siamo quasi alle frontiere dell'inverosimile, con la medicina. A volte siamo lì lì per gridare al miracolo, e non abbiamo scoperto nulla che anestetizzi la sofferenza psichica? Come ogni cosa senza una risposta, io mi chiedo il perchè! Ma perchè? Ma perchè? Ma perchè?
Non ho ricevuto risposte esaurienti, e come sempre accade cerco di darmele da sola seguendo un filo logico...almeno per mè. Ho letto molto sulle sofferenze nei manicomi e, secondo le testimonianze, l'unico modo che avevano quelle povere anime di anestetizzare la tortura psicologica a cui erano sottoposti, era rifugiarsi nella propria ombra. In quel luogo, testimoniano gli ex degenti, c'era pace tranquillità e il dolore spariva come d'incanto, anche il dolore fisico spariva e tutto rimaneva fuori da quell'obra e la pace inondava i loro cuori. In quell'ombra alcuni hanno trovato anche poesia ispirazione ad un dipinto, hanno trovato arte, che li ha poi aiutati ad uscire dal lagher. Provai di tutto per entrare in quell'ombra, ma nulla. Lessi che la meditazione ti porta in uno stato di grazia, proprio come succedeva a quelle anime maltrattate. Iniziai a fare meditazione, e anche questa pratica non funzionò. Almeno, funzionava in quell'istante che riuscivo a sospendere del tutto il pensiero, ma durava pochi attimi e poi l'ombra nera ti ripiombava addosso e con i suoi artigli si arpionava al tuo cuore. Poi seppi del training autogeno e mi informai.
Riuscii così bene a praticare quell'esercizio, che era come se lo avessi fatto da sempre. Ecco il rimedio ai miei dolori, una bella concentrazione... e via il corpo non cè più e la tua coscienza è altrove. Ma ti addormenti però, dormi e non puoi vivere la quotidianità, stai dormendo!
Allora dov'è quest'ombra che ti da rifugio? L'ho trovata? Forse era dietro l'angolo e non ci avevo fatto neanche caso? Non lo so, sono risposte che non avrò mai, ma so che l'obra l'ho trovata, almeno quella che spettava a me. Riesco a stare 4 ore seduta a fare un lavoro manuale e la mia coscienza la metto nella mia ombra. Tutto ciò che succede attorno a me, non lo vedo e quindi non esiste per me. Allora penso che la sofferenza psichica ci sia data per incalzarci a trovare la nostra ombra, cosa che, se avessimo un farmaco desisteremmo dal cercare. Auguro a tutti i sofferenti di trovare la propria ombra dove poter assaggiare la pace e la tranquillità del non sentire, la tranquillità del non fare...e fermare il mondo!
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