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IL PETROLIO FINIRà. COSA SUCCEDERà DOPO?

Creato il 09 luglio 2010 da Madyur
IL PETROLIO FINIRà. COSA SUCCEDERà DOPO?
In questi giorni si parla di morti e coste inquinate , gli animali in fin di vita , di indagini giudiziarie della Bp e di un possibile fallimento della compagnia petrolifera. Le conseguenze della catastrofe al largo del Messico sono , però, più vaste : riguardano il futuro stesso dell’economia mondiale , che continua a dipendere dal greggio.
I geologi ci avevano avvertito : il petrolio che ci serve non c’è più nella crosta terrestre. Ma le compagnie petrolifere non erano d’accordo. Secondo l’amministratore delegato della Bp , Tony Hayward , la fine del petrolio è una leggenda , nel sottosuolo c’è più greggio di quanto ne serve per il fabbisogno mondiale. Per la Bp il greggio basterà ancora per 46 anni.
Chi ha ragione?
Il problema è che l’ottimismo delle multinazionali del petrolio si basa su un presupposto discutibile : i loro esperti danno per scontato che grazie all’evoluzione tecnica nei prossimi anni saranno scoperti molti giacimenti. Ma gran parte dei ritrovamenti fatti , riguarda riserve situate negli abissi degli oceani o sotto strati di roccia e di sale particolarmente duri , che non possono essere perforati dalle trivelle usate oggi. A questo va aggiunto che non esiste ancora una tecnica affidabile per rendere sicuri i fori di trivellazione. E se questa tecnologia non verrà mai?
Cosa succederà? Una preoccupante crisi finanziaria.
La produzione petrolifera non aumenterà più , e questo è un fatto inedito. Nessun’altra sostanza influenza o ha influenzato in questo modo la vita di milioni di persone : il petrolio è usato per produrre fertilizzanti , vernici , farmaci , tessuti, mobili , materassi. Ha il monopolio assoluto nel settore dei trasporti : è l’unica fonte d’energia che tiene in moto le quattro ruote. Senza petrolio e senza aumento della sua estrazione , si rischiano l’aumento della disoccupazione e un blocco della crescita economica.
A maggio il governo statunitense ha stabilito una moratoria su tutte le trivellazioni della acqua profonde, sappiamo che poi è intervenuto un giudice federale, a giugno il ministro norvegese dell’energia ha annunciato che per il momento non saranno più concesse licenze di prospezione in alto mare , mentre il nuovo ministro per l’energia britannico ha fatto intendere che ci saranno più controlli nelle piattaforme del Mare del Nord.
Greenpeace chiede alle compagnie petrolifere di andare via dalle acque profonde, mentre gli economisti specializzati in questioni energetiche avvertono che senza petrolio non si può andare avanti. Quindi il mondo si divide in due e la politica non riesce a rifondare un economia che superi l’era del petrolio.
L’Aie ( Agenzia Internazionale dell’energia) prevede che la crisi delle Coste messicane porti ad una riduzione di scorte del greggio di 300 mila barili entro il 2015. Nel frattempo , però, la domanda mondiale è destinata ad aumentare , facendo salire i prezzi. Ma c’è la paura che a causa della catastrofe ci sia un ritardo anche in altre zone sotterranee ( Brasile, Angola e Nigeria) , portando la riduzione ad un milione di barili al giorno.
Una catastrofe energetica dato che negli ultimi dieci anni il greggio ricevuto dai giacimenti sottomarini è diventato un elemento fondamentale delle forniture energetiche. L’estrazione nelle acque profonde ha cambiato radicalmente la politica di compagnie petrolifere come Exxon, Shell e Bp, che ormai sono quasi assenti nei paesi mediorientali.
Ma secondo l’Aie la svolta delle materie prime arriverà sicuramente nel 2015. Nell’estate del 2008 un barile di greggio costava 150 dollari , ma esperti ritengono che in futuro i loro prezzi potrebbero arrivare a 300 dollari.
L’alternative possono essere il ricavato dalle sabbie bituminose e dalle rocce scistose, ma può essere fatto con tecniche inquinanti e costose. Un’altra possibilità sarebbe il carbone. Ma la liquefazione del carbone produce quantità enormi di anidride carbonica. La lotta al riscaldamento globale andrebbe a puttane. Anche i biocarburanti rischiano di scatenare una catastrofe ambientale , c’è in Messico un’enorme area biologicamente morta prodotta dall’uso eccessivo di fertilizzanti. Il Missippi porta nel Golfo migliaia di composti che arrivano dai campi di mais del Midwest che una volta arrivati nell’oceano , favoriscono la crescita delle alghe. Le alghe assorbono l’ossigeno che serve ai pesci e ad altri organismi marini.
Secondo molti esperti , c’è un solo modo per rendere più sostenibile la crisi petrolifera : consumare di meno. Le auto elettriche non hanno bisogno di petrolio , ma saranno attive in un futuro lontano. Ci sono ampi margini di miglioramento per le tecnologie esistenti. Negli Stati Uniti la benzina è economica ma le auto inefficienti. In Giappone e nella Ue le auto in media hanno consumi di carburanti inferiori di un terzo di quelle americane.madyur

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