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Il personaggio secondario (Ciack la seconda)

Da Flavialtomonte

Che cosa sono e da dove vengono?

In un romanzo come in un film la loro presenza è indispensabile persino in “I’m leggend” salta fuori il secondo personaggio: un cane, che si trasforma nel motore emozionale del protagonista.
La stessa cosa vale a teatro. Il vecchio preconcetto del protagonista sinonimo di star, fama e successo, è stato miracolosamente sfatato con l’avvento del teatro moderno in cui il ruolo di ciascun attore ha oltrepassato ogni mito. Oggi l’attore è veterano: un soldato che dopo un lungo servizio viene congedato, con la possibilità di essere richiamato in caso di necessità. Un mestiere che trova la sua precarietà nel talento e nelle proprie capacità.
Ma se si prova ad analizzare la questione, il personaggio principale non differisce molto da quello secondario. Entrambi sono concime dello stesso vaso.
A teatro ogni personaggio è fondante, utile e indispensabile. Il teatro moderno lo dimostra poggiando il lavoro del regista su due, tre o quattro attori.
Blackbird – per esempio – secondo il New York TimesUna delle commedie più potenti e autentiche degli ultimi anni che in questi giorni sul palcoscenico del Piccolo Teatro di Milano accende i riflettori su due soli attori: Massimo Popolizio e Anna Della Rosa, diretti dal maestro spagnolo Lluís Pasqual.
Altro esempio, L’altra metà della mela, una commedia brillante di Enzo Consoli messa in scena da tre grandi attori di Teatro Primo: Silvana Luppino, Francesco Cotroneo e Alessandra Borruto, diretta da Christian Parisi (vedi articolo e video).
In questi casi, come in tanti altri, non è alquanto fuori luogo parlare di “personaggio secondario”?
Come è possibile stabilire quale sia l’attore principale se non tutti? All’interno della storia dell’uomo moderno che per conoscersi completa sé stesso, e per completarsi conosce gli altri: un uomo moderno che ottiene la sua indipendenza dalla dipendenza stessa: di una persona, di un lavoro, di un sogno e di un credo.


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